Attualità - 23 novembre 2024, 07:25

A 30 anni dall’alluvione del 1994 a Nizza si riflette su quanto fatto e su cosa si può migliorare

Esperti e istituzioni si incontrano per discutere delle opere realizzate e delle sfide future

Oggi, sabato 23 novembre, alle 9.30, l’Auditorium della Trinità di Nizza Monferrato ospiterà un convegno per riflettere su quanto è stato fatto dopo l’alluvione del novembre 1994 e su cosa si può ancora fare per migliorare la sicurezza idrogeologica del territorio.

Organizzato da Politeia e dall’Accademia di Cultura Nicese L’Erca, la giornata vedrà la partecipazione di esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il direttore generale di ARPA Piemonte Secondo Barbero, l’ex segretario generale dell’Autorità di Bacino del fiume Po Francesco Puma, l’ex dirigente del bacino del Po piemontese Carlo Martino Condorelli, l’ingegnere idraulico Giuseppe Floreale, l’assessore alla Protezione Civile della Regione Piemonte Marco Gabusi, e il coordinatore della giornata Sergio Perazzo, già assessore e protagonista attivo durante l’alluvione del 1994.

 L’evento si propone di ripercorrere le tragiche vicende di quella alluvione e analizzare le opere idrauliche realizzate in questi trent’anni, come il sifone, la cassa di espansione e il rifacimento del ponte. "A 30 anni dall’accaduto, sono state fatte importanti opere idrauliche – ha dichiarato Maurizio Carcione di Politeiama ci chiediamo: possiamo ritenerci davvero sicuri?".

“Sono tutti amici che ho conosciuto in occasione dell’alluvione - ha affermato Perazzo - Uno dei problemi del 94 è stata la comunicazione. Il convegno che facciamo dopo trent’anni vuole partire dalle esperienze di che cosa si è fatto 30 anni prima”.

 Oggi si valuta la possibilità di realizzare nuove opere integrative rispetto a quelle già esistenti. L’obiettivo è comprendere se ci sia una tendenza a trascurare il problema, che riguarda l’intera comunità: “Sarebbe utile discutere e verificare quali ulteriori interventi possano garantire maggiore sicurezza. Tra le proposte, si considera la costruzione di una seconda cassa di espansione”, ha continuato Perazzo.

 Un punto critico riguarda la manutenzione del sifone, che è competenza del Comune. “Perché non viene fatta una manutenzione puntuale?”, si è chiesto Perazzo, sollecitando una maggiore attenzione.

 Mario Castino, ex consigliere comunale, ha ricordato una relazione tecnica dell’ingegnere Floreale che evidenzia come, nonostante gli studi sul flusso delle acque, le opere spondali non possano garantire una protezione assoluta. “Se il flusso delle acque aumentasse oltre una certa soglia, le difese attuali non sarebbero sufficienti. Dobbiamo valutare le opere esistenti alla luce dei recenti eventi e capire se occorre migliorare quanto è stato fatto”.

Il Comune di Nizza Monferrato aveva richiesto fondi del PNRR per realizzare una seconda cassa di espansione, ma il progetto non ha ancora avuto seguito. Nel frattempo, si ritiene fondamentale intensificare la manutenzione sul Belbo e sul Nizza, per prevenire nuovi rischi.

Francesco Rosso