Solidarietà | 07 gennaio 2025, 15:50

Tre anni di solidarietà e umanità in Ucraina. Don Volodymir: "Ora la fine della guerra deve essere giusta"

Un’ambulanza per Khmelnytskyi: il progetto che unisce Asti al paese in guerra. Dalla solidarietà locale alla speranza globale: una storia di volontariato, sacrifici e conquiste

Le immagini dell'arrivo e della partenza dell'ambulanza

Le immagini dell'arrivo e della partenza dell'ambulanza

“La fine della guerra deve essere giusta.” Con queste parole, don Volodymyr Kirylyuk, rettore del seminario di Khmelnytskyi e ospite della conferenza stampa al Nuovo Circolo Nosenzo di Asti, ha riassunto il messaggio di resilienza e determinazione che da tre anni anima il Progetto Ucraina. Nato nel marzo 2022 presso l’I.I.S. A. Castigliano di Asti, il progetto ha trasformato una risposta immediata all’emergenza umanitaria in un’iniziativa strutturata, capace di costruire ponti tra comunità lontane, accomunate dalla volontà di sostenere chi vive il dramma della guerra.

Tre anni di solidarietà e crescita

L’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta nel febbraio 2022, ha sconvolto il mondo e acceso una scintilla di impegno nella comunità scolastica del Castigliano. Nel giro di pochi giorni, studenti, docenti e volontari si sono mobilitati per raccogliere beni di prima necessità destinati ai profughi.

“All’inizio era solo una risposta spontanea al bisogno,” racconta Martina Gado, preside dell’istituto,ma presto è diventato un progetto educativo e civico di ampio respiro, capace di coinvolgere l’intera comunità.” Grazie alla collaborazione con la Cooperativa Sociale Jokko, la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Asti e associazioni locali, il progetto si è evoluto in un percorso articolato, che ha incluso accoglienza, eventi di sensibilizzazione e raccolte fondi.

Luglio 2022 segna un punto di svolta: la collaborazione con don Volodymyr Kirylyuk. Le sue testimonianze dirette dal fronte hanno dato un volto e una voce alla tragedia, stimolando i volontari a intensificare gli sforzi.

“Ogni messaggio di don Volodymyr ci spingeva a fare di più,” ricorda uno studente. “Attraverso immagini e racconti, ci ha mostrato la sofferenza, ma anche la forza del popolo ucraino.” Il legame con Khmelnytskyi si è consolidato in una collaborazione continua, culminata nel dicembre 2024 con la consegna di un’ambulanza al centro di riabilitazione della città. Un traguardo reso possibile grazie alla generosità di donatori come il professor  Maggiorino Barbero e alla dedizione di volontari come Anatoliy Balanyk e Angela Kotyk.

Una comunità unita per la pace

Dietro ogni risultato, c'è una comunità che si è messa in gioco. Le signore ucraine residenti ad Asti hanno trovato nel progetto uno spazio di condivisione e contributo attivo, organizzando eventi culinari e collaborando nella realizzazione di oggetti artigianali. Gli studenti si sono trasformati in comunicatori, camerieri e organizzatori, imparando il valore della solidarietà concreta.

“Questo progetto ha educato alla cittadinanza attiva,” afferma Loretta Bologna, assessore all’istruzione del Comune di Asti. “In un periodo di cinismo dilagante, dimostra che le azioni collettive possono fare la differenza.”

L’urgenza della vittoria e il rischio della tregua

Durante la conferenza, don Volodymyr ha descritto la situazione attuale in Ucraina con toni accorati. “Abbiamo corrente solo sei ore al giorno, le case sono gelide e la paura è una costante compagna. Ma la speranza non è morta. La gente resiste, trova conforto in piccoli gesti, come un gattino sfamato tra le macerie o la musica di un pianoforte in una città distrutta. La guerra ci ha mostrato il peggio, ma anche il meglio dell’umanità.”

Don Volodymyr ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto dall’Italia. “Questo progetto è un segno di umanità straordinaria. Gli italiani hanno dimostrato di non essere indifferenti. Ora è fondamentale continuare. La pace deve essere giusta, perché non possiamo permettere che il sacrificio di tanti sia vano.”

Don Volodymyr ha sottolineato come potrebbe essere la fine del conflitto "La gente pensa che una tregua possa portare pace, ma per noi sarebbe solo un’illusione. Se non riusciamo a vincere ora, i russi torneranno fra dieci anni. Questa guerra non è solo contro l’Ucraina, ma contro l’Europa e i suoi valori. Se cadiamo noi, domani toccherà alla Polonia."

Parole dure, ma necessarie, per mantenere alta l’attenzione sulla crisi. "I politici giocano con le parole, ma noi vogliamo la fine della guerra, non una pausa. Non possiamo permetterci di abituarci alla violenza e alla sopraffazione," ha aggiunto, concludendo che il sostegno della comunità internazionale è vitale per la sopravvivenza del popolo ucraino.

Guardando al futuro

Con il nuovo anno, il Progetto Ucraina si prepara a nuove sfide. L’obiettivo è fornire generatori elettrici e altre risorse essenziali, mantenendo viva l’attenzione sul conflitto. Bianca Terzuolo, della Commissione Pari Opportunità, sottolinea l’importanza di non abbassare la guardia: “È fondamentale che la guerra non venga dimenticata, che continuiamo a riflettere e a indignarci.”

Piero Vercelli, della Cooperativa Jokko, aggiunge: “Speriamo che il mondo scelga la pace, ma finché ci sarà bisogno, saremo qui a sostenere chi soffre.”

Il successo del progetto è stato possibile grazie al contributo di molti, dalle associazioni locali alle parrocchie, fino ai singoli cittadini che hanno donato tempo e risorse. 

Alessandro Franco

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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