Cultura e tempo libero - 10 novembre 2024, 12:01

Il foro boario di Nizza Monferrato ha ospitato “Viva la vita”

Una serata di sensibilizzazione e normalizzazione di una malattia tabù chiamata “depressione”

“I rasoi fanno male, i fiumi sono freddi, l’acido lascia tracce…”: così Alessandra Carella ha dato avvio a "Viva la vita", un incontro toccante e di grande sensibilizzazione sul tema del suicidio e delle malattie mentali, organizzato dalle associazioni “Amici di Salvataggio” e “Un Libro per Daniela” in memoria di Alessandra Appiano e Daniela Albertelli.

“Non è corretto dire ‘si tolgono la vita’. È corretto nel come, ma non nel perché. Togliersi la vita per una malattia così grave si dice ‘suicidarsi’”, ha continuato Carella, aprendo una riflessione sulla gravità e complessità della sindrome maniaco-depressiva, spesso sottovalutata e raramente discussa con la necessaria profondità. La sua conduzione ha dato voce ai silenzi che circondano questa sofferenza, mettendo in risalto l'importanza della parola, della medicina e della responsabilità collettiva.

 “Abbiamo dato il patrocinio per porre temi politici, perché rischiamo di perdere e lasciare indietro troppe persone che, se avessimo fatto più attenzione, non avremmo perso”, ha affermato il sindaco Simone Nosenzo, sottolineando l’importanza delle istituzioni in questi contesti difficili.

A seguire, il giornalista Vanni Cornero ha intervistato lo psichiatra Paolo Milone, dando il via a un’analisi che, prima di affrontare la depressione, ha toccato la psicosi acuta, una sindrome diversa ma altrettanto devastante, accomunata alla depressione per il progressivo distacco dalla realtà. “In queste patologie, compresa la depressione, crolla la parola - ha spiegato Milone - portando a un isolamento dagli altri e dal mondo. Anche chi vive di parole resta senza”. Milone ha approfondito il drammatico processo di “disfacimento della mente”, quando il malato assiste impotente al lento e doloroso tramonto della propria coscienza, ormai in balìa di uno stato alterato e completamente distorto.

 Il suicidio, ha osservato lo psichiatra, è spesso conseguenza di uno stato di coscienza profondamente alterato, che sovverte il naturale istinto di sopravvivenza: “Il nostro istinto di sopravvivenza è fortissimo; arrivare al suicidio significa essere totalmente sfaldati e spinti in una direzione contraria alla nostra coscienza”.

La serata ha proseguito con letture tratte dal romanzo di Arto Paasilinna, “Piccoli suicidi tra amici”, interpretate dai giovani dell’associazione “Un Libro per Daniela”, che hanno dato voce e corpo a storie intense e toccanti.

“…le droghe danno i crampi, le pistole sono illegali, i cappi cedono, il gas ha un odore nauseante… Tanto vale vivere” (Dorothy Parker, "Resumé").

Francesco Rosso