Al Direttore | 04 gennaio 2025, 07:29

Il sistema "free flow", che dovrebbe semplificare la vita, si è trasformato in un "cash flow" per il gestore

Continuano ad arrivare in redazione mail di protesta per la macchinosità del nuovo sistema di pedaggio sulla A33

Il sistema "free flow", che dovrebbe semplificare la vita, si è trasformato in un "cash flow" per il gestore

Riceviamo e pubblichiamo:

Egregio Direttore,

ho letto con attenzione la lettera pubblicata nei giorni scorsi riguardo le difficoltà di pagamento del pedaggio sulla A33, l'autostrada Asti-Cuneo, e mi unisco agli altri lettori per esprimere il mio sconcerto. Le "spese extra" richieste dal gestore autostradale superano spesso il valore stesso del pedaggio, trasformando una procedura semplice in una vera odissea.

La totale assenza di cartelli esplicativi o indicazioni per chi transita senza Telepass è sconcertante. Gli utenti, ignari delle complicazioni burocratiche che li attendono, si trovano spaesati. Un pedaggio che un tempo si risolveva con 30 secondi e due monete nel cestello di un casello automatico è ora un labirinto di procedure online e attese frustranti.

Il sistema "free flow", che dovrebbe semplificare la vita, si è trasformato in un "cash flow" per il gestore. 

Il sito della concessionaria è malfunzionante: non memorizza i dati, non mostra i transiti in tempo reale e rende macchinosa anche la funzione di pagamento una tantum. Persino registrare il proprio veicolo sulla piattaforma risulta inutile, poiché l'elenco dei transiti spesso non restituisce risultati.

Per un pedaggio di 2,69 euro, il cittadino deve affrontare costi extra di 3,65euro , oltre a 1 o 1,50 euro per il bollettino postale. Nel mio caso personale, andata e ritorno sono costati 13,13 euro rispetto ai 5,38 importo effettivo del pedaggio autostradale.

Anche online la situazione è inaccettabile: per esperienza personale un transito effettuato a metà dicembre è comparso sulla piattaforma solo al quindicesimo giorno, con una spesa maggiorata di 2,58 euro, per un totale di 5,27.

La vera domanda è: dov'è il vantaggio? 
Se il vecchio casello rallentava solo per pochi istanti, questo nuovo sistema sembra progettato più per incrementare gli incassi che per agevolare i cittadini. 

La scelta più immediata per molti è evitare del tutto l'autostrada, ma a quale prezzo? Tornare alle strade alternative significa allungare i tempi di viaggio e congestionare vie secondarie, con un impatto negativo sia sugli utenti che sulle infrastrutture locali.

Chiedo ai politici e ai gestori dell'infrastruttura: è davvero questa l'idea di progresso che avevate in mente? Perché a molti di noi, cittadini, sembra solo l'ennesima fregatura.

Distinti saluti,

Lettera Firmata

Salve, 

Sono romano di nascita e vivo a Nizza Monferrato da 15 anni. La mia auto è dotata di Telepass ed ogni volta che mi reco ad Asti (visite specialistiche al Cardinal Massaia, shopping o cene con amici) sento il segnale acustico quando attraverso la nuova barriera del Free Flow sia all'andata per raggiungere l'uscita di Mongardino/Asti o al ritorno per quella del Turchino/SP456.

E' vergognosa questa installazione che si aggiunge ad altre, altrettanto inutili, in un tratto compreso tra le due uniche entrate ed uscite per Asti. Stanno danneggiando pesantemente i vari comuni posti lungo i percorsi alternativi (es. Isola d'Asti o quelli sul lato di Alessandria) intossicando i centri abitati di polveri sottili per l'aumento esponenziale di nuovi transiti non solo di autovettore ma di TIR. 

Serve solo per fare cassa questo feudalesimo tecnologico e come tanti altri della mia zona, cancelleremo Asti come urbe di riferimento prediligendo Alessandria che ha una tangenziale gratuita. Quando saranno evidenti i risultati di una riduzione degli acquisti nei centri commerciali, ipermercati, riduzione dei coperti serviti su base annuale, ma solo allora, partirà una giusta class-action dei commercianti ed altre categorie per l'abolizione di questo inutile e non necessario strumento di tariffazione. Non sarei meravigliato se in un futuro prossimo venisse introdotto un ticket di ingresso in città.

Lettera Firmata


 

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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
Orgoglio Astigiano per me è sinonimo di scelta: la mia e quella degli altri.
Per questo ho voluto scrivere in prima persona ogni articolo della rubrica, convinta di riuscire a portare anche te nel mio mondo.
Requisiti richiesti? Bisogna lasciarsi andare. Più che farti intervistare, ti devi guardare dentro. Senza aver paura di raccontarmi ciò che ci troverai...

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