“Buonasera Davide, le mie fotografie in proiezione questa volta approdano al Foro Boario di Nizza Monferrato. Se per te è OK, son qui per chiederti la cortesia di pubblicare questo invito dove puoi/credi meglio. Grazie. Enzo”.
Scrivo spesso, e volentieri, sull’opera di Enzo Isaia, per la stima che nutro verso il professionista, per la stima che gli nutro come uomo, di altri tempi e modi. Ieri mattina leggo la sua email a soggetto proiezione al foro Boario di Nizza Monferrato, domani , venerdì 22 novembre, dalle 20.45. Proiezione titolata: "L'occhio come mestiere" dove Enzo racconterà un po' della sua vita, dagli inizi neorealistici, in bianco e nero, al periodo d’oro delle agenzie di pubblicità torinesi, Ferrari, camion, aerei, alpini, cani, capoluogo e panorami di Astigiano, Langhe e Monferrato
“...a minuti esce un post e, se possibile, dedicherei all'evento la nuova puntata, in uscita domani, della mia rubrica del giovedì su La voce di Asti, Vacanze Astigiane. Possibile se, come presumo, tra le immagini proiettate ce ne sia qualcuna dell'Astigiano. Se ne scegli quattro, possibilmente in mattinata, ci costruisco sopra una sorta di itinerario.”.
Le foto arrivate ritraggono Tonco, i dintorni di Pino d'Asti, la chiesa romanica dei Santi Nazario e Celso a Montechiaro d’Asti e colline vitate di Costigliole d'Asti. Arrivate assieme alla bella evidenza di un pensiero non usuale: Ecco i quattro scatti “stagionali” che parlano di Astigiano, con il valore aggiunto di una montagna diversa per ognuno. D’altra parte le nostre meravigliose Alpi sono a un tiro di schioppo. Non a caso, Piemonte…”. Pensiero da alpino nel cuore che, come mi ha spiegato più volte: Alpino lo sei per sempre.
Ecco allora che, nel visitare Tonco, nell’affascinarvi di questo paesino costruito in cima ad un colle, fortemente caratterizzato dal profilo dell’imponente parrocchiale, opera di Leandro Caselli, discepolo di Antonelli, quello della mole antonelliana, fatevi colpire dall’imponenza del Monte Rosa. Stessa montagna che vi assisterà a Montechiaro d’Asti, una delle undici ville nove, nate nel periodo di massima espansione di Asti, tra XII e XIII secolo. Tra le numerose testimonianze del passato, molto bella la torre civica medioevale, detta il portone. Da lì si passava per accedere al borgo sin dal 1200. Poco fuori, l'emozionante chiesa dei Santi Nazario e Celso, risalente all’XI secolo, immersa, isolata, in un paesaggio da cartolina, sicuramente uno dei più rappresentativi esempi del migliore Romanico Astigiano. E poi Pino d’Asti, piccolo, splendido borgo, arroccato su una collina e dominato dall'imponente castello di impianto medioevale, con sfondo la maestosità del Monviso. Da lì dirigetevi verso il Sud Astigiano fino a Costigliole d’Asti, posto bellissimo che necessiterebbe ben più di un paio di righe o di una gita per cogliere tutto il fascino che lo caratterizza. La storia del paese è strettamente legata alle vicende del suo castello, imponente e maestoso che sovrasta La Rocca, nome con cui viene comunemente definita la parte più antica del borgo, piena di scorci emozionanti e di costruzioni antiche. Qui una delle montagne che accompagnano è il Rocciamelone, da abbinare al bricco dei bricchi, Bricco Lù, ma questa è un‘altra storia.