"Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo".
Il male non è solo storia, ma ricordare è un seme che un giorno potrà sconfiggerlo. Anche Asti si prepara alla Giornata della Memoria che si celebra lunedì (QUI tutti gli eventi), con un momento speciale come la posa di venti pietre d'inciampo, i simboli ideati dall’artista Gunter Demnig per ricordare i deportati nei campi di sterminio.
Le pietre, ciascuna dedicata a un cittadino deportato che non fece più ritorno, rappresentano un “inciampo” simbolico, un invito a fermarsi e riflettere. Una mappa virtuale, accessibile dai siti del Comune e dell’ISRAT (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Asti), guiderà cittadini e visitatori attraverso un percorso urbano della memoria.
Le storie di ognuno di loro, delle loro famiglie, dei loro talenti, dei loro dolori, ma anche "un messaggio di resistenza contro ogni forma di negazionismo e oblio. Ogni pietra è un punto di partenza per comprendere e tramandare", ha sottolineato Nicoletta Fasano di Israt.
Medaglie d'onore in università
Lunedì mattina alle 10, al Polo universitario Astiss, cerimonia istituzionale promossa dalla Prefettura per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei e gli italiani che hanno subìto la deportazione e la prigionia. Alla manifestazione, finalizzata a diffondere tra i più giovani la memoria di
quei tragici accadimenti, prenderanno parte le massime autorità civili, militari e religiose della provincia ed una rappresentanza di studenti delle scuole astigiane. Nel corso della cerimonia, il Prefetto Claudio Ventrice procederà alla consegna delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica alla memoria di ventotto cittadini deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Le pietre d’inciampo saranno inaugurate con una cerimonia che prevede tre momenti principali:
11.30: corso Alfieri 336, di fronte a Palazzo Mazzetti, in memoria della famiglia Foà;
12.30: via Aliberti 19, per le sorelle Jona;
15.30: via Massimo D’Azeglio 1, in ricordo delle famiglie Jona e Rozzaj
Le pietre
Via Giobert 66
Alice e Giorgina De Benedetti, ricoverate presso le Suore Stefanine, partirono per Auschwitz il 26 giugno 1944. Avevano rispettivamente 63 e 55 anni.
Piazza Martiri della Liberazione (lato via De Gasperi)
Qui visse Rosina Emilia Segre, 68 anni, la cui famiglia fu completamente distrutta: deportati con lei i figli Luigi e Remo, la nuora Ilke Vitale e i nipotini Raimondo e Ruggero, di soli 7 e 12 anni.
Via Massimo D’Azeglio 1
Abitavano qui Olga e Leopoldo Jona con i loro cinque figli. Solo Enrica riuscì a tornare dai campi, diventando testimone delle atrocità subite dagli ebrei astigiani.
Lisa Dresner e Teodoro Rozaj, ebrei croati internati ad Asti dal 1942, sopravvissero alla deportazione, ma le loro strade si divisero: Lisa raggiunse Israele, mentre Teodoro emigrò in Uruguay.
Via Orfanotrofio 4
Ester Elvira Levi, vedova di Elia Segre, aveva 66 anni. Fu arrestata e deportata, insieme a suo fratello Federico, da Casale Monferrato. Entrambi persero la vita nei campi di sterminio.
Via Monsignor Rossi
Rosetta Levi, 65 anni, originaria di Torino e residente ad Asti, venne arrestata due volte. La prima nel dicembre 1943, quando fu rilasciata per motivi di salute, e la seconda nel maggio 1944. Non fece ritorno da Auschwitz.
Corso Alfieri 345, nei pressi dei Giardini Alganon
Sara Ester Levi, 73 anni, fu arrestata nel dicembre 1943 e, dopo un primo rilascio, venne nuovamente catturata nel 1944. Deportata ad Auschwitz il 26 giugno, morì nel campo di sterminio.
Corso Alfieri 336
Presso la casa di Camillo Luzzati trovarono rifugio la figlia Estella, il marito Italo Foà e il piccolo Guido, di soli 8 anni. L’intera famiglia venne deportata e perì nei campi, con Guido che divenne il più giovane deportato astigiano.
Via Roero 60
Annita Levi, 57 anni, vedova e sola, venne arrestata nel gennaio 1944. Detenuta nel carcere di San Vittore a Milano, fu deportata ad Auschwitz, dove trovò la morte il 6 febbraio dello stesso anno.
Via Nazario Sauro 9
Regina Ghiron, 89 anni, e la nuora Ada Osimo, 52 anni, furono deportate ad Auschwitz, insieme ad altri membri della loro famiglia. Tra le vittime anche due pronipoti, di soli 9 e 12 anni.
Via Aliberti 19
Le sorelle Marianna Bona Esmeralda Jona e Benvenuta Regina Jona, sarte e ricamatrici di talento, furono deportate nei campi di sterminio e non fecero ritorno.
Via Ottolenghi 6
Prima Colombo, 71 anni, venne deportata insieme al fratello Alberto, alla cognata Estella Foà e al nipote Amerigo, di 31 anni. Nessuno di loro sopravvisse alla deportazione.
Queste pietre d’inciampo sono un monito, un invito a ricordare e un gesto simbolico per riportare nella memoria collettiva le vite delle vittime della Shoah, perché nessun nome venga mai dimenticato.