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Sanità | 31 gennaio 2025, 16:20

Medici dall'estero e orari prolungati: la risposta della Regione alla crisi sanitaria, secondo il consigliere Ebarnabo

L'esponente astigiano di Fratelli d'Italia riconduce le difficoltà attuali a decisioni adottate 20 anni fa dall'allora ministro della Salute Livia Turco

Medici dall'estero e orari prolungati: la risposta della Regione alla crisi sanitaria, secondo il consigliere Ebarnabo

Il consigliere regionale Sergio Ebarnabo (Fratelli d'Italia) ha espresso seria preoccupazione riguardo alla crisi della sanità in Piemonte, evidenziando come le lunghe liste d'attesa per visite specialistiche e prestazioni mediche rappresentino un problema sempre più grave. La causa principale, secondo Ebarnabo, risiede nella carenza di personale medico, una situazione che affonda le radici in decisioni prese circa vent'anni fa. "Nel 2006, il blocco delle iscrizioni alle Facoltà di Medicina, imposto dal secondo governo Prodi con il ministro della Salute Livia Turco, ha generato le conseguenze che vediamo oggi: i medici non bastano e il sistema sanitario fatica a rispondere alla crescente domanda", ha dichiarato il consigliere.

Di fronte a questa emergenza, afferma Ebarnabo, la Regione Piemonte ha messo in atto alcune misure immediate: "Per far fronte alla situazione, la Regione ha deciso di estendere gli orari degli ambulatori, che ora resteranno aperti fino alle 20 e nei weekend, grazie alla disponibilità di professionisti che hanno aderito su base volontaria".

Inoltre, la Regione ha avviato una campagna di reclutamento di medici e infermieri dall'estero: "Abbiamo già preso contatti con le comunità piemontesi in Brasile, Argentina, Venezuela, Israele e Albania per richiamare professionisti disposti a lavorare nelle nostre strutture sanitarie. Dopo un breve corso di formazione per l'adeguamento linguistico e normativo, questi professionisti potranno entrare in servizio", ha spiegato Ebarnabo.

Nonostante questi interventi, il consigliere Ebarnabo ha precisato: "Queste misure, benché rappresentino un passo avanti concreto, non sono una soluzione definitiva. Certo, aiuteranno a ridurre le liste d'attesa e a migliorare l'accesso alle cure, ma resta da capire se saranno sufficienti a risolvere un'emergenza sanitaria che rischia di cronicizzarsi".

Redazione

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