Attualità | 24 gennaio 2025, 19:09

"Non possiamo morire in un palazzo, i bambini giocano con il rischio che cadano calcinacci". La situazione delle case popolari al centro di un dibattito con il coordinamento Asti Est [FOTO E VIDEO]

Oggi inaugurata anche la mostra "Vita tra le crepe". Il sindaco Rasero: "Il 110 doveva servire per rimettere a posto queste case e non le ville"

Assemblea e mostra Vite tra le crepe (MerfePhoto)

Assemblea e mostra Vite tra le crepe (MerfePhoto)

 Fotografie che sono un pugno nello stomaco e raccontano crepe, muffe, abbandono, ruggine, acqua, paura. Raccontano storie di chi vive in case popolari e respira immondizia, "dribblando" tra calcinacci e rifiuti.

Oggi l'inaugurazione della mostra "Vite tra le crepe", nel salone parrocchiale di San Domenico Savio, ha voluto raccogliere foto/testimonianza, con un'assemblea pubblica che ha chiamato a raccolta inquilini e istituzioni. Il coordinamento Asti Est ha invitato enti e istituzioni a partecipare, raccogliendo una buona adesione. Era presente il sindaco e presidente della Provincia Maurizio Rasero con gli assessori Loretta Bologna ed Eleonora Zollo, oltre a sindacati e consiglieri.

La mostra, visitabile anche domani dalle 10 alle 13 è realizzata con le foto di inquilini, ma comprende foto del professionista Nazario Olivieri che ci ha raccontato la genesi del progetto.

"Case reali e non di fantasia", rimarcano Michele Clemente e Luisa Rasero del coordinamento Asti est che dedicano l'evento a due anime della loro storica lotta per il diritto alla casa: Santina Stentardo e Carlo Sottile.

"Per renderci conto dei reali problemi - continua Luisa Rasero - bisogna andare nelle case, vedere e parlare. L' assemblea è un piccolo inizio di un percorso e speriamo di fare la mostra 'come eravamo', vorrà dire che i problemi sono stati risolti".

Una città di serie A e una di serie B

Ad entrare nel cuore del problema è Samuele Gullino: "Gli alloggi popolari dovrebbero essere il vanto di una città, impossibile vivere in condizioni come quelle che si vedono nelle foto, tenendo presente che si pagano circa 3000 euro l'anno di spese condominiali per questi alloggi a fronte di  affitti calmierati. Non ha senso. C'è da mettersi le mani nei capelli. I bambini ,se giocano in un cortile, rischiano di vedersi arrivare in testa i calcinacci. Per non parlare delle muffe. Sono venuti con noi anche architetti ed esperti Asl ma sono problematiche che dipendono dalla struttura. Gli inquilini chiamano gli amministratori che si rimpallano con ATC; esiste una città di serie A e città di serie B". 

I sindacati Spi e Sunia ricordano che anche le caldaie non sono a norma e che sarà fatto un giro nei condomini per ripristinare le assemblee .  "Se ATC non ha un piano, rimarca Piero Coltella, bisogna mettere in sicurezza le case. Hanno tetti sfondati. La gente ha tanta dignità, ma dobbiamo parlarne sempre di più".

Fabio Dura propone di creare comitati e portavoce per rapportarsi con amministrazione e Atc  e di verificare gli alloggi sfitti in paesi che si stanno spopolando.

Le testimonianze

Francesco vive in via Padre Angelo Graziano: "La gente è stufa, i lavori vanno fatti non possiamo morire in un palazzo", mentre Daniela che abita in via Malta ragiona sul senso civile degli abitanti: "Tutti si lamentano ma non c'è civiltà, serve organizzarsi per controllare anche chi lascia l'immondizia. Bisogna parlare non tacere o parlare alle spalle. Dobbiamo darci una mano".

Antonella ha vissuto anche in macchina e avuto mille difficoltà. L'alloggio ottenuto nel 2022 le è sembrato la manna dal cielo ma "mi piove sulla testa e respiro muffa. Devo mandare una mail al questore?". 

"Siamo a due passi dal centro e dai giardini, rimarca Maria di via Dogliotti, il cancello non c'è più, qualcuno se lo è venduto. C'è acqua nelle cantine. Hanno messo caldaie nuove  e dopo 6 mesi sono state tolte e messo il centralizzato. E ci sono spesso guasti". 

E una riflessione che scatena l'applauso: "Ci sono tanti appartamenti sfitti e gente che dorme per strada. Perché i locali del Trovamici sono vuoti? Il sindaco dovrebbe fare un esposto all' ATC".

Lidia vive via Malta con la figlia: "Le scale cadono a pezzi, un bambino è stato ricoverato in ospedale perché gli è caduta della calce negli occhi. Non vado in cantina. Puzza. Ho paura".

Rasero e l'errore del 110

Non si sottrae il sindaco Rasero che ricorda come il problema casa riguardi tanti territori: "L' ATC che non è più quello di una volta, quando c'erano referenti locali, andavamo a guardarli in faccia, a prenderli e spiegare loro i problemi, il geometra Basso correva da una parte all'altra e con il capiscala cercava di dare delle risposte e di risolvere i problemi. Oggi manca quell'aspetto umano, non si sa più chi sono i referenti, tante volte fatica un sindaco a segnalare dei problemi, mi immagino l'inquilino di una casa popolare".

Il sindaco sottolinea l'impoverimento della società e ricorda quanto sia stato sbagliato il 110. "Rischiamo che gli ultimi siano sempre più ultimi e che ci siano sempre più divari fra le persone che hanno minori redditi o non li hanno rispetto a quelli che stanno bene. Dispiace perché capita raramente che ci siano dei provvedimenti che possono fare la differenza, come il  il 110 che avrebbe dovuto essere utilizzato per mettere a posto tutte queste case popolari anziché fare la villa a qualcuno, questo è il grande rimpianto. Si voleva rilanciare l'edilizia, si voleva dare tutti quei soldi, allora si doveva partire dalle case delle persone meno abbienti. Cercheremo di rimboccarci le mani e vedere le risposte che si possono dare, ma non è facile. Ci metto la faccia, il problema esiste, abbiamo chiesto ad ATC che ci dica quali sono le case vuote, sembra che ci siano 17 alloggi, 11 e 7 è il rapporto fra proprietà del comune e proprietà di ATC e è stato fatto un bando per quelli che se li vogliono mettere a posto con l'auto recupero. Mi pare siano gli alloggi che potrebbero essere messi in gioco,  70 le domande che sono state fatte quindi bisogna raggiungere una graduatoria".

Betty Martinelli

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