Attualità | 22 ottobre 2024, 11:42

Maternità surrogata, l' Ordine dei Medici di Asti: "Nostro dovere curare, non denunciare"

Una netta presa di posizione da parte della categoria nei confronti della Ministra Roccella

Claudio Lucia (Merphefoto)

Claudio Lucia (Merphefoto)

L'Ordine dei Medici di Asti prende una posizione ferma in risposta alle recenti dichiarazioni della ministra per le Pari Opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, sulla questione della maternità surrogata. La ministra aveva sostenuto che "anche i medici e chi è un pubblico ufficiale" fossero tenuti a segnalare alla Procura i casi di sospetta violazione della legge sulla gestazione per altri.

La posizione dell'Ordine

La risposta dell'Ordine dei Medici di Asti è stata chiara e decisa: "Nostro dovere curare, non denunciare". In una dichiarazione ufficiale, l'Ordine ha sottolineato come "il dovere di cura del medico sia fondamentale e prioritario, radicato sia nella Costituzione che nel Codice deontologico".

L'Ordine ha evidenziato come "il principio dell'esonero dall'obbligo di denuncia trovi fondamento nell'articolo 365 del Codice penale, che specificamente solleva il medico da tale obbligo quando il referto potrebbe esporre il paziente a procedimento penale"

"Il medico non deve ostacolare la giustizia", precisa l'Ordine, "ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini e la fiducia Medico - Paziente".

La dichiarazione è stata firmata dal presidente, Claudio Lucia e dal Consiglio Direttivo OMCeO Asti. 

Redazione


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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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