I lavoratori metalmeccanici di Asti scendono nuovamente in piazza per rivendicare il rinnovo del contratto collettivo, scaduto a giugno 2024.
La Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil di Asti hanno comunicato che, dopo lo sciopero del 15 gennaio, l'incontro del 11 febbraio non ha portato ai risultati sperati. La vertenza, dunque, prosegue con nuove azioni di protesta.
Il contratto collettivo: pilastro dell'industria italiana
" Il contratto collettivo rappresenta un elemento cruciale per il rilancio dell'industria del Paese - spiegano i segretari Vito Carelli, Silvano Uppo e Luigi Tona -. Senza i metalmeccanici, non c'è futuro per il nostro territorio. Il contratto è l'unico strumento che garantisce un parziale recupero del potere d'acquisto dei lavoratori in un Paese in cui la disuguaglianza tra ricchi e poveri continua a crescere. Le richieste dei sindacati Le organizzazioni sindacali chiedono un aumento contrattuale di 280 euro mensili nel triennio, uno degli 11 punti della loro piattaforma. Questi punti includono diritti fondamentali come la salute, il precariato e l'orario di lavoro. Federmeccanica deve comprendere l'importanza di partire dalla proposta sindacale e risedersi al tavolo delle trattative".
Scioperi e mobilitazioni
Come deciso dalle Segreterie Nazionali, le azioni di lotta proseguiranno con scioperi articolati. Venerdì 21 febbraio, la maggioranza delle aziende astigiane si fermerà con un presidio in piazza San Secondo dalle 10 alle 12, mentre altre aziende sciopereranno nei giorni successivi.
I segretari generali ribadiscono l'importanza di queste azioni di mobilitazione. "L'obiettivo è riconquistare il tavolo della trattativa per ottenere il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro".