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Cultura e tempo libero | 03 dicembre 2024, 12:47

Chiara Buratti torna al teatro Alfieri di Asti con "L'ultimo giorno di sole" di Giorgio Faletti: tutto esaurito per l'abbraccio della città all'attrice [INTERVISTA]

Giovedì 5 dicembre alle 21. "Linda, come me, è una donna rimasta da sola, fa i conti con la sua vita, riapre i cassetti della memoria per guardare avanti, senza vittimismo"

Chiara Buratti (ph. Marco Bernardi)

Chiara Buratti (ph. Marco Bernardi)

"In  quel tenue barbaglio di luce che chiamano vita, in quel lampo abbagliante di luce che chiamano vita. Si parla ,si ascolta, si allude, si illude che un fragore di applausi compensi un sipario che chiude. Ed è l’ultimo giorno di sole”.

Parole che suonano profetiche e che assumono un significato profondo dal sapore dolceamaro, dopo la morte (dieci anni fa), di Giorgio Faletti e quella recentissima di Massimo Cotto. Due anime simili, strappate precocemente alla vita e alla loro amata città, due anime che convergeranno nel cuore dell'attrice Chiara Buratti, musa ispiratrice di Faletti e moglie di Cotto,  nello spettacolo “L’ultimo giorno di sole”.

Il debutto di questo spettacolo (diventato anche libro e cd), il 4 luglio 2015, ad un anno esatto dalla morte di Faletti, aveva inondato di emozioni e lacrime il Teatro Alfieri di Asti, una città devastata, quel giorno, anche da un brutale e insensato omicidio (la tabaccaia Maria Luisa Fassi era stata dilaniata da decine di coltellate nella sua tabaccheria).

Chiara Buratti, eccellente interprete di un'opera scritta per lei, aveva ceduto alle lacrime nel finale e, giovedì 5 dicembre, tornerà sullo stesso palco con una forza inaudita (ma l'amore si sa, dà una forza insospettabile), dopo la tragedia (e lunghi problemi di salute) che l'ha colpita.

Una forza della natura Chiara, astigiana per amore, che ha adottato una città che la ricambia di un affetto travolgente. Una vera professionista che sa accarezzare le anime con la sua voce, il suo sorriso e la sua empatia. È davvero difficile pensare che tutto quello che l'ha colpita negli ultimi tempi non abbia scalfito la sua voglia di portare avanti progetti e lavoro.

Lo spettacolo

Lo spettacolo "L'ultimo giorno di sole", parte della Stagione del Teatro Alfieri, realizzata dal Comune di Asti in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, sarà giovedì 5 dicembre alle 21 per la sezione Altri Percorsi.

Un nuovo allestimento riporta sui palcoscenici l’ultimo progetto immaginato, creato, voluto e realizzato da Giorgio Faletti per Chiara Buratti, un progetto che lo avrebbe dovuto vedere come regista e al quale aveva lavorato per tutto il 2013 costruendo il personaggio di "Linda" su Chiara e, quando arrivò il momento di dare una veste alle musiche, ha pensato a un'altra grande artista, Andrea Mirò, perché ha visto in lei una sensibilità vicina alla sua. 

Dopo il debutto alla regia curato dall’amico Fausto Brizzi, la regia dell’attuale versione dello spettacolo è di Tommaso Massimo Rotella, regista e attore teatrale di lungo corso.

In scena, per questa nuova versione, tre musicisti, Davide Passarini (basso), Luca Modena (batteria) e Vincenzo Muré (pianoforte e tastiere), i nuovi costumi sono  di Alessandra Maregatti.

Un progetto voluto da Matteo Brognoli e Tanya Lytvynenko fondatori di ArteS, Centro di valorizzazione delle Arti e dello Spettacolo in costruzione a Mantova, che hanno dato nuova vita alla piéce teatrale, lavorando a stretto contatto con Roberta Bellesini Faletti, moglie di Giorgio, che negli anni ha portato avanti con cura la sua eredità artistica.

La protagonista della storia è Linda, una donna che, di fronte all’annuncio di un’imminente catastrofe che colpirà il genere umano, mentre tutti fuggono alla ricerca di un improbabile luogo dove potersi salvare, decide di tornare nel paese dov'è nata. Nel chiedersi chi sarà quando tutto sarà finito, non si precipita avanti, ma preferisce guardarsi indietro. Racconta a sé stessa e al mondo che scompare ciò che ha visto e chi ha incontrato, le cose che ha vissuto e quelle che ha sognato. E canta per esorcizzare il buio. O per accoglierlo nel modo migliore. 

Un "romanzo a teatro" oggi più attuale che mai, che affronta tematiche come il cambiamento climatico e l’indifferenza verso i segnali di allarme lanciati dalla nostra terra, oltre a temi più personali come la vita e la morte, con mano poetica ma anche leggerezza e umorismo: si ride e ci si commuove con Linda-Chiara, perché la sua storia è un po‘ anche la nostra. 

L'intervista


 Chiara, il debutto al Teatro Alfieri di questo spettacolo, un anno dopo la morte di Giorgio. Oggi hai perso anche il tuo compagno di vita. È difficile umanamente pensarti di nuovo su quel palco

C'è una consapevolezza diversa di tante cose, anche a fronte di molti eventi che sono accaduti. L'emozione porta poi tante altre sensazioni che sono quelle anche paradossalmente di lucidità, perché cominci a vedere il mondo, le persone che ti circondano in maniera diversa, le tue priorità in maniera completamente diversa, ma è come se avessi  una percezione diversa da prima, come se guardassi il mondo dall'alto o trasversalmente comunque da un nuovo punto di vista. In questo momento ho ribaltato tutta la mia vita e quindi di conseguenza anche le cose che sto facendo, i personaggi che sto interpretando hanno un valore diverso, hanno un peso diverso legato alla vita.

Lo spettacolo racconta proprio il senso dell'affrontare la vita, una difficoltà enorme che è proprio un passaggio molto forte, molto importante. C'è una percezione, una consapevolezza molto più, paradossalmente, forte e più delicata, perché sai che la vita in questo momento ha un valore talmente talmente gigantesco che tutto deve essere preso in  maniera delicata ma decisa. 

Sensazioni all'opposto, in contrasto anche tra loro...

Le sensazioni che sto passando adesso sono tutte in contrasto, una sensazione a tratti di grande profondità, a tratti anche di grande gioia quando sento la vicinanza, sento l'amore e di profonda devastazione. L'attaccamento alla vita è fortissimo, sento che tutto mi gira intorno in maniera molto potente, sento un grande amore, però sento anche il bisogno di avvicinarmi in maniera delicata. La lucidità rimane nel prendersi cura di sé, di chi è vicino, di chi è rimasto e nel guardare proprio le cose con un'ottica, spesso è come me le farebbe vedere Massimo. 

Indubbiamente un marito, ma anche un mentore, mentre Giorgio si è ispirato a te per questa opera. Hai anche una grande responsabilità, come professionista e come donna

Giorgio mi ha affidato delle canzoni molto complesse, però nel momento in cui io sono quel personaggio, mi sento talmente dentro da dieci anni, non posso neanche parlare di responsabilità, mi ha fatto un dono enorme, io sto cercando di trasmetterlo al meglio. Il senso della responsabilità lo vivevo tantissimo i primi anni, ho sempre cercato anche di guadagnarmi tante cose che mi sono state donate. Ho avuto la fortuna di avere vicino mio marito e Giorgio che sono due figure talmente solide, talmente 'ingombranti 'nel senso più bello e profondo del termine.  Nel momento in cui questo personaggio combacia con me quando sono sul palco, il termine responsabilità non lo sento neanche più mio, è più una gioia portarlo in scena, perché la responsabilità prevede anche il dovere, ho una responsabilità, che è anche un senso del dovere che in questo momento, portando in scena una forma d'arte meravigliosa come quella appunto del teatro canzone, non vivo più perché sono come andata oltre, è come se questo personaggio dovesse vomitare tutta la sua vita, le sue sensazioni, quindi è un bisogno, diciamo così, è più un'urgenza, un bisogno, non tanto una responsabilità. 

E quanto la storia di Chiara si intreccia a quella di Linda?

Linda (si commuove n.d.r) è una donna che è rimasta da sola e che sta facendo i conti con la sua vita, sta riaprendo i suoi cassetti della memoria per poi guardare avanti, perché in realtà non c'è nessun tentativo di vittimismo, di compiacimento, di crogiolarsi in questa solitudine, ma c'è solo un bisogno di guardare avanti. Questo è quello che mi accomuna molto a Linda, guardare avanti mantenendo molto salde le proprie radici, perché Linda ad esempio decide di fare questo passaggio sulla cima di una collina rimanendo con i piedi ben saldati per terra, nella propria terra d'origine.Io in qualche modo sto cercando di guardare avanti, ripeto, nella maniera più lucida possibile, però tenendo ben salde le radici e cercando di tenere dentro tutto quello che due persone speciali come Giorgio e Massimo, che ho avuto veramente la fortuna,  l'onore  di conoscere e intrecciare le loro vite, di ricamminare veramente a fianco in un modo e nell'altro ovviamente, uno da moglie e uno da amica. Mi tengo il più possibile dentro ciò che mi hanno dato, quello che erano loro, quello che mi hanno insegnato inconsapevolmente, perché non c'è mai stato un tentativo di insegnare qualcosa. E poi trasformarlo in qualcosa di mio, in qualcosa anche di nuovo, filtrato da me, che passa anche attraverso di me, quindi una terza persona che è una donna, che ha un'altra età, che ha un altro vissuto e quindi che verrà inevitabilmente a portare qualcosa di diverso rispetto a quello che erano loro.
 

I biglietti sono esauriti sulla piattaforma www.bigliettoveloce.it . In cassa sono disponibili solo alcuni biglietti per posti a visibilità limitata, eventuali nuove disponibilità dell’ultimo minuto possono essere verificate chiamando la biglietteria, aperta il martedì e il giovedì dalle 10 alle 17 e nel giorno di spettacolo anche dalle 19 alle 21. 

Informazioni tel. 0141.399057 www.teatroalfieriasti.it 

Betty Martinelli

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