Attualità | 29 dicembre 2024, 07:12

"La sicurezza non è un optional: così rendiamo Asti più vivibile"

Il prefetto Claudio Ventrice traccia il bilancio del 2024: dalla videosorveglianza alla lotta contro il disagio giovanile, dal contrasto al caporalato alla tutela dei pronto soccorso

Claudio Ventrice (Merphefoto)

Claudio Ventrice (Merphefoto)

Il suo ufficio nella storica sede della Prefettura di Asti è il crocevia di iniziative che stanno cambiando il volto della sicurezza in città e provincia. Il prefetto Claudio Ventrice, forte della sua esperienza come docente di codice della strada e di un approccio pragmatico alle questioni, traccia un bilancio dell'anno che sta per concludersi.

Prefetto, partiamo dalla sicurezza urbana. Quali sono state le principali iniziative?

Abbiamo fatto un lavoro capillare sulla videosorveglianza. Asti è probabilmente la provincia più controllata d'Italia, con circa 2.600 telecamere tra città e territorio. Ma non ci siamo fermati qui: abbiamo stipulato protocolli con Federfarma e i commercianti per collegare direttamente le loro telecamere alle sale operative delle forze dell'ordine. È un modello che funziona.

C'è un progetto che le sta particolarmente a cuore?

La riqualificazione del Parco della Resistenza. Ho toccato con mano il problema quando, passeggiando con mia moglie un pomeriggio, ho avvertito un senso di insicurezza. Abbiamo organizzato un presidio continuativo delle forze dell'ordine per 40 giorni, con risultati eccellenti. Le famiglie hanno ricominciato a frequentarlo. A marzo riprenderemo il progetto, puntando anche sul potenziamento dell'illuminazione.

Sul fronte della sicurezza sanitaria, cosa state facendo per proteggere il personale dei pronto soccorso?

Stiamo per attivare quello che l'assessore regionale alla Sanità ha definito il 'modello Asti': un sistema di telecamere collegate direttamente alle sale operative di polizia e carabinieri. Non proteggerà solo il pronto soccorso, ma anche le guardie mediche e i medici che fanno visite domiciliari. È un progetto pilota che sarà replicato in tutto il Piemonte.

Lei è un esperto di codice della strada. Come state affrontando il problema degli incidenti?

Da docente iscritto all'albo della scuola superiore del Ministero dell'Interno, posso dire che servono interventi a 360 gradi. Non solo autovelox, che devono essere finalizzati alla prevenzione e non a fare cassa, ma anche segnaletica, illuminazione, attraversamenti pedonali sicuri e dossi. Il 70% dei proventi delle multe deve essere reinvestito in sicurezza stradale.

Sul fronte dell'immigrazione, avete sviluppato progetti innovativi...

Abbiamo creato una task force agricola che ha dato risultati straordinari: 224 contratti a tempo determinato per i migranti durante la vendemmia, in collaborazione con le associazioni di categoria. È un modello di integrazione che combatte il caporalato e garantisce la legalità. Inoltre, abbiamo attivato un protocollo con l'Asl per gestire il disagio psichico dei migranti, garantendo loro un accesso privilegiato alle cure.

Come sta funzionando l'integrazione attraverso i lavori socialmente utili?

Abbiamo stipulato convenzioni con diversi comuni e la cooperativa Codeal. I migranti, su base volontaria e assicurati, svolgono lavori di manutenzione che un tempo erano affidati ai cantonieri: dalla pulizia delle strade alla tinteggiatura delle scuole. I sindaci sono entusiasti, specialmente a Canelli.

Quali sono gli obiettivi per il 2025?

Oltre al consolidamento dei progetti in corso, voglio realizzare due protocolli: uno contro il bullismo e uno sull'usura. Quest'ultimo lo faremo con le banche, perché sono convinto che il fenomeno esista anche se non è visibile. Continueremo poi a lavorare sulla sicurezza delle grandi manifestazioni, dal Palio alla Douja d'Or, che quest'anno hanno dimostrato come si possano coniugare tradizione e protezione dei cittadini.

A proposito di eventi, la visita del Presidente Mattarella è stata un successo...

I consiglieri del Capo dello Stato si sono complimentati per la gestione della sicurezza. È stata la dimostrazione che quando le istituzioni lavorano in sinergia, i risultati arrivano. Lo stesso spirito che mettiamo in tutte le nostre iniziative, dai comitati per l'ordine pubblico alle riunioni con gli 86 sindaci della provincia. La sicurezza è un lavoro di squadra.

Sul fronte degli infortuni sul lavoro, quali iniziative avete intrapreso?

Abbiamo riattivato l'Osservatorio provinciale per il monitoraggio degli infortuni sul lavoro, fermo da oltre 8 anni. È uno strumento fondamentale che coinvolge sindacati, associazioni di categoria e tutti gli attori del territorio. Non vogliamo limitarci ai cantieri edili: i controlli devono essere a 360 gradi, dalle aziende agricole a quelle del marmo. Nel 2024 abbiamo effettuato 15 ispezioni interforze e, purtroppo, abbiamo trovato diverse irregolarità. C'è ancora molto da fare.

Come state affrontando il tema della violenza di genere?

Abbiamo organizzato il convegno 'La Rete Sicura' durante la settimana dedicata al contrasto della violenza di genere. Il quadro normativo c'è, ma serve un cambiamento culturale. La prevenzione è fondamentale: dobbiamo lavorare nelle scuole, nelle università, coinvolgendo tutte le istituzioni. L'Orecchio di Venere sta facendo un lavoro eccezionale, ma è necessario uno sforzo collettivo per cambiare la mentalità.

A proposito di emergenze, come avete preparato il territorio?

Abbiamo realizzato quattro esercitazioni di protezione civile: a Canelli, San Damiano d'Asti, Bubbio e la più importante ad Asti. Inoltre, abbiamo formato tutti i sindaci sui loro compiti in caso di eventi calamitosi. È fondamentale che sappiano come e quando dare l'allarme, essendo loro i primi responsabili della protezione civile sul territorio. La preparazione è la chiave per gestire le emergenze.

Il Pnrr rappresenta una sfida importante per i piccoli comuni. Come li state supportando?

Abbiamo costituito un gruppo di lavoro dedicato, anticipando di un anno le disposizioni del Governo. Molti comuni avevano difficoltà nel caricare le rendicontazioni sulla piattaforma. Grazie a questo supporto, oggi la situazione è nettamente migliorata. È un esempio di come la Prefettura possa essere un punto di riferimento concreto per gli enti locali.

Come vede il futuro della sicurezza urbana?

La tecnologia sarà sempre più importante, ma non può sostituire il fattore umano. Il nostro modello si basa sull'integrazione tra strumenti tecnologici e presenza sul territorio. La collaborazione con i cittadini, attraverso il controllo di vicinato e i protocolli con le categorie, è fondamentale. Vogliamo una sicurezza partecipata, non delegata solo alle forze dell'ordine.

Alessandro Franco

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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