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Cultura e tempo libero | 26 ottobre 2024, 09:35

"Il mio Pickman è un artista straordinario affascinato da un'estrema violenza. Bisogna conoscere le ombre per avere una visione completa della realtà"

Il giorno di Ognissanti, data non casuale, allo spazio Kor di Asti va in scena "Pickman", spettacolo horror tratto dall'universo lovecraftiano. In scena Jacopo Siccardi per una piece che si preannuncia da brividi

Il primo novembre, in una data non casuale, il teatro Spazio Kor di Asti ospiterà "Pickman", spettacolo horror tratto dall'opera di H.P. Lovecraft

La piece, prodotta da LiberArte Associazione Culturale con il contributo del presidente Marco Arbau, vedrà in scena Jacopo Siccardi sotto la direzione di Beatrice Frattini, alla sua prima regia.

Lo spettacolo, ambientato nella Boston del 1926, narra la storia del critico d'arte Thurber che, nel corso di una notte, racconta all'amico Eliot il suo inquietante incontro con il pittore Richard Upton Pickman, artista geniale ma controverso per i suoi dipinti macabri e terrificanti. La performance di Siccardi, accompagnata dalle suggestioni visive create attraverso luci e una scenografia essenziale, si arricchisce delle musiche di Fabio Galizia e delle coreografie curate da Sara Sblendorio.

Abbiamo incontrato Jacopo Siccardi per approfondire questo affascinante progetto che promette di portare le atmosfere lovecraftiane sul palcoscenico.

Come nasce l'idea di portare Lovecraft a teatro?
Ho scoperto Lovecraft durante il lockdown, quando ho avuto modo di dedicarmi alla lettura dei suoi racconti. Mi ha colpito particolarmente 'Il modello di Pickman' perché, oltre a una trama avvincente con elementi thriller e misteriosi, affronta il tema dell'arte. Come attore, ho trovato interessante questo connubio tra arte figurativa e arte performativa, concentrandomi sul potere evocativo che entrambe possiedono.

La figura del pittore maledetto è un topos della narrativa horror. Pensiamo a "La casa delle finestre che ridono" di Pupi Avati...
Esatto! O 'Il ritratto di Dorian Gray'. È curioso notare come in meno di un anno ho debuttato ad Asti con uno spettacolo su Caravaggio e ora ritorno con un'altra opera incentrata sull'arte figurativa. Nel caso di Pickman, abbiamo un artista di straordinario talento tecnico, ma i suoi soggetti - demoni, streghe, lupi mannari in scene di estrema violenza - lo rendono inaccettabile per la società dell'epoca.

Come si affronta la paura a teatro rispetto ad altri media come il cinema?
La sfida è interessante perché il teatro richiede un approccio diverso. Lovecraft ci aiuta perché la sua è una paura più psicologica che viscerale. Non puntiamo sugli effetti splatter, ma sulla costruzione di una tensione attraverso la narrazione. Durante un'anteprima a porte chiuse, abbiamo notato come il pubblico più giovane sia rimasto particolarmente colpito, proprio per questa dimensione psicologica del terrore.

La location scelta, una chiesa sconsacrata, sembra perfetta per questo tipo di spettacolo...
Assolutamente. Lo Spazio Kor ci offre un'atmosfera già di per sé suggestiva. Abbiamo scelto consapevolmente uno spazio raccolto, per circa 150 spettatori, perché questo tipo di narrazione richiede intimità. Il palco che proietta direttamente sulla scena elimina elementi di distrazione e permette al pubblico di immergersi completamente nella storia.

Qual è il messaggio più profondo dello spettacolo?
C'è una riflessione importante sul rapporto tra arte e morale, tra bellezza e orrore. Come diceva Jung, è necessario conoscere anche le ombre per avere una visione completa della realtà. Pickman sostiene che non solo la bellezza e la grazia meritano di essere rappresentate, ma anche il terrore stesso. È una posizione che sfida le convenzioni dell'epoca e pone domande ancora attuali sul ruolo dell'arte nella società.

Come ha lavorato sulla messa in scena?
Ho voluto creare quella che definisco una 'paura affascinante'. Non cerchiamo di respingere lo spettatore, ma di coinvolgerlo in un'esperienza che, pur generando timore, lo spinge a voler scoprire come andrà a finire. La regia di Beatrice Frattini ha creato un equilibrio perfetto tra narrazione, movimenti scenici e suggestioni visive.

Ci sono riferimenti ad altre opere di Lovecraft nello spettacolo?
Ho inserito diversi riferimenti ad altre opere dell'autore. I fan più attenti potranno cogliere tutte le citazioni, ma non sono indispensabili per seguire la trama principale. È un modo per omaggiare l'intero universo lovecraftiano.

Progetti futuri nel mondo di Lovecraft?
'Pickman' è solo l'inizio. Ho già in mente di adattare 'Il richiamo di Cthulhu', che è stata la prima opera di Lovecraft che ho letto e che mi ha fatto innamorare del suo universo. Naturalmente, un progetto del genere richiederebbe un budget più importante e mezzi tecnici diversi, come proiezioni ed effetti speciali. Per ora, vogliamo vedere come il pubblico reagirà a questo primo esperimento.

Dopo Asti, dove porterete lo spettacolo?
La prossima tappa sarà Pinerolo il 31 gennaio. Siamo in trattativa con altri teatri, ma al momento preferisco concentrarmi sul debutto di Asti. Lo Spazio Kor rappresenta la location ideale per iniziare questo viaggio nel terrore lovecraftiano.

I biglietti sono acquistabili attraverso la piattaforma Eventbrite. Lo spettacolo andrà in scena alle 21 (consigliato a un pubblico adulto per i forti rumori di scena) e rappresenta un'occasione unica per gli amanti del genere horror e della letteratura di Lovecraft di vedere materializzarsi sul palco le atmosfere inquietanti del maestro di Providence.

Alessandro Franco

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