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Cronaca | 09 gennaio 2025, 12:25

Truffe agli anziani: fenomeno in crescita nell’Astigiano. Il comandante dei Carabinieri Lando: “Non tardate a denunciare. Questi personaggi sono ‘bravi’ a creare ansia” [INTERVISTA]

Diverse le denunce in questi giorni. La testimonianza di ‘Maria’ a 82 anni vittima di un raggiro telefonico con voce clonata della figlia : contanti e beni di una vita nelle mani di delinquenti senza scrupoli

Immagine generica di archivio

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Un fenomeno odioso e meschino, che priva le persone di dignità e li spoglia di beni magari preziosissimi solo per chi li possiede, tuffandoli in un mare di vergogna e depressione.

Le truffe nei confronti degli anziani stanno conoscendo un nuovo “corso”, con i malviventi che si reinventano e fanno sempre più uso delle nuove tecnologie, anche  per colpire negli affetti più cari, persone fragili.

In questi giorni, in diverse chat di vicinato di paesi e frazioni astigiane, stanno arrivando diversi messaggi per mettere in guardia le persone da malfattori che si spaccerebbero per carabinieri o avvocati.

La storia di Maria. "Al telefono quella era la voce di mia figlia"

Ma il caso di Maria (nome di fantasia), arriva da Asti, zona periferica. 82 anni è una donna indipendente e informata, ma la telefonata che le arriva, non lascia spazio a dubbi. È proprio la voce della figlia che sostiene di essere al pronto soccorso in gravi condizioni e che le iniezioni che le servono sarebbero costosissime. Chiama ogni venti minuti per “rassicurare” la madre e chiede di radunare tutto quello che può tra soldi e gioielli e che, una “signora gentile” di nome Maria Rosa, sarebbe andata direttamente dall’ospedale, sotto casa della malcapitata.

È la nipote, che doveva andare dalla zia per portarla a fare delle commissioni a sentire puzza di bruciato. “L’ho chiamata per dirle di scendere, ma era agitata e voleva lasciare libero il telefono. Poi mi ha spiegato la vicenda. Sono corsa al Pronto soccorso per cercare mia cugina. Ma di lei non c’era traccia. Sono subito corsa da mia zia, ma ormai era uscita e aveva consegnato tutto alla fantomatica ‘gentile signora’”. A questo punto chiamano i carabinieri e raccontano che il bottino consegnato è decisamente alto: qualche migliaio di euro e diversi oggetti in oro. Maria è distrutta, capisce e racconta che in condizioni normali non avrebbe mai dato credito a una truffa del genere ma ribadisce che “la voce era proprio quella di mia figlia, anzi ha nominato anche mio genero con il nome giusto, dicendo che lui avrebbe poi restituito la cifra. Mi sono tolta anche la fede dal dito”.

Una vittima che ora è preda di dolore, sensi di colpa, vergogna. La vigliaccheria di colpire persone nei loro affetti è terribile e ci deve essere molta sensibilizzazione.

Il colonnello Paolo Lando, comandante Carabinieri della provincia di Asti: "Non entrano più nelle case ma al telefono e in strada"

A confermare la recrudescenza di casi di questo tipo il comandante dei Carabinieri di Asti, colonnello Paolo Lando, che già nella conferenza stampa di fine anno aveva sottolineato come fosse cambiata la tipologia di questi malfattori che non vanno più nelle case ma cercano di turlupinare le vittime al telefono e in strada.


Il colonnello Paolo Lando

“Chiamano simulandosi o professandosi appartenenti ai Carabinieri, oppure avvocati, dicendo di parlare per conto del nipote, della figlia che, magari sono rimasti coinvolti in un incidente stradale, per cui, o hanno bisogno di soldi per pagare la cauzione, o per risarcire la vittima. Non si limitano solo a chiedere denaro, ma anche qualsiasi valore possa essere in casa”.

Il colonnello traccia un modus operandi che ricalca la storia di Maria, ovvero il passaggio di un’amica, un collaboratore a ritirare i soldi e beni, qualche minuto dopo avere fatto la telefonata.

“I parenti sono convinti di aiutare i loro congiunti ma poi si rendono conto di essere caduti in una truffa. Purtroppo da settembre in avanti questa è una tipologia di truffa che abbiamo visto sia materialmente portata a termine che tentata”.

Il comandante sottolinea e consiglia di denunciare subito il fatto chiamando il 112 e non il numero che magari li ha contattati ai quali risponderebbe il truffatore. “Anche prima di consegnare qualsiasi cifra è meglio contattare il 112. In Italia non esiste la cauzione, non esistono situazioni di denaro senza ricevute, sicuramente le forze dell’ordine non prendono soldi per strada”.

Malviventi che agiscono sulla preoccupazione o sullo stato d'ansia: bisogno di cure, minacce di arresti e che spesso fingono di “accontentarsi” di una cifra inferiore.

“Conoscono la vittima, sanno dove abita. In questo casi è una truffa nel vero senso della prova, nel senso che la differenza tra la truffa e la rapina è che nella truffa c'è la collaborazione della vittima che viene ovviamente attirata in un tranello con artifici e raggiri e spontaneamente consegna il denaro o i beni. Per noi diventa più difficile intercettarli perché molto spesso si tarda a denunciare”.

"Meglio istituzionalizzare il controllo di vicinato"

Sulle chat di vicinato, il comandante raccomanda di istituzionalizzarle e non agire in modo “domestico”.

“Sono stati fatti diversi protocolli in Prefettura, se ne possono fare altri. All’interno delle chat si possono infiltrare malintenzionati. Meglio rivolgersi alle istituzioni”.

Continueranno gli incontri di sensibilizzazione sul territorio ed è stato stipulato un accordo con la Croce Rossa. “Se qualcuno avesse necessità può chiedere di essere accompagnato nella serie di questi incontri e poi sarà riaccompagnato”, rimarca Lando che ricorda come il servizio raggiunge anche le cascine più isolate anche con brochure e locandine.

“Non sentitevi in colpa – ricorda il comandante – i truffatori, purtroppo sono abili e si presentano bene, facendo leva sull’ansia che creano nella vittima. Chiedete sempre prima al 112”.

Betty Martinelli

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