Sanità - 31 gennaio 2025, 19:00

Declino cognitivo: prevenirlo con l'alimentazione e la nutraceutica

immagine tratta da Google

Con declino cognitivo si intende un deterioramento legato all’età che colpisce le funzioni cerebrali e può comportare difficoltà di memoria, del linguaggio e di altre abilità e si può arrivare a una diagnosi di decadimento cognitivo lieve oppure di demenza. Tra i diversi fattori di rischio associati a allo sviluppo di declino cognitivo c’è anche lo stile di vita e l’alimentazione.

Uno studio svolto da ricercatori svedesi nel 2016  (Shakersain B et al.) e pubblicato sulla rivista Alzheimers Dement (12:100-109) ha messo in relazione il pattern alimentare seguito e lo sviluppo di demenza cognitiva. Hanno coinvolto nello studio più di duemila ultrasessantenni senza diagnosi di demenza e li hanno divisi in due gruppi e hanno raccolto i dati per sei anni. Un gruppo ha seguito una dieta che hanno chiamato “Occidente”, ricca di carni rosse e trasformate, ricca in grassi, cereali raffinati, fast food,  zuccheri e alcolici; mentre l’altro gruppo ha seguito una dieta che hanno denominato “Prudente”, caratterizzata  da un elevato consumo di vegetali; frutta e verdura, cereali integrali, oli, semi oleosi, pesce, carni magre e bianche, legumi, latticini a basso contenuto di grassi e acqua, niente o poco alcolici e bevande zuccherate, ossia la nostra dieta mediterranea. È emerso che, durante i sei anni di durata dello studio, un’alta aderenza allo stile alimentare Occidentale era associato con maggiore declino cognitivo; il contrario avviene seguendo il regime dietetico mediterraneo. Nello specifico, il declino cognitivo associato alla dieta Occidentale si riduce del 50% quando si combina con un consumo più frequente di cibi appartenenti allo stile mediterraneo. 

Negli anni è stato poi dimostrata la stretta correlazione che c’è tra una dieta ricca di zuccheri e lo sviluppo di malattie neurodegenerative, tra cui la demenza cognitiva, e non solo. Infatti, ormai è certo che il consumo eccessivo di prodotti raffinati e molto ricchi di zuccheri, anche dei zuccheri nascosti, porti a una situazione di infiammazione sistemica che tocca anche i nostri neuroni ed è associata allo sviluppo di malattie come Morbo di Parkinson ed Alzheimer. Bisogna fare molta attenzione anche agli zuccheri nascosti, ossia quelli presenti nelle bevande gassate che consumiamo quotidianamente senza essere consapevoli degli effetti che questo zucchero ha sul nostro corpo. Una latina da 33cl di una bevanda zuccherata, una tra le più pubblicizzate, può contenere fino a 25gr di zucchero ossia 2 cucchiai e mezzo di zucchero.

Se vogliamo che la nostra mente sia sempre lucida e attiva, riduciamo il consumo di zucchero. Insegniamo soprattutto ai nostri figli ad avere un’alimentazione varia ed equilibrata, favorendo il consumo di cereali integrali, verdura, frutta, pesce, frutta secca oleosa, oli vegetali e acqua.

 Numerosi studi suggeriscono un ruolo benefico e preventivo di composti funzionali ad azione nutraceutica sull’incidenza e lo sviluppo di patologie neurodegenerative. Soprattutto nei paesi occidentali dove l’innalzamento progressivo dell’età media ed il miglioramento delle condizioni socioeconomiche hanno portato ad un notevole aumento del numero di soggetti anziani, l’approccio nutraceutico mirato alla stimolazione di meccanismi di neuroprotezione rappresenta una delle più interessanti aree di sviluppo della medicina preventiva.

VITAMINE B6 e B12: la vitB6 aiuta a modulare la sintesi di neurotrasmettitori (serotonina) ed è coinvolta nella formazione della guaina che riveste le fibre nervose, la B12 interviene nella regolazione delle funzioni e del trofismo neuronale ed un suo deficit (attenzione soprattutto nelle diete vegane!) può causare perdita di memoria e concentrazione oltre che a disturbi dell’umore.

COLINA/CITICOLINA: particolarmente concentrata in uova e fegato, si puo’ addizionare nella dieta con un’integrazione di 500mg/die qualora ritenuta necessaria dal medico curante. Recentemente e’ stata definita utile per il supporto delle funzioni cognitive dall’E.F.A.S (autorità europea per la sicurezza alimentare). Inoltre essendo un intermedio della sintesi dei fosfolipidi della corteccia cerebrale la CITICOLINA ha ricevuto dall’E.F.A.S lo status di “novel food”.

FOSFATIDILSERINA: e’ uno dei piu’ importanti componenti delle membrane cellulari, influenza e migliora la comunicazione tra neuroni… il famoso e storico fosforo per il cervello…(l’acutil fosforo ne ha fatto un marchio da 35 anni!)

OMEGA3: gli acidi grassi polinsaturi hanno molteplici attività ed azioni dirette sul sistema nervoso. Livelli adeguati di DHA sono associati ad un corretto sviluppo cerebrali nei bambini e negli adulti sono indispensabili per la trasmissione dell’impulso nervoso, e nell’anziano ha dimostrato un’efficacia nel preservare le funzioni cognitive ed il volume cerebrale: tra i 30 e i 75 anni, il cervello arriva a perdere fino al 10% del suo peso e del suo volume, andando incontro a una condizione cosiddetta di “atrofia cerebrale” che comporta una perdita delle funzioni svolte dall'encefalo! Gli Omega3 sono utili a rallentare questa perdita! Il consiglio e’ l’assunzione di 2 grammi /die. Ricordiamo che anche se la nostra dieta e’ ricca di pesce e’ bene un’integrazione: il pesce ha omega3 SOLO se mangia le alghe (ricche di omega3) e non se e’ allevato con i mangimi! Inoltre le alghe, molte volte ,sono anche fonte di mercurio e metalli pesanti , portati dall’inquinamento dei mari. Gli integratori di omega3, certificati con distillazione a freddo e senza residui di mercurio sono una fonte sicura ed  un grande aiuto per la prevenzione del decadimento cognitivo.

BACOPA: Il nome scientifico della bacopa è Bacopa monnieri.

La bacopa è una piccola pianta che cresce nelle aree paludose di tutta l’Asia, nonché in Sud America, Hawaii e Florida.I principi attivi della bacopa sono una miscela di “bacosidi”, che si ritiene protegga le cellule nervose e migliori l’apprendimento.

La Bacopa (Bacopa monnieri, famiglia delle Plantaginaceae), nota come Brahmi nella medicina ayurvedica indiana, è stata usata tradizionalmente per un’ampia serie di condizioni correlate alla sfera mentale e cognitiva, in particolare per migliorare la memoria e l’apprendimento. Significativo il suo utilizzo nella terza età, correlato anche alle proprietà antiossidanti che contribuiscono a proteggere il cervello dal danno ossidativo e dal declino cognitivo.

(Da ricordare le interazioni tra la bacopa e altri farmaci: dato che la bacopa può aumentare i livelli di ormone tiroideo, le persone che assumono farmaci a base di ormone tiroideo non devono prenderla. L’assunzione di bacopa e fluoxetina, un antidepressivo, può causare sintomi come stato confusionale, agitazione e variazioni della pressione arteriosa o della temperatura. La bacopa può aumentare i livelli di alcune sostanze chimiche nel cervello, nel cuore e in altre parti del corpo. Anche alcuni farmaci, come quelli utilizzati per trattare la malattia di Alzheimer e il glaucoma, tra cui la pilocarpina, il donepezil e la tacrina, potrebbero influire su queste sostanze chimiche. La bacopa può anche aumentare i livelli di altri farmaci, come quello dell’anticoagulante warfarin, dei farmaci antidiabetici come glipizide, di alcuni farmaci ipotensivi, come diltiazem o losartan, oppure di alcuni farmaci chemioterapici, come etoposide, vinblastina o vincristina.)

dott.sse Melika Myftaraj e Marta Turello