Il settore agricolo di Asti è in fermento a causa delle recenti decisioni di AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) che intende introdurre un Quaderno di campagna in forma digitale. Questa novità non sta incontrando il favore degli agricoltori locali, preoccupati dall'ulteriore carico burocratico che la digitalizzazione comporta.
Il presidente di Asti Agricoltura, Gabriele Baldi, e il direttore Mariagrazia Baravalle, esprimono la loro perplessità riguardo all'attivazione del sistema informatico per la gestione delle informazioni relative ai trattamenti e alle fertilizzazioni.
Attualmente, le aziende agricole tracciano le operazioni colturali in forma cartacea o su supporti gestionali aziendali. Il nuovo sistema, attivato prossimamente in via sperimentale, entrerà a pieno regime nel 2026.
Le critiche arrivano anche da Confagricoltura Piemonte, il cui presidente, Enrico Allasia, ha inviato una lettera all'assessore regionale all'Agricoltura, Paolo Bongioanni. Nella lettera, sono state evidenziate le criticità del passaggio alla digitalizzazione del documento, in vista dell'incontro tra le Regioni e AGEA.
Il sistema digitale
Il nuovo sistema prevede una raccolta di dati tramite un continuo scambio di informazioni tra le aziende agricole, che effettuano le operazioni in campo, e gli uffici CAA, a cui potranno essere demandate le registrazioni.
Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico di Confagricoltura Asti, afferma: "Il settore agricolo è da sempre fortemente condizionato da diverse variabili, prime fra tutte quelle meteorologiche, che spesso costringono le aziende a improvvisi cambiamenti delle attività programmate. L'introduzione del Quaderno di Campagna on-line potrebbe creare non pochi problemi alle aziende agricole nella gestione di innumerevoli dati che dovranno essere poi comunicati alle loro associazioni di categoria e successivamente registrati telematicamente."
La tracciabilità e la burocrazia
Tutti concordano sulla necessità di garantire una maggiore tracciabilità degli interventi legati ai prodotti fitosanitari, soprattutto ai fini della tutela del consumatore e del corretto impiego degli agrofarmaci.
Tuttavia, secondo Mariagrazia Baravalle, "Il QDCA (Quaderno di Campagna Digitale) non è, al momento, lo strumento adeguato a centrare questo obiettivo e va ad appesantire ulteriormente il carico burocratico che grava già in modo significativo su ogni azienda."