Eventi - 15 novembre 2024, 11:50

Ad Asti l'appuntamento "Lavoro nero, caporalato, nuove schiavitù"

Durante il secondo incontro del corso organizzato da Libera Asti, esperti e attivisti hanno denunciato le dinamiche sistemiche del lavoro nero e delle mafie, tra storie di sfruttamento e percorsi di emancipazione

Mercoledì 13 novembre, presso il Salone dei Congressi della Fondazione Goria, si è svolto il secondo incontro del corso di formazione promosso da Libera Asti, intitolato "Dalla parte della Costituzione. Educare alla giustizia sociale per prevenire mafie e corruzione". Il tema affrontato è stato "Lavoro nero, caporalato, nuove schiavitù", con l’intervento del sociologo Marco Omizzolo, noto per il suo impegno nello studio dello sfruttamento lavorativo e delle agromafie.

Omizzolo ha sottolineato come il fenomeno del caporalato non sia un problema circoscritto al mercato del lavoro, ma una minaccia che colpisce i principi fondanti della democrazia, inscritti nella Costituzione. La sua analisi è stata arricchita dal racconto della sua esperienza di oltre un anno e mezzo nella comunità Sikh di Latina, dove ha condiviso le difficili condizioni di lavoro di migranti impiegati nei campi: 14 ore al giorno per pochi euro, senza tutele né dignità. Una realtà in cui i lavoratori devono "chinare il capo e fare tre passi indietro" di fronte ai caporali.

Secondo Omizzolo, il sostegno alle vittime dello sfruttamento passa dalla condivisione del loro vissuto e dalla fornitura di strumenti per acquisire consapevolezza dei propri diritti. Questo approccio ha permesso agli indiani Sikh di Latina di organizzare, il 18 aprile 2016, il più grande sciopero di immigrati nel settore agricolo, un evento che ha avuto un impatto legislativo significativo. Tuttavia, nonostante l’aumento delle denunce e dei processi, le sanzioni restano spesso insufficienti.

Il carattere sistemico dello sfruttamento emerge anche in contesti di grande ricchezza. Luca Rondi, giornalista di Altreconomia, ha illustrato il "sistema Langhe", in cui grandi aziende vinicole mascherano il lavoro nero attraverso complesse pratiche di elusione. Simili dinamiche sono state analizzate da Antonio Olivieri e Boris Pesce nel loro libro "Schiavi mai", dedicato alla rivolta bracciantile del 2012 a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, quando 40 lavoratori stagionali marocchini si opposero alle condizioni disumane di lavoro. A dieci anni di distanza, giustizia deve ancora essere fatta.

L’incontro si è concluso con l’intervento di Natalie Sclippa, giornalista de la Via Libera, che ha presentato la sua inchiesta sulla mafia dei pascoli in Abruzzo. Le organizzazioni criminali, in collaborazione con imprenditori e funzionari corrotti, sfruttano fondi europei destinati all’agricoltura, arrecando danni irreparabili all’ambiente e penalizzando i piccoli pastori.

Il terzo e ultimo appuntamento del corso, dedicato a "Ecomafie e crimini d’impresa" e ispirato all’articolo 9 della Costituzione, si terrà il 20 novembre presso la stessa sede. Per informazioni, è possibile scrivere a asti@liberapiemonte.it o consultare la pagina Facebook di Libera Asti.

Redazione