Si conclude a Piovà Massaia la nuova rassegna di appuntamenti culturali di inizio autunno dal titolo "TE'atro alla Menta", un progetto culturale promosso dal Comune che quest'anno si arricchisce di significative novità artistiche e territoriali. La manifestazione non si limita alla consueta rassegna teatrale curata dall'associazione Et veuli che t'la cönta, giunta alla sua undicesima edizione, ma si espande attraverso una serie di iniziative realizzate in collaborazione con l'Associazione Fra' Guglielmo Massaia e la casa degli alfieri.
L'obiettivo del progetto è ampio e articolato: valorizzare e promuovere il patrimonio linguistico e culturale del Piemonte, approfondendo la conoscenza delle tradizioni, degli usi e dei costumi delle società rurali. Un intento che ha trovato il sostegno della Regione Piemonte, che ha finanziato specificamente questa iniziativa di riscoperta e narrazione culturale.
Sabato 7 dicembre alle ore 16, presso il Palamenta in piazza San Martino, andrà in scena uno spettacolo che promette di essere un viaggio emozionale nelle memorie e nei vissuti delle comunità rurali piemontesi. "Teresa, ovvero la sarta che voleva ricucire il firmamento" è un racconto poetico firmato da Antonio Catalano, un artista conosciuto come il "poeta della meraviglia", che questa volta sceglie di raccontare l'universo femminile attraverso la figura di Teresa, interpretata magistralmente da Patrizia Camatel.
Lo spettacolo, già acclamato durante il festival Astiteatro, è un delicato affresco umano che ruota attorno a una sarta di paese e ai suoi ricordi. Teresa è una figura archetipica, un simbolo di quella sapienza antica che si tramanda attraverso i gesti quotidiani, le piccole cure, i lavori domestici. La sua macchina da cucire non è solo uno strumento di lavoro, ma un narratore silenzioso di storie: dai primi pantaloni lunghi di un ragazzo che diventa uomo, fino all'abito per l'ultimo viaggio.
La critica teatrale Laura Bevione ha descritto mirabilmente l'essenza dello spettacolo su Hystrio, evidenziando come Patrizia Camatel, sotto la sapiente regia di Catalono, riesca a trasmettere un'empatia profonda, lontana da facili melodrammaticità, capace invece di toccare le corde più genuine dell'emozione umana.
Mentre Teresa cuce l'abito da sposa per Aurora, la sua vicina, i suoi pensieri si intrecciano come i fili sul tessuto: ricordi, speranze, piccole malinconie si alternano in un flusso di coscienza che diventa metafora della vita stessa. Come una moderna Parca, la sarta taglia e ricuce i fili dell'esistenza, testimoniando una continuità che va oltre il tempo e lo spazio.
Lo spettacolo, a ingresso gratuito, rappresenta un momento di profonda riflessione sulla memoria collettiva e individuale. Un invito a riscoprire la poesia che si cela nei gesti quotidiani, nelle storie apparentemente marginali ma in realtà ricche di significato universale.
Per informazioni è possibile contattare il numero 3405813890, un'opportunità da non perdere per quanti amano il teatro che sa essere, allo stesso tempo, documento storico e racconto poetico.