Politica | 20 dicembre 2024, 18:15

Rasero revoca le deleghe a Bovino: "E' venuto meno il rapporto di fiducia"

Ultimo (e presumibilmente definitivo) atto di un rapporto politico da sempre travagliato

Mario Bovino e Maurizio Rasero in una foto d'archivio (Ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin)

Mario Bovino e Maurizio Rasero in una foto d'archivio (Ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin)

Mario Bovino non è più un membro dell’Amministrazione comunale astigiana, a seguito della decisione del sindaco Maurizio Rasero di revocargli tutte le deleghe precedentemente assegnate (ovvero Commercio e Lavoro, Polizia municipale in materia di commercio, Pubblici esercizi e Artigianato, Decoro urbano)

La decisione, si legge nella disposizione firmata dal primo cittadino, è stata assunta poiché Bovino avrebbe tenuto “comportamenti non conciliabili con l’azione amministrativa dell’Ente portata avanti dal Sindaco e che tale situazione investe, inevitabilmente, la coesione e l’unità di intenti che devono comunque essere sempre garantite al fine di assicurare, con il regolare e coordinato svolgimento dell’attività della Giunta, l’efficienza dell’azione amministrativa per la realizzazione del programma di mandato nell’interesse della collettività e, in specie, della comunità locale nonché il rispetto dei principi cardine di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa”.

Interpellato al riguardo, il sindaco ha affermato che: “La revoca si basa sulla presa d'atto che l'assessore ha una postura non condivisa. Sia chiaro: sono motivazioni politiche basate sull'azione amministrativa. Non si può partecipare a tavoli o incontri e tenere comportamenti sgrammaticati e inopportuni. Dal racconto dello stesso assessore Bovino è emerso che in una sede tecnico-istituzionale abbia lasciato materiale informativo di un’azienda privata. Tutto ciò è incompatibile su come deve intendersi l’azione amministrativa da parte del sindaco e della giunta. È una questione di opportunità”.

Preannunciando che la decisione verrà comunicata al più presto anche in Consiglio comunale, il sindaco ha deciso di riservare a se stesso, fino a nuove decisioni, le deleghe precedentemente assegnate all’ormai ex assessore.

Cronaca di un rapporto politico burrascoso

Fermo restando la decisione, che quasi certamente comporterà una rottura definitiva, è senz’ombra di dubbio l’episodio più clamoroso, per completezza di cronaca va ricordato che i rapporti tra i due protagonisti della vicenda anche in passato sono stati piuttosto burrascosi.

Quella appena conclusasi è infatti stata la seconda esperienza amministrativa per Mario Bovino – esponente locale di punta di Forza Italia e candidato più votato, con 427 preferenze personali, nella lista “Forza Italia – Con Asti nel Cuore” alle scorse Amministrative – che nel 2017 era entrato nella prima giunta Rasero in veste di assessore con deleghe al Personale, Sport, Sistemi informatici e Partecipate. Salvo rassegnare le dimissioni nel novembre del 2021, indicativamente a sei mesi dal termine del mandato, per mai meglio definiti ‘motivi personali’.

Una motivazione che, secondo voci mai confermate, avrebbe in realtà celato attriti con altri membri dell’Amministrazione e non ultima la volontà di avere ‘le mani libere’ in ottica elettorale, poiché in quei mesi numerosi elettori guardavano a lui come una possibile alternativa, comunque di ambito di centro-destra, al sindaco Rasero. Un potenziale progetto politico poi sfumato quando lo stesso annunciò l’appoggio al sindaco uscente e la candidatura nella coalizione che lo sosteneva in vista di un secondo mandato. 

Quindi il ritorno in giunta, ‘forte’ delle preferenze personali ottenute, e la responsabilità di un assessorato, quello al Commercio, tanto fondamentale per il tessuto economico della città quanto estremamente complesso. In particolare con riferimento al lungo braccio di ferro con una parte degli ambulanti di piazza Alfieri, tutt’altro che felici all’idea di uniformare il mercato in piazza Campo del Palio. 

Infine oggi pomeriggio, a 5 giorni dal Natale, la sostanziale ‘cacciata’ dal Palazzo Civico.

Gabriele Massaro


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