Attualità - 20 novembre 2024, 07:21

Rifiuti in Piemonte: Asti guida i rincari con la tariffa più alta della regione

Secondo l'indagine di Cittadinanzattiva, nel capoluogo astigiano si pagano 435 euro all'anno, con un aumento del 4,3% rispetto al 2023

Il 2024 segna un nuovo aumento delle tariffe sui rifiuti in Piemonte, con Asti che si conferma la città più costosa della regione. Secondo i dati dell'Osservatorio Prezzi&Tariffe di Cittadinanzattiva, una famiglia tipo astigiana spenderà quest'anno 435 euro, registrando un incremento del 4,3% rispetto ai 417 euro del 2023.

L'analisi dei dati provinciali rivela un quadro variegato nella regione. Torino spicca per il maggior incremento percentuale (+7,2%), passando da 346 a 371 euro, mentre Verbania è l'unica città a mantenere invariata la propria tariffa a 240 euro. Le altre province mostrano aumenti più contenuti: Alessandria (+2,5% a 364 euro), Biella (+2,1% a 316 euro), Cuneo (+2,8% a 240 euro), Novara (+3,9% a 238 euro) e Vercelli (+4,5% a 258 euro).

La media regionale si attesta a 308 euro, con un incremento del 3,6% rispetto al 2023, posizionandosi comunque al di sotto della media nazionale di 329 euro. Un dato significativo se si considera che il Piemonte si colloca in una posizione intermedia tra il virtuoso Trentino Alto Adige (203 euro) e la più costosa Puglia (426,50 euro).

Il fenomeno dei rincari si inserisce in un contesto nazionale che vede finalmente il raggiungimento dell'obiettivo del 65% di raccolta differenziata, seppur con dieci anni di ritardo. Un traguardo che evidenzia come l'aumento dei costi stia accompagnando un progressivo miglioramento nella gestione dei rifiuti, anche se permangono significative disparità tra Nord e Sud del paese.

“I dati del nostro Rapporto evidenziano le criticità principali del sistema di gestione dei rifiuti, come la carenza di un'adeguata rete di impianti di raccolta e trattamento, il persistente ricorso allo smaltimento in discarica e i poco soddisfacenti livelli di differenziazione dei rifiuti e recupero delle risorse, soprattutto in alcune aree del Paese. A fronte di ciò è urgente e necessario lavorare su più fronti”, dichiara Tiziana Toto, Responsabile nazionale delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. Pensare solo al riciclaggio, aspetto sul quale il nostro Paese in diverse categorie di rifiuti ha raggiunto ottime prestazioni, non è più sufficiente. 

E' necessario lavorare per ridurre la produzione di rifiuti, a partire da quei settori merceologici per i quali la raccolta differenziata non raggiunge gli obiettivi richiesti, come le AEE (di pochi mesi fa l'avvio di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia e di altri Stati membri per non aver raggiunto gli obiettivi di raccolta RAEE) e i prodotti tessili, per i quali si attende la normativa comunitaria relativa al regime "Epr" ("Responsabilità estesa del produttore"). Il tessile è responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra, ma solo l’1% dei rifiuti tessili del mondo è riciclato correttamente; l'Italia immette sul mercato 23Kg/ab di prodotti di questo tipo all'anno a fronte di una raccolta di soli 2,7 Kg/ab. 

Nella riduzione dei rifiuti dovrà essere riconosciuto e valorizzato il ruolo centrale dei cittadini. Solo con un pieno coinvolgimento di tutti i soggetti, economici e non, che hanno un ruolo nella filiera circolare - dalla produzione, all'acquisto, al riuso fino al riciclo - sarà possibile rendere praticabile una vera transizione ecologica”.

Redazione