I testi musicali, le immagini, i video hanno un effetto marcato sugli utenti in particolare nell’età adolescenziale, momento delicato della crescita e della salute mentale del futuro adulto.
La musica, in particolare, gioca un ruolo determinante nella definizione dei rapporti sociali, in particolare per quanto concerne le relazioni affettive tra uomini e donne e il modo in cui esprimere il proprio genere di appartenenza.
Il pericolo è quindi l’accettazione di modelli verbali e visivi violenti e offensivi e la loro tolleranza: una delicata fascia di popolazione, quindi, è involontariamente esposta al raggiungimento di standard di comportamento, immersa in un linguaggio (musica e testi) sessista di apparente e falsa normalità che, attraverso abitudini consolidate, spingerà i più giovani a svolgere determinate esperienze, a prediligere modelli di riferimento negativi, senza percepirne il disvalore.
In nome della nobile parola libertà di espressione, talvolta si dà valore a concetti assolutamente fuorvianti e distorti, intrisi di misogenia. Nel nostro Paese la libertà è sacrosanta e costituzionalmente garantita, ma ci si dovrebbe chiedere: fin dove si estende la libertà per evitare che diventi liberticidio? Come il linguaggio deve diffondere il pensiero senza diventare linguaggio d’odio (hate speech)?
Dopo le recenti polemiche sui testi delle canzoni, abbiamo deciso di sostenere la Consigliera di Parità della Provincia di Rimini che ha già denunciato al CDA RAI lo scorretto uso della TV di Stato.
Non si può più tacere, dobbiamo tutti alzare la voce anche in nome di tutte le donne vittime di violenza: troppi i femminicidi!
Ci chiediamo che senso hanno le panchine rosse dedicate a loro? Che senso ha il 25 novembre? Che senso ha il codice rosso, i centri antiviolenza ecc.. se poi voltiamo la faccia da un’altra parte?
Riconoscendo il grande valore che diamo a tutte le iniziative che possano combatterre qualsiasi tipo di sopruso/violenza, crediamo che veicolare insulti, turpiloqui, volgarità oltre ad essere di cattivo gusto, è anche un utilizzo improprio di un palcoscenico conosciuto in tutto il mondo come icona della musica italiana. Pertanto denunciamo questo corto circuito culturale invitando ogni uomo e ogni donna a indignarsi riflettendo come l’arte non può essere mistificata con odio, violenza, insulti, disprezzo.
La Consigliera di Parità Professoressa Loredana Tuzii
La Consigliera supplente Avvocato Barbara Odarda
La Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Asti Bianca Marina Terzuolo
La Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Asti Nadia Miletto