La nocciola piemontese sfida il cambiamento climatico: tra i problemi il contenimento della cimice asiatica

La produzione di nocciole in Piemonte sta affrontando sfide sempre più complesse, come evidenziato da Giacomo Ballari, presidente della fondazione Agrion, durante una recente audizione in terza Commissione regionale. Il cambiamento climatico, la siccità, nuovi insetti infestanti e malattie delle piante stanno mettendo a dura prova i 28.000 ettari di noccioleti presenti nella regione.

La Fondazione Agrion, nata nel 2014 per volontà di Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte, si sta impegnando attivamente per affrontare queste sfide. Con quattro centri di ricerca dislocati sul territorio (Manta, Boves, Cravanzana e Carpeneto), Agrion lavora a stretto contatto con le aziende agricole per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili.

Il progetto sulla nocciola di qualità, in particolare, mira a preservare l'eccellenza della Tonda Gentile Trilobata, una varietà rinomata sui mercati nazionali e internazionali. L'obiettivo è mantenere elevati standard qualitativi e quantitativi, nonostante le crescenti difficoltà ambientali.

Tra le principali sfide da affrontare, Ballari ha evidenziato: il contenimento della cimice asiatica, un insetto invasivo che minaccia i raccolti; il problema dell'avariato delle nocciole, che compromette la qualità del prodotto; la cascola pre-raccolta, che riduce significativamente la resa produttiva.

La ricerca di Agrion si sta concentrando anche sull'ottimizzazione dell'impollinazione, un aspetto cruciale per la produttività dei noccioleti. I risultati ottenuti con l'utilizzo di specifiche varietà impollinatrici sono promettenti e già applicabili dalle aziende agricole. Ballari ha sottolineato l'importanza dei dati e dell'innovazione tecnologica per il futuro del settore. Le nuove tecnologie non solo aiutano ad adattarsi alle sfide climatiche, ma offrono anche opportunità in termini di economia circolare e valorizzazione completa del prodotto.