Attualità - 06 febbraio 2025, 14:55

Bullismo e cyberbullismo: abbasso odio, violenza ed esclusione. Ad Asti torna la marcia per gridare 'No' alle prevaricazioni

Domani è la Giornata mondiale per combattere la piaga sociale. La pedagogista: "Il gruppo sta sostituendo la famiglia. La scuola non può fare da sola"

La marcia contro il bullismo 2024

Bullismo e cyberbullismo sono al centro della Giornata mondiale che ricorre domani, 7 febbraio. Un fenomeno che colpisce migliaia di giovani, con conseguenze spesso gravi sulla loro crescita e sul loro benessere psicologico; due facce della stessa medaglia: prevaricazione, esclusione sociale, violenza verbale e psicologica che possono segnare profondamente chi ne è vittima. Con l'avvento delle nuove tecnologie, il problema si è amplificato, rendendo necessario un intervento congiunto da parte di scuole, famiglie e istituzioni.

Odio, violenza, esclusione

L'Unicef ricorda che in Italia circa il 37% dei bambini e giovani sono esposti a messaggi di odio e oltre il 34% sono esposti a immagini cruente e violente e, secondo il report "La condizione dell’Infanzia nell'Unione Europea 2024", circa un terzo dei bambini di 10 anni residenti nell'UE (nel 2021) non era in grado di stabilire se un sito web fosse affidabile. In un'indagine condotta nel 2020 in 15 Paesi dell'UE, circa il 10% dei bambini di età compresa tra i 9 e i 16 anni che utilizzano Internet ha dichiarato di aver subito cyberbullismo almeno una volta al mese nell'ultimo anno. Una media compresa tra l'8 e il 17% dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni ha visto contenuti dannosi online. Una media del 13% dei ragazzi tra i 12 e i 16 anni ha subito richieste sessuali indesiderate alcune volte nell'ultimo anno. 

La Regione Piemonte ha recentemente approvato 49 progetti contro il bullismo e il cyberbullismo, finanziati con un totale di 234 mila euro. Le risorse sono destinate a scuole statali e paritarie del primo ciclo e serviranno a realizzare azioni di prevenzione e contrasto a questi fenomeni che, negli ultimi anni, hanno assunto tratti sempre più preoccupanti.

Progetti astigiani finanziati

Tre le scuole della provincia di Asti che hanno ottenuto il finanziamento regionale per 5mila euro: Istituto Comprensivo 4 di Asti con il progetto La scuola in ascolto – Liberi dai bulli ; Istituto Comprensivo Cocconato, Castelnuovo Don Bosco, Montiglio con il progetto Ciak! … Per stare bene a scuola; Istituto Comprensivo di Costigliole con il progetto Costruiamo ponti e non barriere: impariamo a stare bene nella diversità.

Le iniziative proposte dalle scuole astigiane mirano a creare un ambiente scolastico più inclusivo, a sensibilizzare gli studenti sul tema del rispetto reciproco e a promuovere un uso consapevole delle tecnologie digitali con l'obiettivo di contrastare ogni forma di discriminazione e violenza, inclusa quella di genere; promuovere l'educazione civica digitale e l'uso consapevole di internet; sviluppare il benessere scolastico e le relazioni tra pari; rafforzare la consapevolezza degli studenti e dei docenti sul fenomeno del bullismo/cyberbullismo; migliorare la gestione delle situazioni di disagio attraverso adeguate modalità di intervento.

 Oltre al finanziamento dei progetti, la Regione Piemonte ha siglato un protocollo d'intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale, le forze dell'ordine e la Procura della Repubblica per coordinare azioni congiunte di prevenzione e contrasto al bullismo. Elena Chiorino, vicepresidente e assessore all'Istruzione e Merito della Regione Piemonte, ha sottolineato l'importanza di un ambiente scolastico sicuro e accogliente: "Il fenomeno del bullismo, soprattutto nella sua forma digitale, è una delle principali minacce al benessere dei nostri ragazzi. Per questo la Regione Piemonte è in prima linea nel contrastarlo. Grazie a questi fondi, le scuole potranno sviluppare progetti mirati alla prevenzione, alla promozione del rispetto e alla valorizzazione delle diversità".
 


 

Ad Asti è attiva l'Associazione Mani Colorate con la rete Daphne e il progetto Informiamoci

La rete è presente ad Asti dal 2021, grazie a un protocollo d'intesa che coinvolge Comune di Asti, Consorzio Intercomunale Socio Assistenziale (C.I.S.A. - Asti sud), Consorzio per la Gestione dei Servizi Assistenziali (Co.Ge.Sa), ASL di Asti - Dipartimento di Salute Mentale, CSVAA e Rete Dafne Italia.

"Con il progetto Informiamoci, andiamo nelle scuole da 16 anni - spiega Piero Baldovino presidente di Mani Colorate - e proprio questa settimana siamo andati nelle scuole di Buttigliera, Castagnole Lanze e Castelnuovo don Bosco. Informiamo costantemente sull'educazione digitale. Quest'anno incontreremo 2300 ragazzi tra primarie, medie e superiori".

Baldovino, sostiene che i ragazzi vadano sempre sensibilizzati, soprattutto sulle conseguenze. "Ci sono aspetti del bullismo che noi sottolineiamo sovente, per esempio il fatto di isolare un ragazzo, non farlo partecipare ai lavori di gruppo, a non farlo partecipare al gruppo del gioco e quindi isolarlo completamente. Questo per esempio è una forma di bullismo molto sentita. Ci sono tante forme, quindi non è solo l'aggressione fisica ma anche l'isolamento, l'ingiuria e il pregiudizio". 

Aspetti che si possono trovare anche nelle famose chat di gruppo dove, anche se c'è apparente inclusione si rischia invece l'esclusione di una persona che si sente isolata e non capisce.

Lo smartphone rende più "coraggiosi"

Conferma la pedagogista Elisa Lupano: "Alcuni raccontano di episodi successi da piccolini, dove emergevano situazioni o di esclusione o di prepotenza. Si percepisce di essere oggetto di bullismo e si è molto poco consapevoli di essere attori di bullismo, perché nessuno si rende mai conto di fare qualcosa che comunque fa soffrire qualcun altro. Il nostro lavoro di Mani colorate è proprio questo, uscire dal punto di vista individuale e rendersi conto che qualche volta il nostro comportamento può essere doloroso per un compagno".

La dottoressa si focalizza in particolare sul cyberbullismo. "Dal 2013-2014 si utilizzano di più i cellulari, perché i ragazzi hanno quasi tutti ormai lo smartphone personale e quindi in questo modo possono sentirsi più anonimi, sentendosi più 'coraggiosi' nel dire delle cose sgradevoli a un compagno. In più c'è anche un effetto un po' domino, per cui dal primo commento negativo ne seguono sempre altri negativi. Ed è molto difficile che qualcuno reagisca". 

La fascia presa in esame va soprattutto tra i 10 e i 14 anni. "Il gruppo ha una funzione importantissima - spiega Lupano -. Sta facendo la sostituzione della famiglia per raggiungere una nuova identità".

La professionista si concentra sulla responsabilità dei singoli: "Sapere  che ci sono situazioni di prevaricazione e non fare niente è comunque un essere colpevoli nella stessa maniera, equivale a partecipare. Dai confronti a scuola emerge che qualcuno aiuterebbe la vittima e direbbe al gruppo che sta esagerando, ma prevale la paura a opporsi per non essere a loro volta le vittime".

Le associazioni fanno davvero molto ma scuola e famiglia restano il perno intorno al quale costruire il futuro dei ragazzi.

"È aumentata l'aggressività - sostiene la pedagogista - si devono aiutare i ragazzi a difendersi in modo corretto,  a reagire alle situazioni di mancanza di rispetto, a rispettare prima di tutto, quindi la scuola deve smetterla di fare tutto da sola,  deve interagire con il territorio, con le associazioni che possono supportare, perché comunque queste cose si imparano da piccoli. Le famiglie non pensino che i ragazzini in camera con la play e internet siano al sicuro. Serve sapere con chi interloquiscono i figli".

Torna la marcia contro il bullismo

Giovedì 27 febbraio le scuole di Asti scendono in piazza per gridare NO al bullismo come anticipa l'assessore all'Istruzione Loretta Bologna: "La partenza sarà davanti alla Cattedrale verso le 10 per arrivare in corso Alfieri fino in piazza San Secondo dove ci sarà il momento finale. Saranno coinvolti dagli 800 ai 1.000 ragazzi di tutte le scuole di qualsiasi grado e in questi mesi hanno lavorato anche facendo laboratori e preparando manifesti proprio su questo argomento".

Un vero e proprio lavoro di sensibilizzazione e "prima linea" con il coordinamento del Comune e l'Istituto Alfieri, scuola "polo" contro il bullismo, grazie anche alla dirigente Stella Perrone. "Voglio ringraziarla - spiega Bologna - e colgo l'occasione per ringraziare la dottoressa Carelli che è un'insegnante proprio dell'Alfieri ed è responsabile del nodo contro il bullismo, il cyberbullismo e quindi anche quella che con noi organizza la marcia e tratta soprattutto tutta la fase progettuale che viene portata avanti per tutto l'anno durante la scuola".

Il momento finale di un grande lavoro annuale. "Come Politiche giovanili - conclude l'assessore - abbiamo attivato tutta una serie di progetti di educativa di strada, dove mandiamo educatori nei quartieri  più a rischio per individuare quelle che possono essere le fragilità, tra cui anche il bullismo, ascoltiamo quelle che possono essere le problematiche che vedono come attori i giovani. Un'iniziativa importante che abbiamo ritenuto di portare avanti proprio già dall'anno scorso in modo specifico".