Il 10 dicembre scorso, la Corte di Cassazione di Roma ha confermato la condanna nei confronti di due dirigenti della OCAVA, riconoscendo la loro responsabilità per la morte di Antonino Marchica , lavoratore addetto alla Spara Anime, a seguito dell’infortunio sul lavoro occorsogli il 4 dicembre 2015.
In primo grado il tribunale di Asti aveva assolto i due imputati mentre negli altri 4 gradi di giudizio (due avanti alla Corte d’Appello Penale di Torino e due avanti alla Corte di Cassazione) è stata riformata la sentenza accertando che la morte di Marchica era stata dovuta all’omissione delle dovute misure di sicurezza da parte dei responsabili aziendali.
Soddisfazione da parte della Fiom costituitasi parte civile nel processo che ha affiancato la Pubblica Accusa sostenendo tenacemente la responsabilità degli imputati nel corso di tutti i 5 gradi di giudizio: "Abbiamo permesso di ottenere giustizia per un lavoratore rimasto vittima di un incidente mortale dovuto, come troppo spesso accade, alla violazione da parte dell’azienda delle normative in materia di sicurezza sul lavoro".