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Attualità | 24 dicembre 2024, 08:14

Casa di riposo di Villafranca: si guarda al 2025 con cauto ottimismo

Trovata una soluzione per il debito grazie alle donazioni private e a un lascito. Ora la sfida è individuare un nuovo gestore

La manifestazione per evitare la chiusura della struttura, lo scorso autunno

La manifestazione per evitare la chiusura della struttura, lo scorso autunno

La casa di riposo Venanzio Santanera di Villafranca d'Asti vede uno spiraglio di luce dopo mesi di incertezza. La struttura, che rischiava la chiusura entro fine anno, sta trovando una via d'uscita grazie alla straordinaria risposta della comunità locale.

"La comunità ha risposto in maniera superlativa", commenta il presidente del comitato Vincenzo Gerbi, che però invita alla prudenza: "Per prudenza e scaramanzia dico che le cose stanno andando verso il giusto, ma ci sono ancora alcune difficoltà da superare."

La principale sfida era rappresentata da un importante debito, circa 900.000 euro verso il precedente gestore Kcs Caregiver,  che, attraverso una transazione, sta trovando una soluzione. "I fondi vengono da due fonti", spiega Gerbi, "metà dalle donazioni di imprese private e metà da un lascito che il Comune di Cantarana aveva ricevuto con la condizione che venisse utilizzato per una casa di riposo. Tutto è stato fatto parlando tra persone civili, con il parere favorevole della famiglia del donatore."

Nonostante i progressi, rimangono delle sfide da affrontare. La più pressante è trovare un gestore che possa garantire la continuità del servizio. "Il problema più gravoso", sottolinea Gerbi, "è che la casa di riposo non è tanto grande, sono 40 ospiti in totale, i conti sono un po' stretti. Tutti ti dicono: se fosse il doppio..."

Rimane da negoziare con la Banca di Asti il mutuo residuo di 600.000 euro contratto nel 2009. La struttura, attualmente gestita da Pro-Infantia e commissariata dal 2021, resterà sotto la guida del commissario straordinario Sergio Endrizzi fino a giugno, o fino alla risoluzione anticipata della situazione.

La soluzione potrebbe arrivare da sinergie con altre strutture: "Ci sono delle funzioni, come il fisioterapista o l'infermiere professionale, che potrebbero essere condivise con altre case di riposo della zona", suggerisce il presidente.

"Siamo in una fase in cui stiamo bene dal punto di vista economico, ma non possiamo ancora fare festa", conclude Gerbi. "Probabilmente fra un mese saremo in grado di sciogliere la prognosi.

Per ora, la struttura può guardare al 2025 con moderato ottimismo, mentre prosegue il lavoro per garantirne il futuro.

Alessandro Franco

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