Cronaca - 14 novembre 2024, 08:36

E' legge la nuova norma contro le aggressioni al personale sanitario

Prevede l'arresto in flagranza (anche 'differita') e pene fino a 5 anni. I sanitari: "Bene, ma non basta", critiche dall'opposizione

Nell'immagine, risalente allo scorso luglio, l'intervento in forze di carabinieri e guardia di finanza dopo un'aggressione al personale operante al Pronto Soccorso di Asti

Negli ultimi anni, anche ad Asti non sono purtroppo mancati episodi di violenza verso il personale sanitario, in alcuni casi culminati in eventi di intolleranza estrema come il danneggiamento del Pronto Soccorso causato dai parenti di Airudin Seferovic, nomade 13enne morto la notte di capodanno del 2021 (CLICCA QUI per rileggere l'articolo), che sfogarono tutta la loro rabbia contro la struttura sanitaria. 

Senza dimenticare che, più recentemente, un altro episodio di aggressione ha spinto l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi a recarsi di persona al Pronto Soccorso del Massaia per sottolineare l’urgenza di misure protettive per il personale sanitario locale (CLICCA QUI per rileggere l'articolo)

Questi eventi, assieme a molti altri casi di violenza verificatisi nei reparti di emergenza in tutta Italia, hanno favorito l’approvazione definitiva della nuova legge contro le aggressioni a medici e infermieri. Ratificata dalla Camera dei Deputati con 144 voti favorevoli e 92 astensioni, la normativa rafforza le misure punitive per chi danneggia beni pubblici destinati alla sanità e introduce pene fino a cinque anni di reclusione per chi li deteriora o distrugge. 

Per il ministro della Salute, Orazio Schillaci, questa è una “buona notizia”, che offre al personale sanitario risposte concrete e una maggiore protezione. Tuttavia il ministro ha evidenziato che il cambiamento culturale è altrettanto importante per ricostruire l’alleanza terapeutica tra medico e paziente.

La legge prevede ora l’arresto obbligatorio in flagranza per chi commette aggressioni contro medici e operatori sanitari e introduce la possibilità dell’arresto in flagranza differita in casi specifici. Proprio in questi giorni è stato eseguito il primo arresto di questo tipo: un uomo è stato fermato dopo aver aggredito con un manganello il primario del Pronto Soccorso di Lamezia Terme (CZ).
 

Le reazioni dei sanitari

La nuova norma è stata accolta sostanzialmente con favore dagli ordini professionali e dai sindacati del settore sanitario, che da tempo richiedevano misure di tutela più severe per far fronte alla crescente ondata di violenza nelle strutture pubbliche. Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, ha elogiato la legge, invitando però il governo a integrarla con ulteriori risorse per la videosorveglianza, ritenendo che un controllo visivo possa dare reale efficacia al provvedimento.

Anche il sindacato degli infermieri Nursind, attraverso le parole del suo segretario nazionale Andrea Bottega, rilasciate all'agenzia di stampa Ansa, ha riconosciuto l’importanza del provvedimento, anche se non lo ritiene risolutivo. Secondo Bottega “c’è solo un modo per fermare le violenze contro infermieri e medici ed è investire sul personale sanitario”.
 

Le reazioni politiche

Non mancano tuttavia le critiche delle forze di opposizione. Da Azione al Partito Democratico fino al Movimento 5 Stelle, l’opinione condivisa è che la nuova legge risponda solo in maniera punitiva e mediatica alla questione, senza fornire un piano di prevenzione adeguato. Esponenti di queste forze politiche hanno sottolineato come non siano state messe a disposizione risorse per sistemi di sorveglianza per aumentare la sicurezza nei reparti ospedalieri, riferendosi a una norma del 2020 che, con i presidi di sicurezza rafforzati, avrebbe avuto effetti più pratici.

Critiche cui Fratelli d’Italia, principale partito della maggioranza di governo, ha ovviamente risposto difendendo il provvedimento è attribuendo ai precedenti governi di centrosinistra una sostanziale inattività in merito alla problematica. Pertanto, è la tesi della maggioranza, ora si è reso necessario intervenire d’urgenza.

Montana (Nursind Asti): "La norma va a curare un sintomo grave, i PS non possono più essere zone franche"

Un giudizio in chiaroscuro che, in linea con il segretario nazionale del sindacato, condivide anche Gabriele Montana, segretario provinciale Nursind: “Sicuramente con questa norma stai andando a curare un sintomo che perdura ormai più di un decennio, si può anzi dire un ventennio, dove la politica sia di destra che di sinistra ha sicuramente abbandonato, a mio avviso, la sanità pubblica, depotenziandola e definanziandola. Si sta andando a curare un sintomo che è frutto di questi anni di cattiva gestione della sanità pubblica. Sintomo che al giorno d'oggi è diventato grave, perché non possono essere i medici e gli operatori sanitari in generale a pagare per una cattiva gestione politica”. 

“Ribadisco, comunque, che il sintomo è sicuramente grave: si è arrivati a un grado di violenza che non è più tollerabile ed ecco la norma che va a curare il sintomo – rimarca Montana –, però la sanità pubblica ha bisogno anche di altro. Ha bisogno di investimento di capitali, quindi risorse economiche per dare all'utenza le risposte di salute e di assistenza. Ad Asti, e nello specifico nel Pronto Soccorso dell'ospedale Cardinal Massaia, non vi sono stati molti episodi ma quelli avvenuti sono stati gravi. Fortunatamente, dal punto di vista dell’incolumità degli operatori sanitari, non si è arrivati a aggressioni fisiche importanti, però ci sono state minacce verbali, qualche lieve aggressione fisica, oltre a danneggiamenti agli arredi e ai locali del Pronto Soccorso”. 

“Abbiamo visto che la politica e la direzione generale qualcosa anno fatto – aggiunge - Certo si poteva fare di più e questa norma contribuirà a garantire maggiormente l’incolumità del personale sanitario, però ribadisco, come già detto altre volte, che i Pronto Soccorso non possono e non devono diventare delle zone franche in cui la gente si sente autorizzata a commettere violenze solo perché l’assistenza di cui necessita non sempre viene prontamente fornita per cause di forza maggiore”. 

“Questo non può e non deve assolutamente essere un’attenuante o una giustificazione per la violenza conclude Montana – Quindi mi auguro che questa norma contribuisca a far si che i Pronto Soccorso e gli ospedali non siano più viste come zone franche”.

Gabriele Massaro