Attualità | 08 dicembre 2024, 07:29

Il turismo di Langhe, Roero e Monferrato: "Una crisi di crescita da governare"

Mariano Rabino, presidente dell’Ente Turismo, parla di numeri record, criticità e prospettive future per un territorio in continua evoluzione. E sul suo mandato in scadenza: "Sarei pronto a continuare e a portare avanti il progetto di valorizzazione, ma decideranno i soci"

Ph Guazzone

Ph Guazzone

Le Langhe, il Roero e il Monferrato non sono più solo un punto di riferimento per gli amanti del buon vino e della cucina d’eccellenza, ma si sono trasformati in una destinazione turistica internazionale. Dal 2019 al 2024, gli arrivi sono cresciuti del 25%, con un 2024 che segna un nuovo record assoluto. Tuttavia, questo progresso pone interrogativi cruciali: come mantenere l’equilibrio tra quantità e qualità? Come affrontare criticità come il boom delle locazioni brevi, l’aumento dei prezzi e una tendenza alla generalizzazione dell’offerta?

Mariano Rabino, presidente dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, definisce questa fase “una crisi di crescita” e ne parla con una visione che guarda al futuro, puntando su sostenibilità, autenticità e coerenza.

Partiamo dai dati: quali numeri descrivono davvero il successo del territorio?
"Dal 2019 al 2024 gli arrivi sono cresciuti di oltre il 25%. Oggi parliamo di circa 650-700 mila arrivi, con una permanenza media di 2,2-2,3 notti. Questo si traduce in oltre un milione e mezzo di presenze all’anno. Inoltre, nonostante un 2024 già eccezionale, si registra una crescita ulteriore del 3% rispetto al 2023. Sono numeri straordinari, ma che richiedono una riflessione. Non possiamo limitarci a crescere nei volumi: dobbiamo chiederci che tipo di turismo vogliamo promuovere".

Il ruolo dell’Ente Turismo in questo contesto qual è?
“Non siamo noi a far arrivare o partire i turisti, ma abbiamo il compito di dare un indirizzo chiaro, costruendo una visione condivisa con operatori pubblici e privati. Serve una regia unitaria, dove ogni componente del territorio remi nella stessa direzione per creare un’offerta coerente e di qualità”.

Quali territori stanno crescendo di più?
“Se il 2023 è stato l’anno del Monferrato, il 2024 ha visto il Roero crescere più della media, con un aumento del 4%. Tuttavia, la Langa rimane la regina con il 50% dei flussi, contro il 35% del Monferrato e il 15% del Roero. È una crescita che va bilanciata per garantire una distribuzione più uniforme dei benefici".

Ha parlato di 'crisi di crescita'. Quali sono le principali criticità che il territorio sta affrontando?
"Tre sono i punti centrali. Il primo riguarda le locazioni brevi, un fenomeno in forte espansione ma spesso difficile da regolamentare e censire. Questo crea squilibri e può abbassare la qualità complessiva dell’offerta. Il secondo è l’aumento dei prezzi, sia per i posti letto che per i ristoranti: una dinamica che rischia di penalizzare una parte del turismo accessibile. Infine, c’è la generalizzazione dell’offerta: tutti vogliono fare tutto, ma così si perde quella specializzazione che rende unico il nostro territorio. Questo è il momento di fermarsi e riflettere su quale strada vogliamo percorrere". 

Quale percorso vede?
"La parola crisi, in cinese, è composta da due caratteri: uno rappresenta la difficoltà, l’altro l’opportunità. È proprio questo che dobbiamo fare: individuare le difficoltà, affrontarle con consapevolezza e trasformarle in un’opportunità per ripartire meglio. Se riusciamo a consolidare il successo, senza tradire l’essenza del nostro territorio, questa crisi di crescita diventerà un’occasione per scrivere un nuovo capitolo di successo".

Come la si trasforma in un’opportunità?
"È necessario trovare un equilibrio tra quantità e qualità: serve una visione strategica che punti a un turismo lento, rispettoso del nostro paesaggio e delle dinamiche dei nostri piccoli centri. Investire su progetti come la mobilità sostenibile – penso al treno storico da Roma ad Alba, solo per fare un esempio – e garantire un’offerta coerente e autentica sono i passi fondamentali per rendere la nostra destinazione sostenibile nel tempo, 'durable' come si esprime efficacemente in francese. È una sfida che richiede coraggio e una regia unitaria tra pubblico e privato".

La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba è uno degli eventi simbolo del territorio. Qual è la sua valutazione di quest’anno?
"La Fiera è la gemma più preziosa del nostro territorio e un modello per tutti gli eventi. Negli ultimi anni ha puntato molto sulla sostenibilità, ottenendo certificazioni in ambito ambientale, etico ed economico. Tuttavia, c’è ancora molto da fare, soprattutto sul fronte della mobilità sostenibile e dell’economia circolare. Immagino una Fiera che crei una condizione di economia circolare totale, dove ogni aspetto, dallo smaltimento dei rifiuti al riciclo, sia gestito in modo responsabile. Allo stesso tempo, è importante che rispetti chi lavora al suo interno, garantendo condizioni dignitose. Una Fiera di questo tipo non è solo coerente con i valori del nostro territorio, ma diventa un esempio di sostenibilità che si riflette sull’intera destinazione".

Il mandato dell’attuale consiglio d’amministrazione dell’Ente Turismo scadrà nel 2024. Qual è il bilancio di questi anni?
"Il bilancio è entusiasmante. Siamo entrati in carica ad aprile 2022, in un momento delicato, con il turismo che ripartiva dopo due anni di pandemia. Da allora, i numeri sono cresciuti costantemente, oltre ogni aspettativa. Sono grato ai soci che hanno deciso di investire su di noi, al direttore Bruno Bertero e a tutto il personale dell’Ente Turismo per il lavoro straordinario. Personalmente, sarei onorato di poter continuare questo percorso se richiesto, ma sarà una decisione dei soci".

Sostenibilità, mobilità e collaborazione: quanto sono importanti per il futuro del turismo locale?
"Sono fondamentali. Una destinazione turistica è vincente solo se i cittadini che la abitano non vivono il turismo come un problema, ma come un’opportunità. Questo significa puntare su una mobilità sostenibile, su un’offerta coerente e sul coinvolgimento della comunità. Se riusciamo a creare un sistema in cui i residenti si sentano parte di un progetto più grande, allora avremo raggiunto un equilibrio perfetto tra crescita e benessere. È questo il nostro obiettivo: consolidare il successo senza tradire l’essenza del nostro territorio".


 

Daniele Vaira

Leggi tutte le notizie di VIVIAMO IN UN POSTO BELLISSIMO ›

Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium