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Attualità | 25 novembre 2024, 18:25

Pichetto Fratin: su auto elettriche e nucleare serve realismo, non imposizioni o schermaglie ideologiche [GALLERIA FOTOGRAFICA]

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è stato l'ospite più atteso e rilevante di un convegno organizzato dal Gruppo Banca di Asti su temi cruciali quali sostenibilità e sfide industriali

Il ministro Pichetto Fratin (a sinistra) con l'AD del Gruppo Banca di Asti Carlo De Martini - Ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin

Il ministro Pichetto Fratin (a sinistra) con l'AD del Gruppo Banca di Asti Carlo De Martini - Ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin

"Imprese e sostenibilità: quando una necessità si trasforma in opportunità". 

È stato questo il tema centrale del convegno organizzato nel pomeriggio di oggi dalla Banca di Asti, che ha ospitato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un dialogo su innovazione, sostenibilità e sfide energetiche. L’evento, rivolto agli imprenditori del territorio, si è tenuto nell’auditorium della banca, con la partecipazione di esponenti di spicco del panorama economico locale.

Critiche e visioni: le parole del Ministro sulla transizione energetica

Durante il suo intervento, il Ministro non ha risparmiato parole forti, definendo “un’idiozia ideologica” l’imposizione della transizione totale ai motori elettrici entro il 2035. Una posizione che ha subito attirato l’attenzione della platea, offrendo spunti di riflessione e alimentando il dibattito.

"Non si può forzare una trasformazione di tale portata senza considerare l’impatto economico e sociale - ha sostenuto - I motori elettrici rappresentano il futuro, ma dobbiamo accompagnare il cambiamento gradualmente, senza penalizzare le filiere industriali e i lavoratori coinvolti. Le decisioni non possono essere prese in base a ideologie, ma devono essere supportate dalla realtà dei numeri e della fattibilità."

Il Ministro ha poi citato esempi concreti, lodando il lavoro delle realtà industriali dell’indotto ex Fiat, che negli anni hanno saputo reinventarsi dopo la chiusura degli stabilimenti dell'azienda automobilistica che ha spostato la forza lavoro all'estero, e il ruolo strategico del comparto agroalimentare di eccellenza di Asti e Alba, definendolo un modello di resilienza e innovazione. "È da territori come questo che il Paese deve ripartire, valorizzando ciò che abbiamo già costruito e proiettandoci verso il futuro senza stravolgere la nostra identità economica."

Questa posizione, che si pone in aperta critica verso le politiche europee più stringenti in tema ambientale, si intreccia con un’altra proposta del Ministro: il rilancio del nucleare come fonte energetica strategica: "Le rinnovabili sono essenziali, ma non bastano. La domanda energetica del Paese è destinata a raddoppiare entro il 2050: dobbiamo considerare il nucleare, non più come un tabù, ma come una risorsa necessaria. I nuovi reattori di piccola scala e la fusione rappresentano un’occasione per garantire energia pulita e sicura, senza compromettere la nostra indipendenza energetica."

La sfida dell’indipendenza energetica e il ruolo delle imprese italiane

Rispondendo alle domande della moderatrice Francesca Angeleri, giornalista del Corriere della Sera, il Ministro ha sottolineato come la guerra in Ucraina abbia messo in evidenza la vulnerabilità dell’Italia rispetto alla dipendenza dalle forniture estere.

"La crisi energetica ci ha colpiti duramente, ma ci ha anche insegnato quanto sia urgente investire nell’autonomia produttiva. Dobbiamo produrre meglio, puntando sull’innovazione tecnologica e valorizzando le eccellenze delle nostre imprese, soprattutto quelle che già lavorano in ottica sostenibile."

Pichetto Fratin ha inoltre lodato il dinamismo delle PMI italiane, definendole il cuore pulsante dell’industria nazionale: "Le nostre piccole e medie imprese hanno sempre dimostrato una straordinaria capacità di adattamento. Che si tratti di sostenibilità, digitalizzazione o intelligenza artificiale, chi saprà innovare resterà competitivo anche a livello globale. La chiave è trasformare le sfide in opportunità, senza mai perdere di vista la sostenibilità economica."

Un confronto ricco di spunti per il futuro

Il convegno è stato aperto dagli interventi del presidente della Banca di Asti, Giorgio Galvagno, e del presidente di Confindustria Asti, Luigi Costa, che hanno messo in evidenza il valore strategico della sostenibilità per il tessuto imprenditoriale del territorio.

"Le tematiche che verranno trattate qui quest'oggi - ha affermato Galvagno - stanno assumendo una importanza sempre più crescente e riguardano ormai miliardi di persone in tutto il mondo"

"Le imprese sostenibili non solo rispettano l’ambiente, ma attraggono maggiormente le nuove generazioni, sempre più attente a queste tematiche. Tuttavia, restano le difficoltà legate ai costi degli investimenti necessari per adeguarsi alle nuove normative e misurare in modo efficace i progressi raggiunti," ha invece sottolineato Costa.

Seguiti da una interessante lectio tenuta da Alain Devalle, professore Ordinario in Economia Aziendale UniTO, dottore commercialista e revisore legale, e dall'incontro con il ministro Pichetto Fratin.

Al termine del faccia a faccia con il ministro, il pomeriggio di lavori sono proseguiti con una rotonda cui hanno partecipato imprenditori ed esperti di rilievo quali Andrea Amalberto(amministratore delegato Asti Energy S.r.l. e Ecologia Lavoro Ambiente S.r.l.); Claudio Bongiovanni (amministratore delegato Molini Bongiovanni S.p.A.); Carlo De Martini (amministratore delegato Gruppo Banca di Asti); Alessandro d'Arcano (direttore finanziario Valbormida S.p.A.) e Vitaliano Macario (presidente Consorzio Barbera e Vini del Monferrato e titolare Azienda Agricola Pico Macario)

Particolarmente incisive le parole del dottor De Martini, che ha sottolineato l’urgenza di integrare la sostenibilità nei processi aziendali: "La sostenibilità rischia di essere un po' un mood. Il punto è condividere il valore di fondo, io vorrei ricondurre questo approccio a qualcosa di pratico per l'imprenditore e la banca medesima che debbono sapersi adattare al mercato, cui sta cambiando la sensibilità. È una sfida imprenditoriale e va scongiurato il rischio di restarne fuori o venire esclusi dalle filiere di approvvigionamento".

Il futuro della sostenibilità: sfide e opportunità

L’incontro ha messo in luce come la sostenibilità non sia più solo una necessità, ma una vera e propria occasione di crescita per le imprese. Tuttavia, è emerso chiaramente un messaggio: per affrontare il cambiamento, è essenziale combinare visione strategica, investimenti in innovazione e politiche realistiche che tengano conto delle complessità economiche e sociali.

Mentre le parole del ministro, critiche ma costruttive, hanno lasciato spazio a una riflessione: la transizione green non può essere imposta, ma deve essere costruita passo dopo passo, trovando un equilibrio tra obiettivi ambientali, sostenibilità economica e tutela delle imprese. Un equilibrio che sarà decisivo per il futuro del Paese.

Gabriele Massaro

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