Domenica 15 dicembre, alle ore 17, la biblioteca Monticone di Canelli accoglierà Enrico Deaglio per la presentazione di C’era una volta in Italia. Gli anni Settanta, un libro scritto a quattro mani con Ivan Carozzi.
Dopo lo scoppio, il 12 dicembre 1969, della bomba di piazza Fontana, un nuovo decennio, figlio di un radicale cambiamento, cominciava.
Gli anni Settanta in Italia furono un decennio bifronte: da un lato, il progresso civile segnato da riforme storiche come il divorzio, l’aborto, l’obiezione di coscienza e la chiusura dei manicomi; dall’altro, la cupa ombra degli "anni di piombo". La violenza si radicava in un tessuto sociale lacerato: bombe fasciste in stazioni e treni, colpi di stato falliti e la scelta della lotta armata da parte di frange estreme della sinistra rivoluzionaria, in un’escalation di sangue irripetuta in Europa.
Mentre gruppi criminali come la Banda della Magliana, Cosa nostra e la nascente ’ndrangheta stringevano patti oscuri con il potere, l’Anonima sequestri finanziava il proprio “modello di sviluppo” con i riscatti di 387 rapimenti. Sullo sfondo, il paese oscillava tra la vitalità culturale – le manifestazioni di Berlinguer, Pannella, Rame e Fo, le canzoni di Dalla e De Gregori, i successi di Elsa Morante e Fellini – e l’amara ironia di un futuro sempre più incerto.
Il decennio fu segnato anche da una crescente disillusione: il sogno del cambiamento si infranse contro la violenza delle stragi e dei sequestri, culminando nell’assassinio di Aldo Moro. La morte di figure come Pier Paolo Pasolini e Peppino Impastato sancì simbolicamente la fine di un’epoca, lasciando dietro di sé una sensazione di rottura irreparabile. Gli anni Settanta si chiusero con un paese smarrito, dove la speranza di un futuro diverso sembrava ormai sfumata per sempre.
Con C’era una volta in Italia. Gli anni Settanta, Enrico Deaglio tratteggia in 784 pagine un decennio di contraddizioni: un’Italia vivace e sognatrice, ma anche violenta, tragica e in perenne mutamento. Il libro, che mescola storia e costume, restituisce il ritratto di un paese segnato per sempre da lotte e contrasti.
Deaglio, giornalista e scrittore di lungo corso, torna a Canelli per la terza volta. Autore di opere come La banalità del bene, storia dell’eroe dell’Olocausto Giorgio Perlasca, e della trilogia Patria, Deaglio ha raccontato con lucidità il ventennio berlusconiano, l’ascesa della mafia e i grandi snodi della storia italiana dal 1967 al 2020. Tra i suoi ultimi successi figurano La bomba (premio Bagutta 2019) e Qualcuno visse più a lungo, in cui riapre il dibattito sulle stragi mafiose del 1992-1993.
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