Asti Pride apprende con sconcerto e amarezza della chiusura del Nodo Provinciale Antidiscriminazioni, comunicata attraverso un messaggio WhatsApp laconico e impersonale.
“ È un colpo basso a chi, come noi, aveva creduto nel valore di uno strumento importante per il contrasto alle discriminazioni,” dichiara Asti Pride in una nota stampa “Diciamolo chiaramente: il Nodo non ha mai funzionato come avrebbe potuto. Non per incompetenza di chi lo gestiva, ma perché ostacolato da una maggioranza politica guidata dal sindaco Maurizio Rasero, che non ha mai sostenuto concretamente le attività antidiscriminatorie, né dal punto di vista economico né per visione politica.”
Asti Pride accusa l’amministrazione di essersi sempre dimostrata insensibile verso alcune discriminazioni, in particolare quelle rivolte alla comunità LGBTQI+. “Dal 2019 chiediamo al Sindaco Rasero di aderire alla rete Re.a.dy, l’associazione delle istituzioni locali che promuove politiche e prassi antidiscriminatorie,” prosegue il comunicato. “La risposta? Sempre negativa, con la scusa che il Nodo Provinciale fosse già sufficiente. Ora che il Nodo è stato chiuso, quale sarà la prossima giustificazione per non aderire a una rete a costo zero, già abbracciata da città come Torino?”
Asti Pride sottolinea l’urgenza di un cambio di rotta. “Signor Sindaco, torni a fare il bene della città. Abbiamo bisogno di un’amministrazione che agisca nell’interesse di tutti i cittadini, non di una politica che continua a ignorare o minimizzare problemi reali. Non è più accettabile che venga sprecato tempo in messaggi elettorali per gli ‘accoliti’ o dirette Instagram di dubbio gusto. La città di Asti merita di meglio.”
Il comunicato si conclude con un appello deciso: “Le chiediamo di tornare a bordo, sindaco Rasero, e di svolgere in modo dignitoso il suo ruolo. Siamo stanchi di assistere a scelte che sembrano naufragare proprio per sua responsabilità. Dimostri di voler davvero rappresentare tutti, non solo chi le conviene politicamente.".