Cultura e tempo libero | 16 gennaio 2025, 18:00

Vacanze Astigiane nei freddi giorni della Merla

I giorni più freddi dell’inverno invitano a rifugiarsi nella calda convivialità della Bagna della Merla, evento dai tanti locali sparsi anche nell’Astigiano di cui cinque diventano itinerario

Vacanze Astigiane nei freddi giorni della Merla

L’afrore dei due fine settimana dell’ultimo affollato Bagna Cauda Day autunnale ha lasciato scie di nostalgia tra tanti bagnacaudisti. Passati i dolci richiami delle feste e i buoni propositi di mettersi a dieta, tra i molti è tornata, forte, forte, la voglia di bagna cauda. Fortuna che è pronto online l'elenco dei locali partecipanti alla Bagna della Merla, terapeutica novità del Bagna Cauda Day.

 Se da giorni vi emozionate nel vedere una treccia d'aglio, se basta il profumo di uno spicchio appena sbucciato o il solo soffriggerne un paio a risvegliare gratificanti ricordi è evidente vi manchi la bagna cauda. Ricordi ben presenti nei circuiti cerebrali del piacere che, al primo accenno di magici profumi, iniziano a sparar fuori dopamina. Il sintomo è chiarissimo: astinenza da bagna.

 Gli ideatori dell’evento più profumato d’autunno, l’associazione Astigiani, quest’anno si sono fatti fortunatamente convincere ad organizzare un terzo appuntamento di profumata festa, in risposta alle richieste di tanti appassionati. Ed ecco la Bagna della Merla, in arrivo dal 29 gennaio al 2 febbraio, nuovo grande appuntamento a tavola nei giorni, per tradizione, più freddi dell’inverno: i giorni della Merla. Appuntamento con i piaceri dell'aglio, e di tutto il resto, in un centinaio di locali sparsi un po’ in tutto il Piemonte, pronti nuovamente ad essere scelti e prenotati.

 Tra le decine di ristoranti, enoteche, osterie e agriturismo nel Nord e Sud Astigiano che vi vedrete obbligati a scegliere su www.bacaudaday.it, ne suggerisco cinque. Cinque in tre posti bellissimi, portati a profumato ed imperdibile itinerario.

 Si comincia da Calliano, nella ghiotta opportunità di scoprire la tanta bella arte custodita nella sua parrocchiale: due importanti tele del grande Guglielmo Caccia, la cantoria di Bonzanigo, famoso ebanista astigiano, e l'importante organo di Liborio Grisanti, napoletano residente ad Asti tra il 1739 e il 1769. Attorno tutto un sali e scendi di morbide colline, disegnate ad arte dall'agricoltura, un paio di chicche romaniche e la Pirenta, fonte sulfurea, un tempo assai più rinomata d’oggi per le sue virtù curative. Due i locali di Merla, uno per pranzo e uno per cena, perfetto: l'Antico Granaio, osteria condotta dalla famiglia Binello, con ai fornelli Maria Teresa a proporre sontuosi e gustosi piatti tipici piemontesi, e il Ciabôt del Grignölin dove perdersi tra i piaceri della cucina tradizionale del territorio di chef Livio.

 Seconda tappa, Tigliole. Borgo la cui fondazione risale all'XI secolo, composto un tempo da due centri distinti, entrambi muniti di castello: Teglole inferiores, oggi frazione Tigliolette, e Teglole superiores, l’attuale centro del paese. Sviluppatosi sulla cima della collina, nel Cinquecento, quando la parte inferiore dell’abitato venne abbandonata, i terreni furono unificati sotto l’unico nome di Tigliole. Il toponimo del paese deriverebbe dal diminutivo di tilia, cioè tiglio, albero sacro alle tribù germaniche e segno di confine, che cresceva rigoglioso nella zona. Oggi si sviluppa con impianto lineare lungo la dorsale appoggiata alla rocca. Da non perdere la chiesa romanica di San Lorenzo, risalente all’XI - XII secolo, con l’area absidale ben decorata da archetti, lesene e capitelli scolpiti, e la parrocchiale seicentesca che forma, insieme al loggiato a sette campate, un unicum architettonico molto scenografico. Anche qui un locale per pranzo ed uno per cena: Mariuccia, ristorante dal 1978 a guida della famiglia Strocco, con sontuosa vista sulle colline che guardano verso San Damiano d’Asti e l’esperienza in cucina della mitica cuoca Mariuccia, e Bistrot di Ca’ Vittoria, all’interno di un affascinante palazzo del ‘700, ristrutturato in rigoroso stile piemontese, che propone una bagna tradizionale con acciughe siciliane e verdure per lo più provenienti dall’orto di casa.

 A chiudere, Castelnuovo Belbo. Il suo toponimo è citato per la prima volta nel 1003 come Castro Novo qui dicitur supra Relho. Di signor interesse storico la parrocchiale, il Santuario della Madonna di San Biagio e le antiche mura del castello. Da non perdersi,  al secondo piano del palazzo comunale, il Museo Francesco Cirio, dedicato a uno dei pionieri dell'industria conserviera italiana: bellissima collezione di packaging, libri, diari, ricettari, opuscoli, etichette e opere grafiche che raccontano un pezzo di storia italiana. Bagna cauda ‘Da iumén’, locale fondato nel 1869 dove rivivono le ricette tramandate con passione da generazioni, celebrando una cucina piemontese in cui autenticità e gusto sono sempre protagonisti.

Davide Palazzetti

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