Questa mattina, nella sala del Consiglio provinciale, si è svolta la Giornata del Ricordo, dedicata alle vittime delle foibe e all'esodo giuliano-dalmata. L'evento ha visto la partecipazione delle principali autorità cittadine e degli studenti del liceo Linguistico Ugo Foscolo, riuniti per riflettere su una pagina dolorosa e complessa della nostra storia.
Una follia comune alla giornata della Memoria
Il prefetto Claudio Ventrice ha aperto la cerimonia sottolineando l'importanza di riportare alla luce vicende storiche a lungo trascurate: "Sia oggi che il Giorno della Memoria condividono il triste denominatore comune della follia dei regimi totalitari, siano essi nazifascisti o comunisti".
L'onorevole Marcello Coppo, esponente di Fratelli d'Italia, ha evidenziato la natura etnica delle persecuzioni: "Ci fu una persecuzione su base etnica: anche i comunisti italiani finirono nelle foibe perché erano italiani. Purtroppo, la mente umana tende a ragionare per schemi".
Il sindaco e presidente della Provincia, Maurizio Rasero, ha invitato a una riflessione più profonda sulla complessità storica: "Non eravamo semplicemente i buoni, la storia è più complessa. Gli esuli vennero espulsi e l’Italia non li accolse proprio a braccia aperte".
La cerimonia si è conclusa con una lectio magistralis del professor Marco Cuzzi, docente di storia all'Università di Milano, introdotto da Gianfranco Imerito e Vanni Cornero. Un momento di approfondimento che ha permesso ai presenti, soprattutto ai giovani studenti, di comprendere meglio le tragiche vicende legate alle foibe e all'esodo giuliano-dalmata.
Una tragedia per lungo tempo dimenticata
Le foibe sono cavità carsiche naturali presenti principalmente nel territorio istriano e giuliano; durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, queste voragini divennero tristemente note per essere state utilizzate come luogo di esecuzione e occultamento di migliaia di vittime. Le stime variano, ma si ritiene che tra i 5.000 e i 10.000 italiani siano stati uccisi in questi eccidi.
Parallelamente, si verificò l'esodo giuliano-dalmata, un massiccio spostamento forzato di popolazioni italiane dalle terre dell'Istria, Fiume e Dalmazia, allora passate sotto il controllo jugoslavo. Si stima che tra le 250.000 e le 350.000 persone abbiano abbandonato le proprie case, spesso in condizioni drammatiche, per rifugiarsi in Italia o in altri paesi occidentali.
Questi eventi rappresentano una ferita ancora aperta nella memoria collettiva italiana e sottolineano l'importanza di momenti commemorativi come la Giornata del Ricordo, istituita nel 2004, per mantenere viva la consapevolezza storica e promuovere una riflessione condivisa sulle tragedie del passato.