Green | 29 ottobre 2024, 13:45

Asti in chiaroscuro nel rapporto "Ecosistema Urbano 2024" di Legambiente [DOCUMENTO ALLEGATO]

Dall'analisi del report si evincono ottimi risultati nella gestione dei rifiuti, ma servono miglioramenti in altri ambiti ad iniziare dalla qualità dell’aria

La schermata del sito di Legambiente riportante i dati di Asti

La schermata del sito di Legambiente riportante i dati di Asti

Secondo il rapporto "Ecosistema Urbano 2024" di Legambiente, Asti si distingue come uno dei comuni italiani più virtuosi nella gestione della raccolta differenziata. Il report, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, ha valutato le performance ambientali di 106 capoluoghi di provincia italiani basandosi su 20 indicatori ambientali divisi in sei aree tematiche: qualità dell'aria, risorse idriche, rifiuti, mobilità sostenibile, ambiente urbano ed energia.

Asti emerge particolarmente nella gestione dei rifiuti, avendo raggiunto una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%, che soddisfa pienamente l'obiettivo di legge fissato già nel 2012. Questo risultato sottolinea l’efficacia del sistema di gestione dei rifiuti urbani della città, inserendola nel gruppo dei comuni virtuosi. Tuttavia, nonostante i dati positivi per la raccolta differenziata, la città si colloca 49esima nella classifica generale con un punteggio di 57,40%, indicando un margine di miglioramento in altre aree, in particolare per gli aspetti concernenti la qualità dell’aria.

La situazione di Asti è quindi una fotografia con luci e ombre: la città si dimostra efficiente in alcuni aspetti cruciali, ma il cammino verso un ecosistema urbano pienamente sostenibile è ancora in corso. La sfida per il futuro sarà quella di rafforzare gli investimenti nelle aree meno performanti, puntando a una crescita equilibrata e integrata che possa tradursi in benefici tangibili per la qualità della vita dei cittadini.

Ampliando il discorso al report 2024 nel suo insieme, il rapporto evidenzia che le città del Nord Italia tendono a occupare stabilmente le prime posizioni della classifica, mentre molte città del Centro e del Sud faticano a tenere il passo, spesso a causa di risorse limitate o di una minore capacità di implementazione di politiche ambientali strutturate.

Va altresì rimarcato che sono stati introdotti alcuni cambiamenti nella metodologia per rendere la classifica più aderente alle realtà urbane italiane. Tra questi, si nota una riduzione dell'importanza attribuita alla percentuale di raccolta differenziata in favore di nuovi parametri, come la dispersione idrica nella rete e l'estensione delle isole pedonali. È stato anche aggiunto un indicatore sulla variazione nell’uso efficiente del suolo, per meglio comprendere l’impatto dell’urbanizzazione. In particolare, la valutazione della qualità dell’aria è ora affidata esclusivamente ai dati delle centraline ARPA, per una misurazione più precisa e uniforme.

Alla base del rapporto di Legambiente c’è la volontà di offrire un quadro completo e aggiornato della situazione ambientale nelle città italiane e di stimolare le amministrazioni locali a intraprendere azioni concrete per migliorare vivibilità e sostenibilità urbana. 

In tal senso, Legambiente propone un "green deal" su scala nazionale, una strategia per il miglioramento delle città italiane che incoraggi una transizione verso modelli di sviluppo urbano sostenibili e a misura d’uomo, in grado di rispondere anche alle sfide emergenti come i cambiamenti climatici e il sovraffollamento turistico nelle aree metropolitane.

In allegato, il pdf con il rapporto integrale

Files:
 Ecosistema-Urbano libro2024 (635 kB)

Gabriele Massaro

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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