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Economia e lavoro | 04 gennaio 2025, 19:55

I dubbi di Confartigianato Piemonte sulla Manovra 2025: "Poco coraggiosa per le PMI"

Il presidente Giorgio Felici: "Le buone intenzioni ci sono, ma mancano interventi concreti per le piccole imprese"

L'ingresso della sede provinciale di Confartigianato Asti

L'ingresso della sede provinciale di Confartigianato Asti

La Manovra di Bilancio 2025, presentata dal Governo con l'obiettivo di rilanciare l'economia italiana, prevede interventi per 30 miliardi di euro, mirati a favorire la ripresa economica e incentivare la spesa delle famiglie. Tuttavia, Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, ha espresso preoccupazione per l'efficacia delle misure proposte.

Felici ha dichiarato: "Le buone intenzioni sono apprezzabili ma le misure non sono adeguatamente mirate a sostenere in modo concreto anche le micro e piccole imprese, che rappresentano la vera spina dorsale dell’economia italiana e del Piemonte". Ha definito la manovra "poco coraggiosa e troppo rigorosa", sottolineando che la riduzione dell'IRES al 20%, destinata alle società di capitali che reinvestono utili e creano occupazione stabile, esclude molte micro e piccole imprese, che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo nazionale e regionale.

Il Fondo di Garanzia per le PMI, prorogato per il 2025 con un massimale di 5 milioni di euro per impresa, e il rifinanziamento della legge Sabatini a sostegno degli investimenti, secondo Felici, non daranno i risultati sperati. "L’introduzione di costi aggiuntivi sui prestiti bancari rischia di penalizzare le aziende più fragili, che già oggi faticano ad accedere al credito. Serve un approccio più strutturale per garantire accesso al credito senza oneri eccessivi, soprattutto per le realtà più piccole", ha aggiunto.

Un tema centrale della manovra è l'innovazione. Le semplificazioni introdotte per il programma Transizione 5.0 sono apprezzabili e significative, rendendo il programma più accessibile alle micro e piccole imprese per favorire investimenti tecnologici ed energetici. Tuttavia, i limiti posti agli incentivi per la Transizione 4.0 rappresentano un freno per la digitalizzazione delle aziende italiane, spesso già in ritardo rispetto ai competitor internazionali.

Felici ha spiegato che "gli investimenti agevolabili sono stati limitati a un tetto complessivo di 2,2 miliardi di euro, con un sistema di prenotazione che rischia di escludere le imprese meno strutturate. Inoltre, l’eliminazione del credito d’imposta per i software e la ristrettezza dei tempi per completare gli investimenti rendono la misura meno accessibile per le MPI, che spesso mancano delle risorse per rispettare scadenze così serrate".

Nel settore edilizio, la riduzione delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche rappresenta un duro colpo per molte imprese artigiane. La manovra abbassa le percentuali di detrazione e limita le agevolazioni a determinati interventi, riducendo la domanda per lavori che coinvolgono molte piccole realtà del settore. A questi problemi si aggiungono nuovi adempimenti burocratici, come l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per dedurre determinate spese e l’integrazione dei registratori telematici con i sistemi di pagamento elettronico. Questi cambiamenti, non accompagnati da incentivi per l’adeguamento, rischiano di aumentare i costi amministrativi per le imprese.

Anche il lavoro e l’occupazione sono al centro del dibattito. Le misure come la deduzione maggiorata per le assunzioni a tempo indeterminato e l’esonero contributivo per le neoimprese sono un primo passo ma non sufficienti. "Confartigianato Imprese Piemonte da tempo chiede maggiori investimenti sull’apprendistato professionalizzante, una risorsa strategica per combattere la disoccupazione giovanile e ridurre il divario tra competenze richieste e offerte", ha sostenuto Felici.

Felici ha concluso affermando che "è necessario andare oltre superando le rigidità imposte dall’UE. Serve un approccio più organico, coraggioso e lungimirante, che riconosca pienamente il valore delle micro e piccole imprese e del loro legame con il territorio. Queste realtà costituiscono il cuore pulsante della nostra economia e meritano politiche più strutturali".

Redazione

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