Se "parlare alle piante" è una pratica conosciuta, non provata scientificamente, ma utile, sembra, a farle crescere rigogliosamente, suonare per "armonizzare il vino" è una pratica ancora abbastanza sconosciuta.
Ma non nell'Astigiano, dove già dal 2016 si sperimenta a Rocchetta Tanaro con una firma prestigiosa, quella dell'amatissimo direttore d'orchestra Peppe Vessicchio. Un progetto che parte dall'amicizia tra il maestro, il cuoco Beppe Sardi e Giulio Porzio, presidente della cantina Post dal Vin.
L'idea di una Barbera d’Asti affinata in musica da un grande maestro d’orchestra e compositore ha un fascino incredibile, tanto più che Rocchetta Tanaro vanta amici musicisti d'eccezione come Bruno Lauzi che la decantava e Omar Pedrini rocchettese d'adozione. E quel che succede tra un napoletano doc e l'astigianità più creativa è un prodotto magico e speciale.
Presentata la nuova Rebarba
Ieri sera con un incontro a Masio, Vessicchio e Porzio hanno presentato la nuova "ReBarba", Barbera d’Asti Superiore vendemmia 2021, affinata con la tecnica dell’armonizzazione musicale.
Chiacchiera volentieri, Vessicchio, con i giornalisti presenti e, oltre ad una grandissima competenza sulla scienza del suono e tutte le sfaccettature, racconta una grande passione per il vino e l'armonia che lo lega con il cibo ma anche la musica. "Il vino è prodotto di cooperazione - spiega - ed è molto sensibile, ha le sue connessioni di difesa, sa 'preservarsi'. L'armonia è l'occasione che permette al vino di aprire le sue energie".
Una sorta di "effetto Mozart", ipotetica stimolazione delle capacità cognitive, applicata al vino attraverso vibrazioni, musica applicate al contenitore che diventa cassa acustica, ma un vero e proprio progetto. Il maestro Vessicchio ha messo alla prova la sua teoria su una bottiglia di Barbera e il risultato è stato sorprendente: il vino armonizzato con la sua musica risultava più equilibrato e piacevole al palato.
Il riferimento a Sanremo
Nel corso della nostra videointervista, non può mancare un riferimento al Festival di Sanremo con il quale il maestro collabora da oltre 30 anni. Evocatissimo dai fedeli sostenitori del Festival, farà un passaggio nella città dei fiori ma, per essere certo di non essere "intercettato", non porterà abiti adeguati. "Sarò lì giovedì ma per un progetto legato al sociale. Poi visiterò un liceo musicale. La prima serata l'ho vista dal divano di casa con mia moglie. Un caso più unico che raro. Sono per la prima volta d'accordo sulla prima classifica".
Perché il vino si chiama Rebarba
"Dopo tre anni di risultati affermativi forniti da palati eccellenti in seguito a test dimostrativi, spiega ancora il maestro, la tecnica di armonizzazione del vino promossa e attuata da me in collaborazione con Michele Carone e Andrea Rizzoli arriva nelle terre della Barbera d’Asti. Le nuove aggregazioni supra-molecolari indotte da questo affinamento chiamato Freman, FREquenze e Musica Armonico-Naturale, sono riscontrate come migliorative del prodotto sotto vari aspetti, anche quello della digeribilità. Questa nuova condizione è anche testimoniata da strumentazioni usate in ambito fisico".
Ed è proprio lui l'artefice del nome Rebarba: "Un anagramma di Barbera ma anche la mia barba", sorride il maestro che già aveva utilizzato Mozart tra i filari per tenere lontani oidio e peronospora dalle viti di nebbiolo nel Roero.
Porzio ha raccolto intorno al maestro, oltre all'amico Beppe Sardi, l'enologo Umberto Olivieri, il sindaco di Masio, Giovanni Stefano Airaudo. Il manager e amico di Vessicchio Andrea Rizzoli, ha anche presentato un esperimento, lasciando una bottiglia a contatto con la musica e facendo assaggiare le differenze del "prima" e "dopo".
Un progetto stravagante e innovativo
"Il maestro Vessicchio – racconta Porzio - ha prima fatto una prova su una nostra bottiglia di Barbera e abbiamo visto che il vino armonizzato con la sua musica era più morbido e piacevole. Così abbiamo sposato questo stravagante, innovativo e divertente progetto. Da alcuni anni il maestro viene regolarmente in cantina ad armonizzare le botti colme di Barbera".
Nella vendemmia 2021 si aggiunge anche un altro tassello al progetto Rebarba con l’uscita di una Barbera d’Asti vinificata con uve conferite da soci che coltivano in biologico. La produzione annuale è circa di 10 mila bottiglie di cui 8 mila Rebarba Barbera d’Asti, 2 mila la versione biologica e altre 2 mila la Superiore. Al momento questi vini si trovano solo in vendita alla Cantina Post dal vin, ma presto sarà in distribuzione.
La cantina Post dal vin
La Cantina Post dal Vin, fondata nel 1959, è un punto di riferimento per la produzione di Barbera d’Asti e altri vini piemontesi di qualità. Con 35 soci conferitori e circa 120 ettari di vigneti, produce ogni anno 90 mila bottiglie, selezionando le migliori uve per garantire standard qualitativi elevati. Situata a Rocchetta Tanaro, nell’Astigiano, la cantina ha una forte vocazione per la tradizione e l’innovazione. Il progetto Rebarba è un ulteriore passo avanti nella ricerca di metodi di produzione che esaltino le peculiarità della Barbera, portando il vino a un livello superiore di espressione e piacevolezza.
Ha 35 soci conferitori, 120 ettari di vigneti, produce circa 90 mila bottiglie per 1,5 milioni di euro fatturato annuo.