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90 secondi di salute & wellness | 22 novembre 2024, 18:00

Diabete: consigli pratici per prevenirlo

Importante anche il movimento quotidiano

Diabete: consigli pratici per prevenirlo

Il diabete è una malattia ad evoluzione cronica che provoca un aumento dei livelli di zucchero nel sangue (iperglicemia) superiori ai normali. Si ha una diagnosi di diabete quando si riscontrano nel sangue, per almeno due volte, valori di glicemia superiori a 126mg/dl. Esistono due tipi di diabete, il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 1 è quello insulino dipendente, il nostro pancreas non è in grado di produrre insulina sufficiente a tenere sotto controllo la glicemia. Il diabete di tipo 2 è collegato allo stile di vita, infatti, è detto anche diabete alimentare, in quanto l’insulina non è in grado di mantenere livelli normali di glicemia poiché le cellule non rispondono come dovrebbero alla sua azione. Esiste poi anche una forma di pre-diabete che consiste nella presenza di livelli di glucosio nel sangue di poco superiori ai valori normali ma al di sotto dei valori che diagnosticano il diabete, quindi tra 100mg/dl e 126mg/dl. Gli individui che si trovano in questa fase non è certo che sviluppino il diabete se, però, non fanno nulla per invertire la rotta ed abbassare i livelli di glicemia, sicuramente svilupperanno il diabete e le varie complicanze che ne consegue.

È proprio in questa fase di pre-diabete che si inseriscono i nostri consigli di alimentazione e integrazione.

A livello alimentare le indicazioni per chi ha il pre-diabete o il diabete di tipo 2 non cambiano in quanto si basano sulle regole di una sana alimentazione associata a uno stile di vita attivo. Infatti, una delle cose principali da fare è quella di essere normopeso (oppure ritornare a un peso forma per chi fosse in sovrappeso). Precisiamo che dieta non vuol dire non mangiare, o mangiare sempre le stesse cose, o rinunciare ai gusti; significa “stile di vita” cioè, alimentarsi in modo corretto secondo le esigenze del nostro organismo.

La Harvard Medical School ha delineato la composizione ideale del pasto per mangiare in modo sano.

All’interno dello stesso pasto bisogna, come mostrato nella figura, consumare un macronutriente di ciascuna delle seguenti categorie:

·       CARBOIDRATI: cereali (pane, pasta, riso, farro, grano saraceno) preferibilmente integrali, limitare il consumo di cereali raffinati (pane, pasta, riso e loro derivati bianchi).

·       PROTEINE: scegliere fonti proteiche magre. Carne rossa magra (1 volta a settimana) o bianca (preferire carne bianca magra), uova, pesce, legumi, formaggi magri, semi oleaginosi. Evitare il più possibile carni trasformate.

·       GRASSI: si ottengono dall’olio extravergine di oliva usato come condimento oppure dalla frutta secca oleosa (noci, mandorle, nocciole, pinoli, anacardi)

·       VERDURE: devono essere presenti sia a pranzo che a cena. Oltre a usarle come condimento per i cereali, consumare anche un piatto di verdure come contorno.

·       FRUTTA: 2 o 3 frutti al giorno. La frutta si mangia e non si beve! Ricordarsi che, quando mangiamo la frutta intera consumiamo anche le fibre in essa contenuta, questo permette di modulare l’assorbimento degli zuccheri della frutta, e, inoltre, l’atto della masticazione contribuisce al senso di sazietà. Mentre con il succo di frutta si perdono le fibre e assumiamo solo gli zuccheri in essa presenti. Inoltre, bere non contribuisce a dare un senso di sazietà.

·       ACQUA: bere almeno 2 litri e mezzo di acqua al giorno, preferibilmente lontano dai pasti.

·       CONDIMENTO: il condimento principale deve essere l’olio extravergine di oliva (fa parte della quota dei grassi) e le spezie. Evitare salse varie e ridurre il consumo di sale.

Prestare molta attenzione alle bevande zuccherate ossia le bibite pubblicizzate in televisione, presenti nei supermercati/macchinette e nei fast-food: sono ricche di zuccheri, possono contenere fino a 8 cucchiaini di zucchero! Berresti mai 330ml di acqua con 8 cucchiaini di zucchero? L’acqua deve essere la principale bevanda.

Come dolcificante meglio usare la stevia, gli altri dolcificanti rovinano la flora batterica intestinale.

Ricordiamoci che queste bisognerà tenere uno stile di vita attivo: non vuole dire semplicemente fare sport, ma muoversi almeno mezz’ora al giorno senza pause. Ecco alcuni esempi: passeggiare, fare una gita in bicicletta, andare a ballare, portare a spasso il cane o uscire con amici/famigliari a fare una passeggiata, usare le scale al posto dell’ascensore, parcheggiare la macchina lontana o scendere dall’autobus due fermate prima.

Nutraceutica  in aiuto ai soggetti iperglicemici/insulino resistenti (i tessuti non rispondono all’azione dell’insulina e quindi si hanno alti livelli di glicemia nel sangue).

CAFFE’ VERDE: l’ACIDO CLOROGENICO contenuto nel Caffè Verde riduce l’assorbimento intestinale degli zuccheri interagendo con un enzima (alfaglucosidasi) e migliora l’utilizzo del glucosio da parte dei muscoli.

GYMNENA SILVESTRE: è una pianta storicamente utilizzata nella medicina Indiana, nota come “Gumur” che in Hindi significa “distruttore di zucchero”. Gli studi hanno suggerito che l’ACIDO GIMNEMICO si lega airecettori situati sulle papille gustative della lingua inibendo la sensazione di dolcezza e riducendo così il desiderio di mangiare dolci. Inoltre inibisce l’assorbimento intestinale degli zuccheri (al livello dei trasportatori sodio-dipendenti del glucosio sull’orletto a spazzola delle cellule intestinali). Il dosaggio di 1 grammo al giorno per 60 giorni ha evidenziato una riduzione di glicemia a digiuno e post-prandiale.

BANABA: è una pianta tropicale Asiatica che contiene ACIDO COROSALICO capace di ridurre l’iperglicemia post-prandiale inibendo l’idrolisi di zuccheri complessi ...in parole povere fa assorbire meno calorie da amidi(derivanti da pasta, pane) e zuccheri.

BERBERINA: è un alcaloide, principio attivo di alcune piante del genere “Berberis” estratta da radici, fusti o cortecce. Nota per le sue capacità ipolipemizzante e ipoglicemizzante, poiché’ è in grado di diminuire il colesterolo e trigliceridi assorbiti al livello intestinale ,aumentandone l’escrezione con le feci, aumenta inoltre l’attività dei recettori epatici per le LDL col risultato di allontanare il “colesterolo cattivo” dal sangue.

NUOVI STUDI recenti stanno mettendo in luce la sua capacità ipoglicemizzante sempre tramite meccanismo recettoriale.

*CROMO PICOLINATO: dal punto di vista metabolico il Cromo sembra in grado di potenziare le azioni dell’insulina , migliorando l’utilizzo del glucosio. Il CROMO si chiama PICOLINATO  quando è composto da cromo minerale e 3 molecole di acido picolinico reazione creata in laboratorio. Ricordiamo che il CROMO MINERALE in natura esiste, è TRIVALENTE  ed è presente in molti alimenti: carne, cereali integrali, arance ,mele, banane,broccoli, taccole. Solo il 2% di quello presente negli alimenti è assorbito ma difficilmente ne siamo carenti, se abbiamo una dieta sana e varia. Per l’integrazione ed il supplemento alla dieta è sempre bene confrontarsi con il proprio medico di fiducia.

dott.sse Melika Myftaraj e Marta Turello

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