Dopo “I vichinghi e la morte. La ritualità funebre scandinava fra migrazione e stanzialità (sec. VIII-XI)” e “Il bestiario del Trésor di Brunetto Latini”, in uscita a febbraio il terzo saggio di Davide Chiolero “Vini, spezie, pastelli volativi e confetti di zucchero. Breve storia della cucina e dell’alimentazione nel medioevo”.
Un libro che vuole approcciare l’arte culinaria medievale in una chiave originale, attraverso temi come la religione, l’abbondante uso di spezie e la propensione all’artificio e allo sfarzo.
Docente di lettere e storia e titolare di cattedra presso l’istituto di istruzione secondaria di primo grado di Montechiaro d’Asti, dal 2021 membro della redazione di Arma Virumque, rivista universitaria torinese specializzata in storia militare, in questo scritto, l’autore parla del legame tra dieta e religione, della differenza tra la civiltà romana e quelle “barbariche”, delle convinzioni medievali in ambito nutrizionale.
Il saggio analizza anche le differenze tra le dispense delle abbazie e quelle dei signori, soffermandosi sulla disponibilità locale degli ingredienti e sulla straordinaria apertura della classe nobiliare alle contaminazioni di Paesi lontani, le cui spezie venivano acquistate a caro prezzo.