Al Direttore - 27 ottobre 2024, 12:35

La Cgil di Asti chiede un direttore generale dell'Asl At con piena autonomia per sanare i problemi della sanità astigiana

"Asti non può più aspettare, chiediamo risposte in tempi brevi in caso contrario adotteremo le opportune forme di protesta e mobilitazione in difesa dei diritti dei più deboli"

Il segretario pensionati Cgil Pier Mario Coltella e Arianna Franco della Funzione pubblica Cgil di Asti, chiedono, con una nota congiunta, un direttore generale dell'Asl At con "Piena autonomia".

Pubblichiamo.

La crisi della sanità, in Italia si aggrava sempre più. La nostra Asl non è  una eccezione, al contrario ogni giorno dobbiamo purtroppo constatare il ripetersi di gravi disservizi: carenza della sanità territoriale, con diversi comuni della provincia che non possono neppure contare sul medico di base, chilometriche liste di attesa causate da anni di blocco degli organici, sovraccarico del Dea, sommerso di richieste di assistenza per casi non gravi (codici bianchi) che potrebbero trovare una positiva risposta nelle case di comunità, sovraccarico dei reparti  ospedalieri, soprattutto a causa della carenza di posti letto a bassa intensità di assistenza per persone convalescenti (lungodegenti, Cavs, ospedali di comunità).

Le ragioni di queste criticità sono molteplici, una delle più importanti è certamente il succedersi, negli ultimi sei anni, di quattro Direttori Generali, rimasti in carica troppo poco tempo per poter conoscere nel dettaglio le problematiche  realizzando un efficace progetto di sviluppo e di riorganizzazione della sanità astigiana.

Pertanto, è necessario che alla direzione della Asl At venga assegnato al più presto un/a direttore/direttrice generale nel pieno esercizio delle proprie funzioni, con una prospettiva di attività a lungo temine che possa operare in piena autonomia, sulla base di un mandato chiaro affidatogli dall’Assessorato regionale alla Sanità:

• sviluppare la sanità territoriale, realizzando finalmente le case di comunità, garantendo una assistenza sanitaria di base estesa alle 24 ore e le attività ambulatoriali decentrate, potenziando l’assistenza sanitaria domiciliare, integrata con le attività socioassistenziali;

• potenziare le strutture di accoglienza per le persone in fase di post acuzie (coloro che possono venire dimessi dall’ospedale senza aver ancora raggiunto la completa guarigione), con la costruzione dell’ospedale di comunità ad Asti, recuperando l’edificio della ex maternità in Via Duca d’Aosta, ed il completamento dei lavori per il nuovo presidio sanitario di Nizza Monferrato. Ciò permetterebbe il decongestionamento, almeno parziale, dell’Ospedale Cardinal Massaia, che oggi opera in condizioni di forte difficoltà;

• ridurre le liste di attesa ripristinando gli organici del personale sanitario della ASL, che negli ultimi anni sono stati pesantemente falcidiati dall’impossibilità di poter sostituire pensionamenti e turn over, dando attuazione all'accordo siglato a febbraio da Cgil, Cisl e Uil regionali con l'assessorato.

• investire nei servizi rivolti alle persone affette da disagi psichici e/o dipendenze, settori che sono spesso trascurati   mentre aumenta la fragilità della popolazione e le conseguenti richieste di assistenza;

• rilanciare l’attività di prevenzione a partire dalla problematica della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Asti non può più aspettare, chiediamo alle istituzioni locali e regionali risposte in tempi brevi in caso contrario per farci ascoltare, adotteremo le opportune forme di protesta e mobilitazione in difesa dei diritti dei più deboli.
 

Al direttore