“Percepisco un ingiustificato senso di inferiorità nell’Astigiano ma guardando la fotografia dell’azienda mi pare lusinghiera”.
Un esordio, quello del nuovo direttore generale dell’Asl At, Giovanni Gorgoni, che non lascia dubbi sulla sua tenacia, passione (anche e soprattutto per i numeri), determinazione.
Questa mattina nell’incontro con i giornalisti, sindacati e addetti ai lavori, ha voluto mostrare punti di forza e debolezza, rimarcando che i prossimi 30 giorni saranno dedicati all'ascolto “fatte salve le decisioni urgenti”, ricordando che dal primo gennaio l’Asl di Asti e l’Astigiano sono casa sua.
“Nell'era della tecnologia la sanità rimane ad alta intensità di capitale umano – spiega, sottolineando che la disuguaglianza di salute è uno dei principali problemi. “Serve tenere a bordo coloro che sono esclusi”, ha detto per ricordare che non tutti possono avere uguale accesso alle cure
“Non siamo da Champions League – ha detto parlando di realtà assistenziale astigiana – ma ci sono ottime premesse”.
Un manager a servizio della sanità
Una vita nella sanità, Giovanni Gorgoni, 53 anni, padre di 4 figlie, anche maratoneta, di origini salentine, è manager a 360°avendo maturato importanti esperienze in Italia e in Europa. Nell’incontro è a suo agio e snocciola numeri tratti da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari), Newsweek e Pne (Piano nazionale esiti).
I dati presentati da Agenas raccontano che Asti ha buoni numeri per la prevenzione al colon e che in tre anni l’azienda è cresciuta del 4,13% sull’assistenza distrettuale. Cresciuto anche del 2,86% il trend dell’assistenza ospedaliera e dell’1,11 il trend sulla sostenibilità economico patrimoniale.
Male invece la pagina dedicata agli investimenti che, per Agenas, perde il 2,49.
“L’obsolescenza dei materiali sarà uno dei primi argomenti da affrontare”, ricorda Gorgoni che spiega come, per l’Unione Europea, le emergenze sanitarie siano tre: cancro, preparazione alle future pandemie, salute mentale.
La reputazione affrontata da Newsweek, promuove Asti che si trova al 62esimo posto sui 140 ospedali ritenuti migliori in Italia (su 1363). Il Cardinal Massaia ha il 73,56% score medio.
“Ci sono aree di eccellenza e aree in cui si può costruire – continua Gorgoni che mette sul piatto l’eccellenza della Cardiologia, del settore Gravidanza e parto e Chirurgia generale -. Nella mia esperienza a Bruxelles ho capito che c'è bisogno di trasformazione della salute di comunità”.
Attenzione particolare ad alcune aree
Non nasconde, il nuovo dg, le problematiche di Pronto soccorso, liste di attesa, della carenza medici, di alcuni reparti come Pediatria e Dermatologia che necessitano di un’attenzione particolare e si è preso un mese di tempo per comprendere le criticità.
“Ho scritto ai sindaci del territorio. Non prometto di risolvere tutte le criticità in questi tre anni, ma garantisco l’impegno totale con la mia tenacia, passione, curiosità e creatività”.
Sul fatto che Asti sia stata ritenuta al penultimo posto per i medici specialisti (Classifica del Sole 24 ore), ricorda che “il Massaia è un posto in cui si può crescere ed è uno degli ospedali più moderni, con aree di eccellenza”.
“Le risorse saranno sempre insufficienti rispetto ai bisogni, ricorda. Il fondo sanitario negli ultimi anni è cresciuto di 3,5 miliardi l'anno. Il debito pubblico è di 3mila miliardi e il Paese paga 100 miliardi di interessi passivi”.
L’Asl At conta 2.332 figure sanitarie, in crescita di 59 unità rispetto al 2023. Il nuovo direttore generale effettuerà presto un sopralluogo al nuovo ospedale della Valle Belbo, l’inaugurazione è prevista ad agosto 2026 e "in accordo e con il supporto della Regione, si opererà per assicurare alla struttura la necessaria dotazione organica".
La videointervista realizzata a margine dell'incontro, venerdì, in Regione.
Allegate le slide con tutti i dati.