Torna ad accendersi un faro sulla situazione della Casa di riposo San Giuseppe di Castelnuovo don Bosco, che, da quanto emerso nei giorni scorsi, ha accumulato debiti per circa un milione di euro.
A spiegare la vicenda è il sindaco Umberto Musso: "Il solo dato attendibile è il debito che ammonta a circa 1 milione di euro, sintomo di una cattiva gestione protrattasi negli ultimi 10 anni da parte dei CDA che si sono avvicendati che non hanno saputo far fronte, in maniera salda ed imprenditoriale, alla crisi economica. Anzi, l’attuale compagine del CDA si è sempre giustificata imputando la colpa all’emergenza epidemiologica Covid. In parte corretto, ma la verità è che non si è mai cercato di investire in altri progetti che potessero portare ulteriori entrate e prestigio alla struttura".
Il sindaco Musso rimarca anche la cattiva gestione amministrativa e del personale dipendente, sottolineando che esistano gravi problemi organizzativi che "minano l’efficacia e l’efficienza dell’apparato burocratico e gestionale. Sono anni, infatti, che c'è una gestione malsana del personale dipendente della struttura che viene lasciato senza indirizzi e direttive generando, conseguentemente, l’anarchia più totale. La casa di riposo è una dell’aziende più storiche del paese che va preservata pertanto, come amministrazione comunale, ci batteremo fino alla fine per evitarne la chiusura".
Per il sindaco e il Comune, la struttura deve essere preservata: "Tanti dei suoi ospiti sono cittadini castelnovesi e non sono certo cittadini di serie B. Ci sono circa 60 dipendenti (tra quelli alle dipendenze della cooperativa e quelli alle dipendenze dirette della casa di riposo) che vanno ascoltati e tutelati. A loro va riconosciuto il grande lavoro che hanno svolto e stanno svolgendo, ad oggi, per assicurare i servizi e far sì che la struttura sia attiva. La struttura ha i numeri ed i requisiti per proseguire l’attività".
Nell'ultimo verbale della commissione di vigilanza Asl To5 risulta che i servizi sono migliorati rispetto al passato e, conclude il sindaco, "il merito non può che essere attribuito alla cooperativa Leone rosso ditta appaltatrice dei servizi ed ai lavoratori dipendenti. Quindi, invece di denigrare il loro operato, sarebbe meglio elogiarli e ringraziarli".
Entro la fine di gennaio sarà nominato il nuovo Cda che si insedierà il 21 febbraio e sarà predisposto un piano di rientro del debito.
I sindacati
Con una nota la Uitucs di Asti rimarca che, dal mese di dicembre, la cooperativa Leone rosso che attualmente gestisce la struttura, "ha dichiarato una difficoltà economica paventando di non garantire lo stipendio e la 13ma mensilità, per il mancato rispetto del pagamento delle fatture emesse. Con ciò ci siamo attivati richiedendo un tavolo con tutte le parti interessate tra cui la presenza del sindaco di Castelnuovo Don Bosco, senza rivendicare uno stato di agitazione in una fase ancora interlocutoria".
Uiltucs sostiene che siano stati garantiti gli stipendi ai lavoratori. "Da sempre - rimarca Ferdinando Ferrigno - abbiamo prestato estrema attenzione sulla situazione economica/finanziaria della RSA San Giuseppe mantenendo quando opportuno la massima riservatezza, interfacciandosi con le parti interessate, evitando allarmismi soprattutto verso gli anziani ospiti e le loro famiglie, scongiurando un effetto domino negativo sulla struttura compromettendo anche sui futuri potenziali ingressi".
La Cisl Fp aveva dichiarato nei giorni scorsi lo stato di agitazione del personale in servizio "Per entrare nel merito di una vicenda in cui il CdA attuale sta mettendo un freno dopo anni di mala gestione che richiede un immediato intervento del nuovo CdA per proseguire su questa linea. Non condividiamo in alcun modo prese di posizione solitarie e autoreferenziali in cui si tutelano alcuni lavoratori a danno di altri e non condividiamo nemmeno la posizione di chi si fa da parte solo perché ha perso rappresentanza fra i lavoratori della struttura. Auspichiamo quindi una convocazione delle organizzazioni sindacali, unitariamente e al più presto, al fine di salvaguardare l’ennesimo polo sociosanitario a rischio".