Riprendono, dopo la pausa natalizia, gli incontri della Scuola del Dialogo, un percorso formativo organizzato dal Progetto Culturale della Diocesi di Asti in collaborazione con la commissione diocesana di Pastorale Sociale del Lavoro e la parrocchia Nostra Signora di Lourdes. Quest’anno, in occasione del Giubileo e in vista del decimo anniversario dell’enciclica “Laudato si’”, la Scuola del Dialogo propone una riflessione profonda su migrazioni, cambiamenti climatici e società contemporanea, temi quanto mai attuali ma spesso lontani dai riflettori della cronaca.
Lunedì 24 febbraio, alle ore 21, il Teatro della parrocchia Nostra Signora di Lourdes ospiterà il terzo appuntamento di questo percorso, con un relatore d’eccezione: Guido Dotti, monaco della Comunità di Bose e segretario della Commissione Ecumenismo e Dialogo per la regione ecclesiastica Piemonte e Valle d’Aosta. Con il suo intervento dal titolo “Responsabili della speranza. Ecumenismo e dialogo qui e ora”, Dotti offrirà spunti di riflessione sul valore della collaborazione e dell’incontro tra diverse sensibilità religiose, in un mondo segnato da conflitti e divisioni.
L’incontro si inserisce in un contesto culturale di ampio respiro, in sintonia con il Cammino sinodale della Chiesa in Italia, e si propone di stimolare una riflessione collettiva sulla responsabilità di ciascuno nel costruire il bene comune, favorendo la convivenza pacifica e il dialogo tra le religioni.
La Scuola del Dialogo, con il suo approccio aperto e inclusivo, si conferma come un’importante occasione di crescita culturale e spirituale per adulti e giovani del territorio astigiano. L’iniziativa è arricchita dalla collaborazione di Azione Cattolica, Acli, Cif, Pastorale Giovanile, Pastorale Universitaria e dagli uffici diocesani del terzo settore (Caritas, Migrantes, Ecumenismo e Dialogo, Pastorale della Salute, Comunicazioni Sociali), con Gazzetta d’Asti come media partner.
Un appuntamento da non perdere, per riflettere insieme su speranza, ecumenismo e dialogo, e per coltivare la cultura dell’incontro in un’epoca che ha più che mai bisogno di ponti e non di muri.