Economia e lavoro | 21 gennaio 2025, 16:04

L'intelligenza artificiale può aiutare le imprese? Un convegno dell'Unione industriale di Asti riflette con l'esperienza delle sue aziende

L’applicazione dell’IA all’interno di tre imprese astigiane e le opinioni degli imprenditori e insegnanti. Paolo Conta, presidente di DHI Piemonte: “In Italia, il settore digitale può diventare un fattore di traino per il Pil"

Questa mattina, martedì 21 gennaio al Polo universitario, si è tenuto il convegno “Intelligenza artificiale. Leva per la crescita delle imprese”, organizzato dall’Unione Industriale di Asti, per mettere in luce l’importanza dell’AI nella crescita del mondo dell’impresa e del lavoro, con la moderazione di Enrico Pagliarini, giornalista del Sole 24 Ore e Radio24.

“Mi auguro che i ragazzi, che saranno domani i futuri imprenditori di imprese, possano trarre spunti interessanti”, così Luigi Costa – presidente Unione Industriale di Asti - ha ringraziato gli studenti degli
istituti Giobert, Artom, Castigliano e del liceo scientifico Vercelli presenti in platea. “Abbiamo bisogno di giovani che abbiano voglia di dedicarsi a questi strumenti”.

Dopo i saluti istituzionali del prefetto di Asti Claudio Ventrice e del sindaco Maurizio Rasero, hanno aperto il convegno i racconti delle tre imprese astigiane riguardo all’utilizzo vantaggioso dell’intelligenza artificiale nel settore.

Come può aiutare l'intelligenza artificiale?

Quattro anni fa abbiamo iniziato a prendere in considerazione come l’intelligenza artificiale avrebbe potuto aiutarci”, così Mauro Gertosio ha presentato “Cognita”, una divisione di Vernay Italia, focalizzata sulla qualità del prodotto grazie all’intelligenza artificiale generativa.

Giuseppe Morra, di Johnson Eletric Asti Srl “Noi produciamo elettroventilatori. Abbiamo bisogno di procedure molto veloci per riuscire a soddisfare le necessità di ogni cliente”. Infatti, per riuscire a conciliare la rapidità di definizione del prodotto e del design dedicato, deve entrare in gioco l’intelligenza artificiale. Sempre nel mondo della manifattura, Valbormida, impresa nello stampaggio a caldo, presentata da Alessandro D’Arcano, applica l’intelligenza artificiale in due settori: da una parte nello sviluppo del processo e della produzione, dall’altro nella finanza e pianificazione per la valutazione dei rischi. L’IA “ci permette di raccogliere numerosi dati, confrontarli con il nostro sistema tracking e cercare di valutare dove
effettivamente può investire l’attività”.

All’interno della tavola rotonda sono stati illustrati i vantaggi e i rischi legati all’evoluzione della tecnologia, grazie agli interventi di Marco Gay di Zest, Paolo Conta - Digital Innovation Hub Piemonte, Luba Manolova di Microsoft, Massimiliano Cipolletta di Piemonte Innova e Emilio Paolucci - professore del Politecnico di Torino.

"La raccolta dati è il nuovo petrolio"

“Le aziende che qualche anno fa hanno colto l’opportunità di immagazzinare i dati e metterli in sicurezza, oggi hanno un vantaggio incredibile nell’organizzazione interna” così Marco Gay, ha analizzato l’importanza dell’innovazione digitale. “La raccolta dati è il nuovo petrolio”.

Il maggior rischio che frena il cambiamento tecnologico è legato a un pensiero comune: “Ci sono delle resistenze notevoli all’innovazione”, è intervenuto Paolo Conta, il cui obiettivo all’interno di DIH Piemonte è di “indurre nelle imprese un pensiero positivo” verso una modernizzazione interna. “Il fattore del tempo è determinante: è necessario essere focalizzati su queste azioni affinché l’Italia non rimanga indietro. Proprio per questo motivo “in Italia il settore digitale può diventare un fattore di traino per il Pil del Paese”.

Infine Alberto Tripi, special advisor per A.I. Confindustria, ha concluso il convegno con il suo intervento: “Quello che cerchiamo di fare con Confindustria è cercare di cambiare il nome da intelligenza artificiale a intelligenza aumentata. Non esiste un’intelligenza alternativa alla nostra”, l’innovazione tecnologica deve essere considerata uno strumento per migliorare le nostre capacità.

Virginia Carotta

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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