Eventi - 13 dicembre 2024, 11:45

Per tre sere a Carignano torna in scena lo spettacolo "Quei piemontesi sul Titanic"

Tra i personaggi interpretati dalla compagnia Fric Filo2 anche quello del cameriere canellese Vincenzo Pio Gilardino, morto durante il naufragio del 1912

Tornerà in scena questa sera, venerdì 13 dicembre, al piccolo teatro Alfieri di Carignano (Via Savoia, 50) lo spettacolo "Quei piemontesi sul Titanic", di Pierluca Costa, allestito dalla compagnia Fric Filo2. 

L'opera teatrale narra la storia dei quindici piemontesi morti sul Titanic, la nave più famosa del mondo. Nelle 20 repliche dello scorso inverno per molti spettatori era stato impossibile trovare un posto, perciò si sono aggiunte le serate del 13, 14 e 15 dicembre (inizio alle 21). 

L’opera teatrale ha trovato anche il sostegno della Regione Piemonte. 

Tra i personaggi caratterizzati all'interno dello spettacolo, si trova anche l'astigiano Vincenzo Pio Gilardino, cameriere del ristorante di prima classe del Titanic. Nato a Canelli il 27 gennaio 1881, figlio di Umberto Gilardino e Giovanna Muratore, aveva sei fratelli e tre sorelle. Il suo corpo non fu mai identificato. Per tutte le informazioni sulla sua figura, è possibile consultare il reportage contenuto nella rivista "Astigiani", disponibile QUI

TRAMA

Southapton, 6 aprile 1912. Sono circa le 8 del mattino quando al molo 44 un debole sole primaverile scalda i frenetici preparativi per la partenza del secolo: quella della Royal Mail Ship Titanic, di proprietà della compagnia navale White Star Line. Ed è lo stesso tepore che avvolge gli animi dei camerieri italiani che si apprestano a salire sul transatlantico più lussuoso esistente e, tra loro, i nostri quindici piemontesi. Se il frizzante vento oceanico e l’insopportabile instabilità del clima britannico sono l’altare del primo giorno di lavoro per Giovanni Salussolia, Candido Scavino, Giacomo Sesia, Battista Bernardi e Vincenzo Pio Gilardino, allora il Titanic ne è la cattedrale e il maître Luigi Gatti, sceso orgoglioso dalla «sua» nave, è il sacerdote che li battezza e li avvia ad un viaggio esclusivo, tra le pareti appena ultimate del ristorante galleggiante A la carte. I nostri cinque camerieri sono pronti, sono felici ed entusiasti per quella grande occasione e, affiancati dalle cameriere Bianca, Rosina, Vittoria e da una determinata dama di compagnia (Roberta), si apprestano a dare il massimo della loro professionalità. Una professionalità «all’italiana», potremmo dire, pregna di umanità e generosità, tanto da spingere Vincenzo Pio Gilardino a mettere a repentaglio il proprio contratto con Gatti, pur di donare una seconda possibilità a Caterina e al suo piccolo Stefano, con il nonno Mario, già trafitti dalla cattiva sorte, saliti a bordo clandestinamente. Il 10 aprile, esattamente alle ore 12:00, il Titanic salpa per il suo viaggio inaugurale e con esso i nostri camerieri. Sono giornate frenetiche e faticose a bordo del transatlantico, ma sempre leggere e ricche di allegria come solo noi italiani sappiamo fare, da nord a sud. Sotto l’indeformabile sguardo del direttore Gatti, si consumano amicizie, amori e simpatie, ma destinate ad alimentare anche distruttive invidie. Nulla, tuttavia, può scalfire gli animi dei nostri guerrieri di sala, che brillano anche di fronte a personalità potenti come i coniugi Widener. Tuttavia, è proprio nel momento più tragico che il meglio ed il peggio dell’uomo emergono simultaneamente: quando alle 23:40 del 14 aprile 1912 il Titanic urta contro l’iceberg e condanna 1518 persone a morte e, tra queste, anche i nostri quindici camerieri. E con loro, altri trentacinque italiani, davanti allo sguardo attonito ed impotente del capitano Edward John Jr. Smith.

COLLABORATORI ESTERNI

Claudio Bossi (storico, saggista)

Simone Ferrero (musicista, compositore)

Associazione Nazionale Marinai d’Italia

Le ricerche continuano 

Durante l’estate, l’autore e regista dell’opera, Pierluca Costa, è stato contattato da Rosario Scumaci, un cittadino d’origini italiane residente a Pittsburgh (Pennsylvania), che si è dichiarato discendente del trancheur Candido Scavino (nell’opera interpretato da Giancarlo Cerutti), dopo aver letto i numerosi articoli diffusi sul web dello spettacolo teatrale. Si aggiunge quindi altro materiale allo studio storico della vicenda, che unisce le famiglie Scavino di Alba e Guarene (entrambe presenti durante le rappresentazioni), con probabili discendenze che partono dal comune di Cravanzana (Cn), poi migrate in America. Il trancheur perito nel naufragio del colosso della White Star Line avrebbe, infatti, parentela diretta con Pietro Scavino, Celestina Mercede Pisano (nata Scavino), e con le sorelle Rina Scavino e Armanda. Pietro Scavino possedeva un panificio proprio a Cravanzana, prima di migrare negli Stati Uniti dando origine alla famiglia di Scumaci.

Per interessamento, poi, dello scrittore e poeta Gabriele Gariglio, il copione di “Quei piemontesi sul Titanic” è candidato al premio letterario “Salva la tua lingua locale”, edizione 2024, promosso dall’ Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia (firmataria di un Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito), e ALI Lazio che prevede la cerimonia di premiazione a Roma presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio proprio per il prossimo dicembre.

C’è di più. La compagnia teatrale Fric Filo2 annuncia addirittura l’istituzione per il 2025 di un progetto cinematografico sul tema.

Il lavoro svolto con tanta passione e abnegazione da tutti i volontari del gruppo teatrale parrocchiale ha portato risultati davvero inaspettati”, spiegano i componenti del consiglio direttivo della Fric Filo2, “L’impatto culturale delle vicende che ruotano attorno all’origine e alla vita dei camerieri piemontesi salpati da Southampton quel maledetto 10 aprile del 1912 meritano di essere gelosamente custodite nel tempo, anche a conclusione di questa straordinaria esperienza artistica. Per questi motivi è nata l’idea di sfruttare l’allestimento scenico per realizzare un film-teatrale”. Il regista della compagnia racconta: “Sarà certamente una realizzazione molto particolare, un ibrido tra cinema e teatro, forse poco sfruttato oggi. Gli attori di “Quei piemontesi sul Titanic” si troveranno sullo stesso palcoscenico, che diventerà un vero e proprio set cinematografico il quale, grazie a Massimiliano Manzo ed Emiliano Frediani (di Fargo Film, autori e produttori di “Un giorno qualsiasi” e “Dark Violet”, cortometraggi prodotti già in collaborazione con la Fric Filo2), ci aiuterà a realizzare l’ambizioso obiettivo di tradurre le vicende dei nostri piemontesi in una pellicola con tutte le caratteristiche visive dei film contemporanei”. Alcune riprese sono già state effettuate e il film-teatrale si caratterizzerà anche per contenere delle scene inedite, come quelle legate agli attimi immediatamente successivi il naufragio del Titanic, riprodotti nella piscina della Società Canottieri Padus durante il mese di settembre. 

Non si placa, per fortuna, l’entusiasmo e la voglia di fare della compagnia teatrale carignanese e c’è già chi si domanda quale sarà il tema del prossimo lavoro, ma soprattutto come pensano di riuscire a mantenere l’impatto artistico ottenuto dopo quest’opera titanica. Spiega Costa: “Ciò che tiene in vita e fortemente legata la nostra famiglia di artisti è la capacità di sognare e la volontà di divertirci e da questi presupposti partiremo anche per la prossima opera. Non sappiamo ancora a quale storia dedicheremo le nostre attenzioni per il prossimo spettacolo, ma devo ammettere che le vicende di Casa Savoia della seconda metà dell’Ottocento ci solleticano alquanto. Non è detto che non ci venga in mente di ficcanasare nella vita privata dei Reali piemontesi che hanno fatto l’Italia; in effetti, è stata anche quella un’opera titanica”.