Attualità | 21 gennaio 2025, 16:20

Giorno della Memoria: Asti posa le sue prime pietre d’inciampo

Venti mattonelle per ricordare altrettante vite e famiglie spezzate dalla follia della Shoah

Le immagini della presentazione dell'iniziativa (Merphefoto)

Le immagini della presentazione dell'iniziativa (Merphefoto)

Il Comune di Asti si prepara a commemorare il "Giorno della Memoria" il prossimo 27 gennaio, con un programma ricco di eventi, segnando un momento storico per la città.

 Per la prima volta, infatti, saranno posate le pietre d’inciampo, i simboli ideati dall’artista Gunter Demnig per ricordare i deportati nei campi di sterminio.

Una memoria che cammina per le strade della città

Saranno 20 le pietre collocate in vari punti del territorio comunale, ciascuna dedicata a un cittadino deportato che non fece più ritorno. Ogni pietra, incastonata nel selciato, rappresenta un “inciampo” simbolico, un invito a fermarsi e riflettere. Una mappa virtuale, accessibile dai siti del Comune e dell’ISRAT (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Asti), guiderà cittadini e visitatori attraverso un percorso urbano della memoria.

"Con grande orgoglio accogliamo questa iniziativa – ha dichiarato il sindaco Maurizio RaseroOgni pietra non è solo un ricordo personale, ma un messaggio alla collettività, in particolare alle giovani generazioni, per non dimenticare mai ciò che è stato".

Nicoletta Fasano, rappresentante dell’ISRAT, ha sottolineato l’importanza del progetto: "Dietro ogni pietra c’è la storia di una famiglia, spezzata dalle leggi razziali e dalla deportazione. Ma c’è anche un messaggio di resistenza contro ogni forma di negazionismo e oblio. Ogni pietra è un punto di partenza per comprendere e tramandare".

Le cerimonie di posa

Le pietre d’inciampo saranno inaugurate con una cerimonia che prevede tre momenti principali:

 11.30: Corso Alfieri 336, di fronte a Palazzo Mazzetti, in memoria della famiglia Foà;

 12.30: Via Aliberti 19, per le sorelle Jona;

 15.30: Via Massimo D’Azeglio 1, in ricordo delle famiglie Jona e Rozzaj

“Una persona viene dimenticata solo quando se ne dimentica il nome”

Questa frase, cuore del progetto internazionale ideato dall’artista Gunter Demnig, guida l’iniziativa delle pietre d’inciampo anche ad Asti. Ogni pietra porta inciso il nome di una vittima, simbolo di una vita, una famiglia e una comunità distrutte dall’Olocausto. Questo il percorso per le vie di Asti

Via Giobert 66

Alice e Giorgina De Benedetti, ricoverate presso le Suore Stefanine, partirono per Auschwitz il 26 giugno 1944. Avevano rispettivamente 63 e 55 anni.

Piazza Martiri della Liberazione (lato via De Gasperi)

Qui visse Rosina Emilia Segre, 68 anni, la cui famiglia fu completamente distrutta: deportati con lei i figli Luigi e Remo, la nuora Ilke Vitale e i nipotini Raimondo e Ruggero, di soli 7 e 12 anni.

Via Massimo D’Azeglio 1

Abitavano qui Olga e Leopoldo Jona con i loro cinque figli. Solo Enrica riuscì a tornare dai campi, diventando testimone delle atrocità subite dagli ebrei astigiani.

Lisa Dresner e Teodoro Rozaj, ebrei croati internati ad Asti dal 1942, sopravvissero alla deportazione, ma le loro strade si divisero: Lisa raggiunse Israele, mentre Teodoro emigrò in Uruguay.

Via Orfanotrofio 4

Ester Elvira Levi, vedova di Elia Segre, aveva 66 anni. Fu arrestata e deportata, insieme a suo fratello Federico, da Casale Monferrato. Entrambi persero la vita nei campi di sterminio.

Via Monsignor Rossi

Rosetta Levi, 65 anni, originaria di Torino e residente ad Asti, venne arrestata due volte. La prima nel dicembre 1943, quando fu rilasciata per motivi di salute, e la seconda nel maggio 1944. Non fece ritorno da Auschwitz.

Corso Alfieri 345, nei pressi dei Giardini Alganon

Sara Ester Levi, 73 anni, fu arrestata nel dicembre 1943 e, dopo un primo rilascio, venne nuovamente catturata nel 1944. Deportata ad Auschwitz il 26 giugno, morì nel campo di sterminio.

Corso Alfieri 336

Presso la casa di Camillo Luzzati trovarono rifugio la figlia Estella, il marito Italo Foà e il piccolo Guido, di soli 8 anni. L’intera famiglia venne deportata e perì nei campi, con Guido che divenne il più giovane deportato astigiano.

Via Roero 60

Annita Levi, 57 anni, vedova e sola, venne arrestata nel gennaio 1944. Detenuta nel carcere di San Vittore a Milano, fu deportata ad Auschwitz, dove trovò la morte il 6 febbraio dello stesso anno.

Via Nazario Sauro 9

Regina Ghiron, 89 anni, e la nuora Ada Osimo, 52 anni, furono deportate ad Auschwitz, insieme ad altri membri della loro famiglia. Tra le vittime anche due pronipoti, di soli 9 e 12 anni.

Via Aliberti 19

Le sorelle Marianna Bona Esmeralda Jona e Benvenuta Regina Jona, sarte e ricamatrici di talento, furono deportate nei campi di sterminio e non fecero ritorno.

Via Ottolenghi 6

Prima Colombo, 71 anni, venne deportata insieme al fratello Alberto, alla cognata Estella Foà e al nipote Amerigo, di 31 anni. Nessuno di loro sopravvisse alla deportazione.

Queste pietre d’inciampo sono un monito, un invito a ricordare e un gesto simbolico per riportare nella memoria collettiva le vite delle vittime della Shoah, perché nessun nome venga mai dimenticato.

Un anniversario importante

Quest’anno si celebra l’80° anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, un momento fondamentale nella storia europea. Asti si inserisce così in un progetto internazionale che punta a mantenere viva la memoria delle vittime della Shoah, riaffermando i valori della democrazia e del rispetto per la dignità umana.

Alessandro Franco

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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
Orgoglio Astigiano per me è sinonimo di scelta: la mia e quella degli altri.
Per questo ho voluto scrivere in prima persona ogni articolo della rubrica, convinta di riuscire a portare anche te nel mio mondo.
Requisiti richiesti? Bisogna lasciarsi andare. Più che farti intervistare, ti devi guardare dentro. Senza aver paura di raccontarmi ciò che ci troverai...

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