Viviamo in un posto bellissimo - 16 novembre 2024, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo che inizia a profumare di bollito

Puntata su uno dei piatti tra i più classici da fine autunno e per tutto l’inverno, il bollito. Piatto dell’abbondanza che allieta le tavole con gusto e convivialità, e mi riempie di ricordi

Gran bollito misto

Chiariamoci innanzitutto sul tipo di Bollito. Obbligatoriamente composto da tenerone, stinco, scaramella, culatta, cappello da prete e punta col suo fiocco. Arricchito poi da signori extra come Testina, Lingua e Coda, oltre a, perché no, Gallina e Cotechino. Deve essere gigantesco, tanto da imbarazzare Pantagruel dopo due giorni di inspiegabile dieta. Gigantesco e fumante, indubbio horror da tavola anche per il più pacato vegetariano, roba da farlo scappare a gambe levate inciampandosi più volte. viste le mani davanti agli occhi. Ad di là del quadretto chiama sorriso, bravi loro che hanno la volontà di fare quello che dovremmo fare tutti.

Io non ci sono mai riuscito, almeno da quando iniziato a dare un valore al cibo che andasse oltre al perdere tempo per altro. Cibo che, fino al Duemila, si muoveva con uno strano ma sontuoso mix di ricette più o meno tradizionali della cucina ligure, grazie a Tata Rina, factotum storica dei miei, e di quella romanesca con papà all’eterna ricerca di casa almeno a tavola.

Bollito? Magari un bel nasello, bollito, gli avanzi, bolliti, di pesci poveri a comporre quel capolavoro che è il Cappon Magro, ma carne bollita no. No, fino ad uno dei tanti cambi di vita: via dalla città si va a vivere in campagna. Era il 2003 e con il mio lavoro a Genova e i legami famigliari e amicali di mia moglie a Torino, si cercò a metà strada. Tra le tante cascine, tenute, case e casolari con terreno visti in tre bellissimi mesi di caccia al tesoro, alla fine ne erano rimaste due in pool position, una grande casa ottocentesca, da ristrutturare, fronte Castello di Costigliole d’Asti e una tenuta a Mombarone, pochi chilometri a nord di Asti, già praticamente pronta per sviluppare un’attività d’accoglienza, ma un po’ oltre il nostro budget. Per colpa di due super bolliti si è scelta la seconda. 

Il primo in fase di trattativa con l’agenzia incaricata della vendita, Gran Bollito Misto del Ristorante la Grotta. Il secondo poco prima della scelta definitiva, invitati, intelligentemente, dal proprietario torinese al suo compleanno in cascina. Menù: salumi e formaggi del Nord Astigiano e Gran Bollito. Bollito preparato da Luciano, uomo di vigna, di manutenzioni giardino, orto e talora anche di cucina tradizionale. Da persona sveglia, capito sarei potuto essere il suo nuovo datore di lavoro, mi chiama di nascosto in cucina dove fumavano due gigantesche pentole di bollito misto. Prende i due pezzi, secondo lui, migliori e mi conquista con quei piaceri della carne e un bagnetto verde da ola. Comprata la tenuta a fine maggio, trasformata in agriturismo e iniziato ad avere ospiti, per lo più stranieri, a dormire e mangiare, secondo voi cosa si trovavano spesso in tavola nella torrida estate del 2003? Gran Bollito Misto, che altro! 

Venduti tenuta e agriturismo nel 2012, altro cambio di vita. Basta accoglienza e ristorazione e basta Gran Bollito misto. Basta nel senso che non ho mai più avuto voglia e occasione di sbavare davanti a grandi e saporiti pezzi di carne, bolliti per tanti e per tanto, pronti da affettare. E voi?

Davide Palazzetti