Attualità - 18 ottobre 2024, 08:50

Da vittima a paladina: Princess Inyang Okokon e la sua lotta contro la tratta in Nigeria

Oggi si celebra la giornata europea, con inziative anche ad Asti: "Progetti di lavoro per spezzare il ciclo della povertà che rende prede per i trafficanti."

Lo staff e la sede di The Liberated Women nella città di Uyo

In occasione della Giornata Europea contro la Tratta di esseri umani, Asti si mobilita per sensibilizzare la cittadinanza su questo grave fenomeno. PIAM Onlus, organizzazione con un quarto di secolo di esperienza nel settore, propone un evento di grande impatto presso lo Spazio Kor.

Stasera, alle 21, verrà proiettato il documentario "All'Indomani dell'Odissea" della regista canadese Helen Doyle. Il film offre uno sguardo crudo e realistico sull'arrivo in Italia di giovani donne nigeriane vittime della tratta, mettendo in luce un problema globale che tocca da vicino anche il nostro territorio.

Per l'occasione abbiamo intervistato  Princess Inyang Okokon, fondatrice della cooperativa The Liberated Women

Okokon ha lanciato un'iniziativa ambiziosa per contrastare la tratta di esseri umani alla radice, nel suo paese d'origine, la Nigeria. 

La storia di Princess è un potente promemoria di resilienza.  Cresciuta in Nigeria come cuoca, fu ingannata e portata in Europa con false promesse di lavoro. Invece, si ritrovò venduta per 13.000 dollari e costretta alla prostituzione per ripagare un debito di 50.000 dollari. Ma Princess non si è arresa. Ha trovato la forza di liberarsi e ha dedicato la sua vita ad aiutare altre donne a fare lo stesso.

Dal 2000, Princess lavora come mediatrice culturale presso PIAM Onlus, un'associazione che ha co-fondato ad Asti, in Italia. Il suo lavoro l'ha vista in prima linea nell'assistenza alle vittime di tratta e nella gestione dell'Unità di strada, fornendo supporto diretto alle donne sfruttate.

Ma Princess sapeva che non bastava affrontare il problema in Italia. Nel 2020, ha deciso di tornare in Nigeria per combattere la tratta alla fonte. Con The Liberated Women, ha iniziato a sostenere donne vulnerabili in diverse città nigeriane. Il 2024 ha segnato un nuovo capitolo in questa missione, grazie ai fondi ottenuti con la vittoria del prestigioso Premio per la Pace della città di Ypres nel 2023.

Con un budget di 30.000 euro, Princess e il suo team hanno preso in carico oltre 100 persone, principalmente giovani donne provenienti da contesti svantaggiati. Il progetto si è concentrato su quattro città: Uyo, Benin City, Lagos e Agbor

"Quando ero ragazza, ricordo bene la difficoltà nel pagare gli esami per la fine della scuola secondaria," racconta Princess. Questa esperienza personale ha plasmato la sua visione: sostenere l'istruzione e l'occupazione femminile come chiavi per prevenire la tratta.

In vista della giornata contro la tratta, potrebbe tracciare un bilancio dell'attività che avete svolto in Nigeria negli ultimi mesi?

Abbiamo avviato diversi corsi professionali in varie città nigeriane. Abbiamo operatori sul campo che monitorano mensilmente i progressi dei beneficiari, fornendo anche un contributo per le spese di trasporto. Abbiamo attivato nove diverse tipologie di corsi. Sette persone che hanno completato un corso di scuola guida. Nove hanno terminato un corso di pasticceria, specializzandosi in dolci per matrimoni. Abbiamo anche formato un gruppo di muratori nell'uso di macchinari per la produzione di mattoni. Alcuni corsi sono ancora in corso, come quello per meccanici e sarte, che durano circa un anno e mezzo. Abbiamo anche offerto corsi di make-up e manicure, che sono durati tre mesi.

Quante persone in totale hanno beneficiato di questo progetto?

Con il progetto The Liberated Women, abbiamo realizzato un Empowerment Program per 100 persone in quattro Stati nigeriani. Solo a Uyo, nel mio Paese d'origine, abbiamo formato 48 persone. Inoltre, abbiamo sostenuto 25 studenti per l'ingresso all'università e 12 per l'esame finale della scuola media. A Benin City, abbiamo fornito microcredito alle donne. Nel 2020, abbiamo raggiunto 110 donne con il microcredito.

Quali prospettive lavorative hanno queste persone una volta conseguita la qualifica?

L'obiettivo è dare loro un'esperienza lavorativa, seguendo le buone pratiche che abbiamo sviluppato con PIAM Onlus in Italia. Alcune attività, come la pasticceria, permettono di avviare un'attività in proprio. Per altre, come i muratori, possono iniziare a lavorare per aziende che hanno macchinari moderni. In futuro, vorrei poter fornire gli strumenti necessari per avviare attività indipendenti, ma al momento non posso farlo per tutti.

Quanto spesso vai in Nigeria per questo lavoro?

Ho pianificato di andare una volta all'anno, ma voglio assicurarmi di dare continuità ai progetti avviati. Non posso semplicemente lasciare tutto così com'è; devo seguire e stabilizzare queste attività.

La tua esperienza personale ha influenzato questo progetto?

 Assolutamente. Essendo stata io stessa vittima della tratta, ho pensato di aiutare altre persone come forma di prevenzione, per evitare che cadano nelle mani dei trafficanti. Se riesco ad aiutare 100 persone all'anno, forse 50 di loro troveranno opportunità per il futuro.

 In Nigeria c'è ancora forte la spinta a partire per l'Europa?

 Sì, molti vogliono ancora partire, mettendo a rischio la propria vita. Ci sono tre fattori principali: la promessa di partire, la povertà e la mancanza di educazione. Il mio obiettivo è aiutare le persone in Nigeria, piuttosto che aspettare che arrivino in Italia traumatizzate dopo un viaggio pericoloso. Vogliamo dare a queste ragazze gli strumenti per costruirsi un futuro dignitoso qui, in Nigeria. Solo così possiamo spezzare il ciclo della povertà che le rende facili prede per i trafficanti."

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Vorrei continuare a sostenere coloro che hanno completato i corsi, magari fornendo loro gli strumenti per avviare attività indipendenti. Ho calcolato che con un budget limitato potrei aiutare 20-30 persone all'anno, pagando un anno di attività e fornendo gli strumenti necessari. Se non riuscissi, continuerei comunque con i corsi di formazione.

Chi ti aiuta a organizzare tutto questo in Nigeria?

 Ho aperto un ufficio di The Liberated Women in Nigeria con quattro operatori. Ho anche operatori in altri Stati: due nello Stato di Akwa Ibom, uno a Benin City, e quattro nello Stato del Delta. In totale, operiamo in quattro città nigeriane.

Il suo impegno non è passato inosservato. Princess ha collaborato con organizzazioni internazionali come AWLO (African Women In Leadership Organization) e presto fonderà una sede AWLO in Italia.