Il bullismo, in tutte le sue forme e in tutti i luoghi, rimane un problema di grande attualità e presenza nella società. Attraverso il proprio progetto "Sport e legalità" il CONI, rappresentato dal Delegato della Città di Asti Lavinia Saracco, ha voluto dare "un calcio" a questa violenza.
Ieri sera, 29 ottobre, presso la Sala Cambursano della Questura di Asti, l'incontro innovativo, parte di un ciclo programmato di appuntamenti, ha voluto raggiungere giovani atleti e famiglie partendo dalla sensibilizzazione delle radici sportive presenti, ovvero tecnici e vertici delle società sportive. E' stato un confronto a più voci in cui i relatori, con aspetti teorici e soluzioni applicabili invece "sul campo", hanno unito la legalità allo sport, a testimonianza della vicinanza della Polizia di Stato di Asti alle tematiche sociali per prevenire possibili forme di devianza giovanile, in un'ottica preventiva e di produttiva collaborazione istituzionale.
Casi quotidiani di bullismo, come introdotto dal Questore di Asti, continuano a manifestarsi. Per fermare ciò occorre sviluppare un'analisi a 360° sia sul profilo tecnico, esposto dall'ispettore della Polizia di Stato Sara Satragni, composto da leggi e strumenti legislativi utili a combattere tutto ciò, ma anche conoscere le diverse forme di bullismo e, se possibile, prevenirle attraverso i diversi segnali di allarme mostrati. Le misure legislative, vengono messe in atto per evitare che il comportamento di minori, possa arrivare ad avere ripercussioni penali :"La Polizia di Stato - spiega la Dott.ssa Satragni - nei confronti dei minori, e al fine di garantire la tutela di essi, opera su un duplice fronte: di contrasto, nel caso in cui minori siano artefici di un reato, e di prevenzione, al fine di prevenire determinati comportamenti. Il Legislatore su questo tema è intervenuto solamente nel 2017, trattando anche il tema del "cyberbullismo". Bullismo e cyberbullismo, su definizione del Legislatore, sono comportamenti prevaricatori che una persona (non specificando se minorenne o meno) o un gruppo di persone, attua a danno di un minore o di un gruppo di minori, i quali creano uno stato di ansia, di timore e di paura nei confronti della vittima che non riesce a difendersi."
Ma nella vita quotidiana come capiamo quando si tratta di bullismo, e come possiamo prevenirlo? Su tale argomento si è espresso il vice ispettore tecnico e psicologa, Silvia Barbero :"Quando parliamo di bullismo normalmente si hanno dei ruoli, è importante riconoscere il colpevole di ciò, il quale spesso ha un aiutante (o gregario) e un sostenitore, ovvero colui che non partecipa attivamente all'azione, ma la sostiene e approva. Dalla parte opposta il difensore della vittima cerca, in modo attivo o passivo, di contrastare l'azione del bullo. Non manca anche l'esterno che, pur essendo a conoscenza di ciò, non se ne sporca le mani, ignorando sia il bullo che la vittima." L'ammonimento della Dott.ssa Barbero ai presenti, è quello di tenere gli occhi aperti, cercare di captare sensazioni, umori, condizioni psicofisiche dei ragazzi seguiti, al fine di prevenire e se possibile evitare, che avvenga una situazione sgradevole. L'allenatore, soprattutto sul livello umano, può e deve essere un modello sano, trasmettendo obiettivi e valori, che possono essere un'efficace strumento di prevenzione del disagio e del bullismo.
Grazie alla presenza dei mental coach Poalo Boano e Elena Formantici, allenatori e vertici delle società sportive, hanno potuto comprendere e assimilare i veri strumenti da mettere in campo, nella vita quotidiana, durante le ore in cui i ragazzi svolgono sport e si trovano sotto la loro supervisione. La cultura del "coaching" come spiegato da Elena Formantici è ciò che aiuta a performare, migliorando le proprie prestazioni sportive. Ciò è possibile solo in un ambiente sano e favorevole :" Utilizzando gli strumenti adatti si può prevenire ed abbassare il rischio di bullismo. Voi avete un ruolo privilegiato - rivolgendosi agli allenatori - per l'educazione dei ragazzi." Il collega Paolo Boano prosegue entrando nello specifico e presentando punti fondamentali: comunicazione, ascolto, feedback da parte dell'allenatore, educazione alla sconfitta. La sconfitta, risulta spesso più utile della vittoria, ed è fondamentale cogliere anche da essa, aspetti positivi.
La giornalista de "La Stampa" Selma Chiosso, conclude riportando esperienze vissute grazie al suo lavoro aggiungendo :"Il nostro strumento di lavoro sono le parole. Una parola può essere scelta e usata con diverse sfumature." Aspetti legislativi, tecnici, e strumenti adatti portati sul campo, devono essere assimilati da tutti, per combattere il bullismo alla base, nello sport e nella vita.