C'è ancora tempo per prenotare il proprio posto e vivere una serata speciale all'insegna della musica, del divertimento e della condivisione. Sabato 15 febbraio, in sala Pastrone, l'Amministrazione comunale di Asti, in collaborazione con Vertigo e Riccardo Costa, regalerà alla città una serata dedicata alla finale del Festival di Sanremo. "Ci vediamo (a) Sanremo" sarà un'occasione per tornare alle origini, quando il Festival era un momento di aggregazione e condivisione.
Abbiamo intervistato l'assessore alla Cultura Paride Candelaresi, ideatore dell'iniziativa, per scoprire come è nata questa idea e perché Sanremo continua a essere un evento che unisce generazioni e fa discutere.
Assessore, come è nata l' idea della finale di Sanremo in compagnia al teatro Alfieri?
Lo scorso anno, durante il festival, stavo guardando in casa la finale con degli amici. Come sempre abbiamo iniziato a commentare i i look e le canzoni, il palco, la conduzione etc. Mi sono reso conto in quel momento che il Festival, anche grazie ai social è rinato, ed è un evento ricorrente che da anni fa discutere e aggrega. Dunque ho pensato che fosse bello vederlo tutti insieme in una sala aperta al pubblico, mangiando e bevendo qualcosa, un po’ come si faceva negli anni Cinquanta
La settimana del festival è la rivincita della televisione tradizionale, mezzo comunicazione che sta scomparendo. Secondo lei, perché il Festival si continua a guardare o, comunque, se ne parla?
Soprattutto le nuove generazioni guardano sempre meno la televisione. Sono più legati allo streaming su pc o allo smartphone, ma Sanremo è ancora uno di quegli eventi che, però, fa prendere il telecomando in mano anche ai giovanissimi. La tv per alcuni di loro è quasi un oggetto vintage, ma è proprio quella dimensione un po’ retrò e quasi nostalgica ad affascinarli. Sanremo porta con sé il nazional popolare, ciò di cui tutti possono parlare sentirsi legittimati a farlo: il Festival entra dappertutto, anche se non lo vorresti. Racconta l’evoluzione del costume e della società. Ci sono le "polemichette", l’idolatria per i protagonisti, le provocazioni e poi, ultime ma non ultime, le canzoni: per quanto siano cambiate nel tempo, sono ancora loro le protagoniste assolute. E poi il Festival piace a tante generazioni diverse, forse oggi più che allora. Alcuni dicono che sia massificante, e forse lo è, ma da questo punto di vista guardare Sanremo non mi pare tanto diverso da guardare una partita della nazionale di calcio.
Il festival è stato dato morto parecchie volte, ma alla fine è sempre riuscito ad adattarsi ai cambiamenti sociali e di costume. Lei organizza manifestazioni, tra cui Asti Musica, una rassegna che in qualche modo è "rinata" lo scorso anno. Quale lezione se ne può trarre?
AstiMusica ha una storia di 28 anni, è normale che non possa rimanere a sé stessa, così come non lo è rimasto Sanremo. Piaccia o meno bisogna adeguarsi ai tempi che cambiano. Il mondo della musica non è più lo stesso e l’avvento dello streaming ha sparigliato le carte in tavola. Avete sentito cosa ha detto Bjork in una recente intervista? Ha parlato del rapporto tra dischi e concerti e l’economia degli artisti, sentenziando che le piattaforme odierne siano la cosa peggiore che potesse capitare agli cantanti. Perché? Negli anni in cui lei è diventata una star della musica era la vendita reale dei dischi a farla sopravvivere, fosse nata oggi, dovrebbe sempre stare in tour per incassare. La conseguenza, quindi, qual è? Artisti che alzano a dismisura il cachet dei live e di conseguenza le rassegne musicali come la nostra che faticano sempre di più a raggiungere i big. Avete visto a livello nazionale e non solo quanto sono aumentati i prezzi dei biglietti negli ultimi anni? A livello internazionale ci sono diverse proposte di regolamentazione del settore. Ecco, in questo panorama dal terreno multiforme e sconnesso, possiamo solo osservare e adeguarci a un mondo che cambia senza perdere l’anima storica di AstiMusica. Un po’come ha fatto Sanremo in pratica.
Spesso si dice che a Sanremo la musica è solo un intermezzo tra una discussione e un' altra. I fiori distrutti da Blanco, i vestiti della Ferragni, il bacio di Fedez.... Si sprecano dibattiti, esposti, addirittura interrogazioni parlamentari... Sarà così anche all' Alfieri? O si vorrà tenere l'aspetto musicale e artistico al centro?
Sabato sera tutti potranno intervenire, commentare e dire ciò che ritiene di dire. Non abbiamo uno schema immutabile da seguire, ma solo la voglia di stare insieme. Questo è quello che conta.
Assessore, ma lei come si prepara alla finale del Festival? Gioca a Fantasanremo? Ha fatto la squadra?
Non ho ancora capito come si giochi al FantaSanremo, ma mi sta aiutando Vittoria della Piccola libreria indipendente, promotrice della lega ufficiale di questo sabato dal nome “Più indipendente che piccola”. Con l’occasione ringrazio anche gli sponsor che allieteranno la serata con i loro prodotti. Ci sarà Daniella con i suoi mitici pasticcini, Caffetteria il Mattone e Vecchio Drink uniti insieme per il beverage, e il nostro partner istituzionale “Consorzio dell’Asti DOCG”. Premesso che ognuno potrà entrare e uscire dalla sala come e quando vorrà, abbiamo pensato che fosse bello dividere un bicchiere di vino insieme tra una canzone e l’altra.