A 20 mesi dalla ripresa dei lavori dell’ospedale Valle Belbo, la sua reale destinazione è ancora avvolta dal mistero. A riportare l’attenzione sulla struttura è Mauro Oddone, consigliere comunale di Nizza Monferrato, che denuncia l’incertezza della programmazione sanitaria per il presidio di Valle Belbo.
"Non si capisce come verrà usata la struttura. Inizialmente prevista come ospedale, è poi stata declassata a presidio, priva di requisiti fondamentali come il pronto soccorso e le sale operatorie - afferma Oddone - Non vorremmo che facesse la fine dell’Asti-Cuneo”, infrastruttura nota per essere rimasta incompleta e non utilizzata a lungo.
Oddone insiste sulla necessità di un servizio sanitario più capillare e mirato per rispondere alle esigenze del territorio: “Chiediamo il ripristino dell’ambulatorio oculistico e il potenziamento di quello ortopedico, con una sala gessi operativa. E soprattutto chiediamo che il servizio di radiologia sia attivo fino alle 20, non solo fino alle 16”.
La situazione del presidio ospedaliero di Valle Belbo, che a oggi manca dei requisiti per essere considerato un ospedale vero e proprio, è parte di un quadro più ampio che coinvolge il futuro della sanità locale. Il consigliere segnala una mancanza di programmazione e organizzazione sanitaria sul territorio: “L’incapacità di gestire una programmazione efficace è evidente non solo per il futuro, ma anche per il presente”.
Un dato emblematico riportato da Oddone riguarda il rapporto tra Pronto Soccorso e popolazione, che si attesta su una media di un Pronto Soccorso ogni 85.000 abitanti. Tale situazione, se non affrontata adeguatamente, rischia di compromettere la qualità dei servizi sanitari disponibili sul territorio, con conseguenze dirette sulla sicurezza e sul benessere dei cittadini. "Un presidio senza Pronto Soccorso - conclude Oddone - non può rispondere ai bisogni di sicurezza sanitaria di questa comunità”.
In attesa di risposte da parte della Regione e delle autorità sanitarie competenti, che prevedono la conclusione dei lavori per il primo semestre del 2026, il presidio di Valle Belbo resta dunque un’incognita. La richiesta è che la struttura diventi, finalmente, un presidio sanitario attrezzato e all’altezza delle esigenze della comunità locale.