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Attualità | 17 febbraio 2025, 20:22

"XXXIII Rapporto Immigrazione 2024. Popoli in cammino": numeri, tendenze e riflessioni al CPIA di Asti

Crescita continua, ma con segnali di stabilizzazione: i dati del fenomeno migratorio nella provincia di Asti e nel contesto regionale e nazionale

MerfePhoto

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È stato presentato oggi pomeriggio il “XXXIII Rapporto Immigrazione 2024. Popoli in cammino”, curato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. L’evento si è svolto presso la Galleria Don Andrea Gallo del CPIA di Asti, richiamando un pubblico interessato ad approfondire le dinamiche della mobilità umana e le implicazioni sociali e culturali che ne derivano.

Il rapporto di quest'anno si concentra su un tema centrale: la migrazione come fenomeno collettivo e comunitario. Al centro dell’analisi ci sono concetti come partecipazione, corresponsabilità, cittadinanza, culture, fede e sinodalità, mettendo in evidenza la dimensione comunitaria che caratterizza l’esperienza migratoria.

Durante l'incontro, il dott. Simone Varisco, curatore del Rapporto per Fondazione Migrantes, ha illustrato i principali dati e temi trattati, offrendo un'analisi approfondita del fenomeno migratorio in Italia. Come ogni anno, il Rapporto non si limita a presentare dati statistici ma integra riflessioni qualitative, contributi dal mondo della ricerca e storie di incontro personale. L'edizione 2024, in particolare, guarda al futuro, promuovendo un approccio orientato al bene comune, al diritto alla dignità e allo sviluppo sostenibile.

L’apertura dei lavori è stata affidata al professor Davide Bosso, Dirigente scolastico del CPIA 1 di Asti, e a Paolo Maccario, Responsabile dell’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Asti. Le conclusioni sono state tratte da mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti, che ha sottolineato l’importanza di una visione comunitaria per affrontare le sfide della mobilità umana.

Un aspetto rilevante dell’incontro è stata la presentazione di dati specifici relativi al territorio astigiano, offrendo così un quadro locale del fenomeno migratorio. Questa prospettiva ha permesso di comprendere meglio la realtà sociale della comunità ospitante, stimolando riflessioni sulle politiche di inclusione e partecipazione civica.

I dati

Sono stati illustrati i dati, riassumenti circa 300 pagine di rapporto Istat, che narrano il rapporto dell'immigrazione sotto tutte le tematiche del vivere quotidiano. Attualmente è in corso un' "invasione" dell'Italia. Con questo termine si intende numeri in crescita arrembante, incontrollabile e continua, un'ondata migratoria che da ormai circa dieci anni si aggira intorno ai 5 milioni di stranieri, di cui 428 mila in Piemonte e 23 mila in provincia di Asti.

 All'interno della nostra regione i dati riguardanti Asti sono in leggero calo, con meno 1,9% rispetto allo scorso anno. La maggiore concentrazione di stranieri, come nel resto d'Italia, la si trova nei capoluoghi, e nel nostro caso, a Torino. Tali spostamenti, secondo i dati, trovano maggior causa in due fattori: il lavoro e la famiglia. All'interno dell'ambiente scolastico, gli anni della pandemia hanno influito molto sulle iscrizioni, che invece ora stanno risalendo gradualmente, con un aumento del 4,9%. La Regione Piemonte si colloca comunque tra le regioni con la più alta concentrazione di stranieri a scuola, e in generale tutta la zona settentrionale della nostra penisola. Nella zona centro-meridionale questi dati tendono ad essere minori per due motivi: la tendenza "italiana" degli stranieri a preferire regioni del nord per lavoro, famiglia e istruzione e il maggior numero di figli, che le famiglie italiane del sud fanno, il che abbassa il rapporto di studenti non italiani presenti nelle zone. Molti stranieri sono spinti, dalle famiglie, a trovare lavoro precocemente, prima di poter concludere il percorso scolastico o affrontare quello universitario, impedendo ai dati di crescere ulteriormente.

 Inoltre, si parla ancora troppo poco della tendenza femminile dell'immigrazione. Questo perchè storicamente, fin dal dopoguerra, chi arriva prima in Italia sono proprio le donne, da eritree a etiopi e provenienti da ex colonie italiane in via di smantellamento. Tra gli oltre 5 milioni di immigrati in Italia, secondo i dati attuali, il 51/52% corrisponde all'arrivo di donne, eppure ancora troppo poco s parla di prospettiva di genere e di migrazione femminile in Italia. 

L’evento è stato promosso dall'Ufficio diocesano Pastorale Migranti, dalla Caritas diocesana, dal CPIA 1 di Asti e dal Centro Regionale di Ricerca Sperimentazione e Sviluppo dei CPIA del Piemonte, confermando la volontà di creare un dialogo aperto e costruttivo su temi di grande rilevanza sociale.

Con l’edizione 2024, il Rapporto Immigrazione si conferma ancora una volta uno strumento essenziale per comprendere le trasformazioni sociali in atto e promuovere una convivenza orientata al bene comune.

Redazione

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